Kubik? Bravo, bravissimo, anzi inutile
Kubik? Bravo, bravissimo, anzi inutile Strappato dalla Fiorentina dopo estenuanti trattative, il boemo non riesce a convincere Kubik? Bravo, bravissimo, anzi inutile Né gregario né campione, il cecoslovacco è un rebus FIRENZE. Bravo, anzi bravissimo, però Lubos Kubik è tutto in questo giudizio misuratissimo. Fra gli stranieri dell'ultima ora è quello dai colori più tenui. E' vero che Giorgi lo ha paragonato a Mariolino Corso, è vero che il suo passato di ex fuggiasco politico lo ha reso più personaggio del voluto. Ed è anche vero che, fino ad oggi, nessun critico se l'è sentita di giudicarlo compiutamente. U suo sinistro morbido ha incantato. E' fra i pochi capaci di far sollevare la palla da terra come fosse una piuma, fino a farla adagiare in porta. Gli è stato detto bravo, anzi bravissimo, ma molti aggiungono adesso quel «però». Anzi, bisogna dire che a sollevare la prima incertezza è stato proprio Bruno Giorgi, che lo ha dipinto come il primo problema di questa Fiorentina. E' stanco, ha detto il tecnico, e non solo fisicamente. Insomma ha vissuto tutto troppo in fretta. Di colpo si è trovato davanti al mondo dorato verso il quale era fuggito. C'è quindi una crisi di rigetto? C'è chi propone come un virus le difficoltà (almeno iniziali) dei giocatori dell'Est. La realtà è probabilmente più semplice. Kubik è arrivato in Italia per due motivi: primo perché lo hanno voluto i Pontello, che hanno visto in lui il più probabile sostituto di Baggio. Secondo perché fuggendo in Inghilterra ha forzato la mano a tutti, anche alla sua Federazione. Adesso la situazione tattica della Fiorentina rischia di penalizzarlo. Con il rientro di Dunga e con l'arrivo di Dell'Oglio, Giorgi avrà a disposizione gli elementi per la formula prescelta: tre mediani e mezzo per Baggio e Dertycia (Buso sarà comunque un'alternativa). E gli uomini già ci sono: Iachini, Dunga, Dell'Oglio e Di Chiara. Kubik deve annullare questo postulato al gioco del tecnico. Per riuscirci deve cancellare quel «però», insomma deve essere bravo, anzi bravissimo. Può farcela. Il cecoslovacco dai modi gentili e dall'onesta faccia da soldatone deve però far emergere una dote in più: la grinta. La Fiorentina può permettersi anche due fuoriclasse, ma può difenderne uno soltanto, e si chiama Baggio. Kubik deve anche sudare per se stesso, deve battersi. Oggi, con ogni probabilità, Giorgi gli offrirà uno scampolo di riposo, proprio per ritemprarlo e per dargli l'ultima grande occasione. Perderlo sarebbe un peccato, sottoutilizzarlo sarebbe una bestemmia, quindi tocca a lui. E' la prima cosa che ha imparato, a difendersi: «Io sono felice di essere in Italia, sono felice di essere nel campionato più bello del mondo. Non ho paura, Eerò ho bisogno di tempo. Kuik è migliore del giocatore che avete visto finora. Kubik da un anno non giocava partite uffi ciali. Kubik può diventare un giocatore italiano». Lo stanno aiutando tutti. Il pubblico l'ha adottato, Baggio lo segue come un fratello meno vispo ma intelligente e pronto. E' un po' frenato, residuo della paura nel periodo più brutto della sua vita, quando fuggiva. La politica? La Ceco Slovacchia? Ne parla poco, gli occhi spesso dicono di più: «Il mio Paese è bellissimo...». Gli arresti, gli scontri, amplificati dalle riprese tivù, li ha seguiti con trepidazione, senza ester nare i suoi sentimenti. Insomma è uno straniero che osserva e spera. Un campione che può esplodere ma che pri ma deve capire e farsi capire. E una scommessa che potrebbe pagare moltissimo, ma resta sempre mia scommessa. Alessandro Riatti
Luoghi citati: Ceco Slovacchia, Firenze, Inghilterra, Italia
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