E' guerra tra i mujaheddin
E' guerra tra i mujaheddin Si spacca anche il governo provvisorio: gli Usa tentano una mediazione E' guerra tra i mujaheddin Fondamentalisti contro moderati: 300 morti ISLAMABAD. Il governo costituito dalle principali fazioni ribelli afghane a Peshawar, in Pakistan, si è spaccato, mentre si moltiplicano gli scontri armati tra i mujaheddin nei territori che controllano in Afghanistan. Gli Usa hanno incaricato il loro inviato speciale, Peter Tomsen, di tentare una mediazione per salvare «l'alleanza dei sette», i cui conflitti giocano a favore del governo filosovietico di Kabul. Il gruppo guerrigliero Hezb-i-islami (partito islamico dell'Afghanistan) ha annunciato che il suo capo fondamentalista, Gulbeddin Hekmatyar, ha «sospeso» la partecipazione al «governo provvisorio», creato dai mujaheddin dopo la partenza delle truppe sovietiche nel febbraio scorso. Hekmatyar ha dichiarato che non parteciperà più alle riunioni del governo finché non si terranno le elezioni già programmate da tempo. Ha così tenuto fede alla minaccia fatta agli inizi del mese, quando aveva criticato il governo provvisorio per non aver rispettato il termine di sei mesi, previsto per tenere le elezioni e stendere una costituzione islamica per l'Afghanistan. Le elezioni dovrebbero essere tenute tra i tre milioni di profughi afghani in Pakistan e tra la popolazione dei territori controllati dai guerriglieri in Afghanistan. Ma la corte suprema, l'organo del governo mujaheddin incaricato di preparare le elezioni, non dispone ancora di un ufficio e nemmeno di fondi, per cui, come ha detto un portavoce, è impossibile pensare di organizzare le elezioni nell'assenza di strutture. Si fanno anche più frequenti le accuse secondo le quali il gruppo di Hekmatyar intensificherebbe i suoi attacchi alle altre fazioni dei mujaheddin per rivendicare un ruolo di leadership. Nelle ultime 24 ore, ha riportato la «Tass», ci sono stati scontri nella provincia di Lagman, con più di venti tra morti e feriti: gli uomini dello Jamiat sono riusciti a strappare tre centri alle truppe di Hekmatyar. Nel luglio scorso lo Hezb uccise 32 guerriglieri del partito rivale Jamiat-i-islami (società islamica) nella provincia di Takhar, attirandosi la condanna degli Usa. Da allora la lotta tra le due fazioni si è intensificata e si ritiene che nelle ultime settimane i morti siano stati 300. Hekmatyar avrebbe anche fatto uccidere Haji Latif, comandante del fronte nazionale islamico afghano a Kandahar e Haji Gazi Khan e Abdullah Matin, capi religiosi della tribù safi. Burhanuddin Rabbani, il capo di Jamiat, aveva già chiesto tempo fa che Hekmatyar fosse sospeso dal governo dei mujaheddin e il presidente del governo Sibghatullah Mojaddidi aveva definito il capo di Hezb un assassino, che utilizzava le armi fornitegli dagli americani per far guerra agli altri ribelli. Nonostante siano note le idee violentemente anti-occidentali di Hekmatyar, vicino alla predicazione di Khomeini, il suo gruppo è tra i maggiori destinatari degli aiuti militari di Washington. [Agi] Gulbeddin Hekmatyar
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