Ultimo scontro su Victoire

Ultimo scontro su Victoire Due giorni per trovare 6000 miliardi e rispondere all'opa di Suez Ultimo scontro su Victoire Vernes ottiene una proroga di 48 ore PARIGI NOSTRO SERVIZIO Avrebbe dovuto essere una guerra lampo del colosso Suez contro il «povero» banchiere gollista Jean-Marc Vernes e invece si sta trasformando nell'ennesimo «feuilleton» economico. Un romanzo a puntate che ogni giorno si arricchisce di un'altra pagina. La contro-opa di Vernes, per impedire a Suez di impossessarsi della Compagnie Industrielle e soprattutto della controllata Victoire, non c'è ancora. E a questo punto si dovrebbe dire che non ci sarà più, visto che il termine legale per presentarla era scaduto alla mezzanotte di martedì. Ma Vernes, fatto eccezionale, ha ottenuto dal Consiglio delle Borse valori una proroga di 48 ore. Ha quindi tempo fino alla mezzanotte di oggi per presentare la sua contro-offerta da trenta miliardi di franchi, record non solo per la Francia. E sempre ieri il banchiere gollista, amico di Raul Gardini del quale è il proconsole francese, ha ottenuto un'altra mezza vittoria. Il tribunale del commercio di Parigi ha respinto la domanda di Suez che voleva «congelare» il 15% delle azioni Compagnie Industrielle che sono detenute in autocontrollo. Un pacchetto che potrebbe rivelarsi decisivo nella battaglia con Vernes e che questi di fatto detiene, nella sua qualità di presidente della società. Suez temeva proprio che Vernes gettasse nella mischia quel prezioso 15%, acquisendo un vantaggio considerevole. E per questo aveva chiesto al tribunale di congelare il pacchetto. I giudici hanno risposto che ciò non è possibile, andrebbe contro le regole delle opa. Ma hanno anche aggiunto che Vernes non potrà disporre di quel 15% se non nel quadro di una controopa. Non potrà cederlo a terzi, e potrà utilizzarlo solo in ultima battuta, quando avrà trovato tutti i suoi compagni di cordata anti Suez. Una vittoria di Pirro, perché Vernes difficilmente riuscirà entro questa notte a fare ciò che non gli è riuscito in venti giorni: mettere insieme amici con spalle così solide da sborsare trenta miliardi di franchi, più di seimila miliardi di lire, solo per consentirgli di mantenere il controllo della Compagnie Industrielle. Vernes finora può contare sull'appoggio (con scarso entusiasmo) del gruppo Ferruzzi, tramite la Beghin Say, e dell'amico Serge Dassault, l'industriale aeronautico che ha ceduto parte dell'azienda familiare allo Stato. Poi, forse, il banchiere legato a Jacques Chirac potrebbe puntare sull'aiuto della Air Liquide, che parteciperebbe al «tour de table» della contro-opa. E ci sarebbe, come detto fin dal primo momento, la Navigation Mixte di un altro amico, Marc Fournier. Ma tutto ciò non basta. Manca il «big», il grosso nome, inevitabilmente estero, in grado di sborsare gran parte della cifra, sapendo che comunque — per legge — la sua partecipazione nella futura Compagnie Industrielle non potrebbe superare, in quanto straniero, il 25%. Una sorta di esercizio di masochismo finanziario che pare difficile da far comprendere alle grandi compagnie di assicurazione americane e britanniche che Vernes ha contattato nei giorni scorsi. Oltretutto Dassault e Air Liquide avrebbero più interesse in una vittoria di Suez che in quella dell'amico Vernes. Visti i prodigiosi balzi all'insù del titolo Compagnie Industrielle negli ultimi mesi, rivendendo a Suez al corso obbligato di 13.050 franchi — stabilito dalla commissione di Borsa al momento della sospensione del titolo — metterebbero in cassa un plusvalore veramente cospicuo. E' ormai questione di ore. A mezzanotte Vernes non potrà più nascondersi, e domani mattina Compagnie Industrielle dovrebbe essere nuovamente quotata. La Cob ha già fatto sapere che impedirà a Vernes di agire al di fuori delle regole delle opa, con acquisti massicci sul mercato. Paolo Potetti Jean Marc Vernes

Persone citate: Beghin, Borsa, Dassault, Jacques Chirac, Marc Fournier, Paolo Potetti Jean Marc Vernes, Raul Gardini, Serge Dassault

Luoghi citati: Francia, Parigi, Suez