Le strutture di Flusbing Meadow nel degrado

Open Usa, non è tutto oro TENNIS Per i campioni questo torneo è più importante di Parigi e Wimbledon Open Usa, non è tutto oro Le strutture di Flusbing Meadow nel degrado NEW YORK DAL NOSTRO INVIATO Lo Stadium, il centrale di Flushing Meadow, è il Maracanà del tennis capace di ben 20.662 posti numerati. Quando è gremito l'atmosfera deve essere simile a quella che si respirava al Colosseo quando i cristiani lottavano con i leoni. Ma il clima di super-torneo finisce lì. Il perfezionismo e l'efficienza americana che avevano permesso la costruzione del National Tennis Center nel giro di sei mesi si è ora dileguata. Dopo undici anni l'impianto versa in condizioni di assoluto degrado e non si vede l'ora di emigrare verso un nuovo complesso in un'area da scegliere lontana dal decollo e dall'atterraggio degli aerei all'aeroporto La Guardia. Il clima è quello di una kermesse dove spesso il problema alimentare ha per il pubblico il sopravvento su quello sportivo con la zona di ristoro simile a quella delle nostre fiere campionarie con cibi che dovrebbero accontentare i gusti di qualsiasi persona ma del quale ricordi solo il tanfo di fritto di hamburger e patate che ti pene tra attraverso abiti e pelle. Ma sono gli US Open e i big vi dedicano un impegno maniacale superiore al Roland Garros e Wimbledon, consci che qui il cast è sempre più completo e agguerrito visto che il cementobituminoso è un compromesso tra terra ed erba. Così i campioni uscenti Graf e Wilander aprono sullo Stadium con probanti successi, come McEnroe e Becker che fuga qualsiasi allarme sulle condizioni della sua schiena dolorante. Delle prime teste di serie scese in campo nella giornata d'apertura cede solo Brad Gilbert, n. 8. Gli è fatale il n. 17: tante infatti erano le vittorie consecutive con le quah si è presentato agli US Open reduce dalle affermazioni di Stratton Mountain, Livingston e Cincinnati dove aveva fatto un filotto niente male battendo nell'ordine Chang, Becker ed Edberg. Opposto al connazionale Todd Witsken, n. 63 Atp, ha finito per perdere al quinto set. Colpa di una gastrite che lo affligge periodicamente da quasi sette anni. «Ho finito preda di crampi allo stomaco, senza più una sola stilla di energia da spendere» ammetteva Gilbert, buon giocatore che però manca dei requisiti fondamentali per essere un campione, primo fra tutti il carisma. E veniamo agli US Open di stampo italiano. Fra i maschi il primo a scendere in campo è stato il barese Pozzi. Il suo torneo lo aveva vinto entrando in tabellone dopo le qualificazioni: ha sognato nel primo set vinto contro l'israeliano Mansdorf che sul cemento ci è nato, poi ha dovuto inevitabilmente arrendersi. Ma con onore. Fra le italiche donne il miglior risultato è stato quello della Ferrando che ha nettamente battuto la francese Demongeot. Oggi la genovese che in questa occasione è seguita dal suo coach, Maurizio Bonaiti, affronterà la sovietica Zvereva che quest'anno sta pagando un'eccessiva crescita di statura che le ha fatto perdere il timing con la palla quando c'è da spostarsi, oltre alle accentuate polemiche con la federazione sovietica per poter intascare una quota maggiore dei premi vinti. E' passata al secondo turno anche Laura Golarsa, l'eroina di Wimbledon. Ha vinto con Barbara Romano una partita che, come spesso capita nei derby, è stata dominata più da paura e tensione che dal bel gioco. A chiusura della prima serata è arrivata l'amara eliminazione di Raffaella Reggi. Una sciatalgia le ha impedito di trovare gli appoggi giusti per passare la trentatreenne Betsy Nagelsen, ottimo servizio e avanti tutta, famosa soprattutto per essere l'ultima moglie del boss. Ovvero Mark McCormack, mister 25 per cento, il patron dell'IMG, il principale gruppo manageriale che cura gli interessi di tanti campioni e guarda caso anche della Reggi. Per la Reggi che punta all'ammissione al Masters femminile una brutta battuta d'arresto dovuta anche dal mese e passa di riposo agonistico fatto dopo Wimbledon. Le vacanze si pagano care. L'eccessivo riposo è costato caro anche alla giovane Laura Lapi contro la quotata Barbara Paulus, una delle miss del circuito capace di accoppiare avvenenza a doti tecniche. Perso il primo set la toscana si è ripresa nel secondo ma non ha saputo pareggiare pur essendosi trovata in vantaggio per 5-2 e ha permesso rimonta e vittoria della rivale. Ha passato il turno anche la juniores Caverzasio, l'italiana di Ginevra, battendo la statunitense Daniel: poi la pioggia ha interrotto la gare della seconda giornata togliendo un po' di afa appiccicosa alla lunga estate di New York. Rino Cacioppo Mats Wilander. Lo svedese vuole ripetere il successo di un anno fa

Luoghi citati: Cincinnati, Ginevra, New York, Parigi