Nel ballo degli schieramenti anche il pacchetto delle nomine di Roberto Ippolito
Per l'Iri corsa tra Merloni e Viezzoli Per l'Iri corsa tra Merloni e Viezzoli Nel ballo degli schieramenti anche il pacchetto delle nomine ROMA. Adesso è una corsa a due. Per la presidenza dell'Iri esce dalla mischia la candidatura dell'industriale Vittorio Merloni. E' un'alternativa a Franco Viezzoli, presidente dell'Enel, da mesi considerato il successore più probabile di Romano Prodi il cui mandato scade il 23 ottobre prossimo. E' la prima volta che un imprenditore privato è considerato «papabile» per un incarico nelle Partecipazioni Statali: ci sono stati manager passati dal settore privato a quello pubblico (come Mario Schimberni), ma nessun industriale ha compiuto il grande balzo. Anche se su Viezzoli scommettono in tanti, il nome di Merloni viene ripetuto con insistenza da esponenti della de e dei partiti di maggioranza, ma nessuno l'avalla ufficialmente. Mentre oggi si riunisce il consiglio nazionale della de, la scelta del presidente Iri divide le correnti democristiane. Mai come in questa occasione, le nomine per enti, aziende statali e i vertici scaduti di 39 banche si intrecciano con gli equilibri politici: c'è una de divisa e un psi pronto a sfruttare ogni opportunità per guadagnare spazio. Leader nel settore degli elettrodomestici (Ariston), dal 1980 al 1984 presidente della Confindustria, Merloni è nato a Fabriano, a poca distanza da Pesaro, la città del segretario de Arnaldo Forlani a cui è molto legato. L'entrata in scena è spiegabile come una mossa forlaniana per dare un segno di professionalità nell'arroventata partita delle nomine. La sfida Viezzoli-Merloni è però tutta da giocare. Sono a favore di Viezzoli la familiarità con Tiri (ha presieduto la Finmeccanica) e il fatto di lasciare libero l'Enel (che sembra destinato a Franco Nobili, presidente della Cogefar, legato a Giulio Andreotti). Merloni può far valere il curriculum e il fattore novità, ma qualcuno teme un conflitto fra interessi personali e pubblici. Sono poi in lizza anche Franco Piga e Antonio Zurzolo, presidenti di Consob e Banco di Roma. Ma prima che venga scelto chi guiderà Viri, vanno chiariti i rapporti interni alla de, partito che esprime il presidente dell'istituto. L'esito del consiglio nazionale condizionerà la corsa alle poltrone. Uomini legati alle correnti vincitrici del congresso di febbraio (forlaniani, andreottiani e dorotei di Antonio Gava) lamentano che l'ex segretario Ciriaco De Mita ha una presenza molto accentuata nei posti di potere: «Ora ci vuole un arretramento». Dall'altra parte, il vicesegretario Guido Bodrato replica aspro: «Non era mai accaduto che dopo un congresso si facesse l'elenco delle persone da decapitare. Via Prodi, via quell'altro, eccetera. Mai visto un congresso così inquinato da ambizioni». Che il successore di Prodi sia espresso dalla maggioranza forlaniana appare scontato. Sembra pure molto probabile che traslochi il direttore generale della Rai, Biagio Agnes, anche lui demitiano (possibile destinazione è la Stet). Tuttavia, un compromesso nella de è possibile. Una tesi è che i demitiani arretrerebbero, ma con il «rispetto» di alcune posizioni: perderebbero Iri e Rai, non la guida di alcune finanziarie o aziende. Per esempio, potrebbe restare al suo posto l'amministratore delegato della Finmeccanica, Fabiano Fabiani, in buoni rapporti con gli andreottiani e favorito dal fatto che le richieste socialiste non riguardano il suo settore. Il psi punta soprattutto a un posto di responsabilità nelle telecomunicazioni monopolizzate dalla de: per la Stet o la futura concessionaria unica dei te-' lefoni punterebbe su Michele Giannotta, presidente Sip. Fra le possibili richieste psi c'è la vicepresidenza Iri, oggi affidata al repubblicano Pietro Armani: candidato naturale è Massimo Pini, componente del comitato di presidenza, amico personale del segretario Bettino Craxi. La scelta del vice condiziona l'assetto dell'Efim (il cui presidente, il socialdemocratico Rolando Valiani, scade a marzo). Un vice socialista all'Iri potrebbe essere bilanciato da un presidente repubblicano all'Efim come lo stesso Armani. Ma il pri non ha deciso se puntare a conservare il posto all'Iri o a conquistare l'Efim, ente per il quale ha anche immaginato la chiusura. Nel primo caso, il psi potrebbe battersi per promuovere presidente dell'Efim l'attuale vice Gaetano Mancini. Ma i socialisti hanno già l'Eni con Franco Reviglio, che scade a ottobre: la riconferma non è esclusa, ma crescono le quotazioni di Gabriele Cagliari. Non trova invece conferme l'ipotesi di un passaggio del repubblicano Lorenzo Necci dall'Enimont all'Eni. Roberto Ippolito Vittorio Merloni, imprenditore, ex presidente della Confindustria,
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