«Alt su Togliatti o lasciamo il pci»
«Alt su Togliatti o lasciamo il pci» L'editore cossuttiano Napoleone contro Occhetto: convocheremo un'assemblea generale «Alt su Togliatti o lasciamo il pci» «La lotti condivideva l'articolo censurato dall'Unità» ROMA. «Il vertice del pei deve dirlo chiaramente: se vuole che usciamo dal partito, lo faremo sul serio. Ma non saremmo pochi, come dice Trombadori. Quanti? Centinaia di migliaia». Roberto Napoleone, editore comunista, parla fuori dai denti. Si dice «arrabbiatissimo» per i giudizi su Togliatti che — afferma in una intervista all'Adnkronos — rappresentano delle «diffamazioni della storia del partito». Sulla «questione Togliatti» la polemica diventa ogni giorno più dura e lacerante. Da una parte Occhetto e i suoi colon, nelli che vogliono uno «strappo» col passato (non intervengono al 25° anniversario della morte del «Migliore», al Festival nazionale dell'Unità che si apre oggi a Genova gli sarà dedicato solo un audiovisivo, il giornale del partito rifiuta di pubblicare articoli prò Togliatti). Dall'altra i difensori della «tradizione» e dell'«ortodossia» del pei, cossuttiani in testa: sono stati presi in contropiede ma si stanno organizzando, dal mugugno sono passati alla protesta, chiedono che il «caso Togliatti» sia ampiamente dibattuto nel partito perché convinti che la maggioranza dei comunisti sia con loro. E minacciano di andarsene se non saranno accontentati. Tra i comunisti «scontenti», Napoleone mette «le migliaia di aderenti alle associazioni che sono sorte come luoghi di studio, di ricerca e di riflessione». Il 60 per cento di loro è costituito da giovani, «ma c'è una consistente parte "storica" del pei che non si dichiara soddisfatta e che tuttora è ben rappresentata nel Comitato centrale». «Nessuno — dice — vuole lasciare il pei. Ma è chiaro che se la nostra storia continua ad essere diffamata, non si potrà restare inerti. Sono molti i parla¬ mentari del pei, anche i non cossuttiani, ad essere insofferenti per quanto accaduto, al punto da non escludere l'ipotesi di una scissione». Ma esistono ancora margini di ricomposizione. «Basterebbe discuterne nel partito — dice —. Occhetto convoca il Comitato centrale quando vuole e se si è svegliato di buon umore. Nelle riunioni di direzione non si discute più. E si finisce per consentire ad un socialdemocratico come Renzo Foa di rifiutare la pubblicazione su l'Unità di un articolo di Mario Spallone. Il clima è pessimo». Secondo Napoleone tra i comunisti «illustri» sono «arrabbiati» Pajetta «stando alle sue critiche alle tesi di De Giovanni su Togliatti» e, soprattutto, «Nilde lotti, forse costretta al riserbo dal ruolo istituzionale che ricopre. La lotti aveva preventivamente letto, e totalmente approvato, il primo arti¬ colo su Togliatti di Mario Spallone, prima che Foa lo ritenesse non pubblicabile sull'organo del partito. Questo è un esempio di democrazia? Questo è il "nuovo" pei? Se le cose stanno in questi termini, non è più il "nostro" pei». Napoleone annuncia «iniziative» alla ripresa di settembre «nei limiti dello statuto». «Attenderemo le riunioni della direzione e del Comitato centrale. Ma se tutto restasse come ora, tra confusione e denigrazioni, non resterebbe che convocare un'assemblea generale, per discutere di Togliatti e del "nuovo" pei. Non ci basterebbe il Teatro Adriano di Roma per contenere i compagni che ac correrebbero da tutta Italia. Sarebbe indispensabile un'azione di tutela dei compagni che, co me hanno preannunciato con dolore, se le cose non cambia no, sono pronti ad abbandonare il partito». [AdnKronos]
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