L'Inter chiede premi-comunque

L'Inter chiede premi-comunque La vigilia di Cosenza turbata dalla vertenza economica della squadra L'Inter chiede premi-comunque Ma Pellegrini rifiuta di pagare il 7° posto COSENZA DAL NOSTRO INVIATO Premi, sempre premi per Trapattoni. Instancabile, ieri di buon mattino ha preceduto la squadra, è andato a Messina a ritirare un premio e in serata era a Lamezia per accogliere l'Inter e portarla a Spezzano Piccolo, in un albergo scovato dal dottor Bergamo. Un'Inter che comincia a fare concorrenza al Milan: Serena è in infermeria dopo essersi sottoposto ad un'ecografia per una botta ad una coscia, Ferri è a riposo per non accentuare il suo malessere, Berti e Bergomi devono rifiatare dopo aver tirato a lungo la carretta, e Matthaeus non è ancora disponibile dovendo scontare il terzo turno di squalifica. Non avendo una panchina lunga come i cugini rossoneri, Trapattoni dovrà arrangiarsi ma quest'Inter sembra ben carrozzata anche per l'emergenza. E poi il rivale appare abbordabile: il Cosenza ha eliminato la Reggiana ai rigori e domenica ha perso nettamente a Padova anche se delle compagini di B è bene non fidarsi troppo in questa fase di partenza. Condizionata dai tedeschi nel bene e nel male, l'Inter deve fare i conti con un attacco potenzialmente forte ma non ancora in grado di esprimersi al meglio: la dimostrazione è venuta dalle gare con squadre di medio valore (Varese, Parma, Padova, Spezia, Cremonese) mentre con Goteborg e Torpedo i gol sono arrivati in abbondanza, forse perché svedesi e russi avevano altri problemi per la testa. Trapattoni non ha voluto approfondire l'argomento: è troppo presto per farlo. Serena gli ha dato ragione: «Se un anno fa l'Inter fosse stata in queste condizioni, saremmo stati felicissimi. Dunque, ci vuole un po' di pazienza, occorre soltanto che migliori l'intesa fra centrocampo e attacco. Se costruiamo azioni da gol, significa che la squadra ha idee e le mette in esecuzione. Parlare di allarmegol non ha senso in questo momento anche perché mi sembra un problema generale. A parte il fatto che abbiamo sempre segnato, con l'eccezione dell'incontro col Porto, mi sembra che all'Inter necessiti soltanto la giusta condizione atletica. Noi, ripeto, stiamo andando meglio rispetto ad un anno fa: avevamo perso contro Brescia e Fiorentina, c'era aria di burrasca. No, quest'Inter è decisamente migliore ed è per questo che non bisogna farle fretta». Trapattoni non è disposto ad accettare il fatto che un uomo, l'assente Matthaeus, possa condizionare tutta la squadra ma c'è qualcuno che lo fa apertamente, tipo Brehme: «Senza Lothar, manca un punto di riferimento», e questo può suonare come un'accusa a Matteoli e Berti, che sono quelli più scarsi come condizione fisica e si sa quanto siano importanti nell'economia della squadra. Ad ogni modo il vero problema dell'Inter in questo momento sembrano i premi. Una grana di sapore diverso «nata per motivi di principio» afferma capitan Bergomi e si sa che quando tirano fuori il principio in realtà c'è ben altro. «Voghamo tutelare gli interessi dei nostri compagni, quelli che guadagnano meno». Così hanno chiesto una valanga di milioni anche per un eventuale 7° posto in classifica ma Pellegrini da quest'orecchio non ci sente assolutamente anche perché lo scudetto gli è costato già diversi miliardi, forse troppi, e la sua offerta per un altro scudetto e l'eventuale Coppa Campioni è piuttosto consistente: 250 milioni netti a testa (contro i 160 del Milan, che ne offre 210 per la Coppa). L'operato dei sinda calisti nerazzurri sembra fare a pugni con la situazione effettiva dei neo campioni: Zenga guadagna 1 miliardo netto, Bergomi 600, Brehme 550, Matteoli 450, Ferri 600, Berti 850, Klinsmann 700, Matthaeus 900, Serena 800, Baresi 300, Rossini e Verdelli 250, Di Già 200. Senza dimenticare le sponsorizzazioni e le partecipazioni a trasmissioni tv, ricche di altri gettoni d'oro. Giorgio GandoHt