Longo imbattibile, Canins terza

Longo imbattibile, Canins terza Longo imbattibile, Canins terza Dilettanti: italiani bravi, ma il re è polacco CHAMBERY DAL NOSTRO INVIATO Precedenza alle donne: per cronologia delle gare iridate di ieri a Chambéry, per omaggio ai quarant'anni, compiuti ma non suonati, di Maria Canins, medaglia di bronzo dietro alla non battibile e appunto non battuta francese Jeannie Longo, trentun anni, e all'altra francese Catherine Marsal, diciotto anni e mezzo, l'erede. Mamma Maria, che mica è convinta di lasciare, ha sinora vinto, nel ciclismo cominciato a trentatré anni, una medaglia d'oro, tre d'argento e due dì bronzo, sette titoli nazionali su strada e uno su pista. Inoltre, nello sci di fondo, dieci Marcelonghe, una Vasaloppet, quindici titoli tricolori, nonché un titolo italiano di corsa in montagna. La Longo ieri, «drogata» dal circuito difficile, ha attaccato a metà del terzo giro: la Canins le ha riportato addosso il gruppo, la Longo è ripartita, sempre sulla salita chiamata Montagnola, al passaggio del terzo giro (km 37,050, metà gara) aveva 34" sulla nostra donna e sulla bambina Marsal. A l'28" il gruppo, tirato dalla Bonanomi. Fine: la Longo in crescendo, le altre due bene resistenti, il gruppo in calando. All'arrivo quattro minuti e cinque secondi di tempo alla Longo per tifare la sua Marsal, che di mezza ruota era seconda, rendendo vana la volata lunga della Canins. Nono posto della Bonanomi nella non volata del gruppo. Jeannie Longo andrà ora in Bolivia, ai 3500 metri di Bogotà, per farsi tanti globuli rossi, il 27 settembre scenderà ai 2280 di Città del Messico e cercherà di battere il suo record del mondo dell'ora in altura: 44,700 nel 1986 ai 1800 metri di Colorado Springs, fra sospetti di doping. Poi comincerà a fa¬ re figli con Ciprelli, il marito di origini italiane come lei. Il polacco Joachim Halupezok, ventun anni e già moglie e figlia, meccanico, parrucchiere semiufficiale della squadra, argento a Seul e qui l'altro giorno nella 100, un favorito insomma, si è guadagnato il diritto a passare professionista con il trionfo fra i dilettanti, in una corsa bene giocata dagli italiani sino a che non è venuto fuori il superman. Già italiani in evidenza all'inizio, poi al km 86 il nostro Gualdi solo, e così per due giri, con vantaggi fra i 45" e il minuto e mezzo. Ritiro di Passera e Zanini, però Brandini con Pichon, Castro argentino (con numero 10 maradonoso sulla maglia), Meijs olandese e Paiva brasiliano a raggiungere e rilevare Gualdi stanco. Alla fine dell'undicesimo giro, dopo 139 chilometri, Bortolami dal gruppo al gruppetto dei primi. Tan¬ to azzurro, e sventolio di tricolori sul circuito. Poi arrivava sulla scena grande anche il polacchissimo. Al passaggio del dodicesimo giro, dopo 148 chilometri e a 37 dalla fine, lui in testa, con Krieger tedesco occidentale, Pichon e Bortolami. Qualche sua pedalata con i compagni d'attacco, azioni violente, e a una trentina di chilometri dalla fine, sulla salita, la sua grande botta: che metteva in vistosa crisi tutti. Titolo alla Polonia come nel 1985 con Piasecki, poi Pichon e Manin, due francesi. Bortolami quinto e Zenoni, il suo et, «colpevole» di non aver vinto, probabilmente licenziato, alla faccia della bella prova condotta al limite delle possibilità, p». le note proteste antifederazione. Tutto questo ieri, a Chambéry mondiale, dal circuito duro e onesto che neanche oggi dovrebbe dir bugie. lg. p. o.] L'IRIDE D0P0 260 CHILOMETRI \xy^ BARBERAZ COGNINV^ 7/ J AC0B-BELLEC0M BETTE S^" M0NTAGN0LE 495 m |2 TV PARTENZA f 1 ^ARRIVO 275 m 1 | 275 m La prova dei prolessionisti si disputa oggi su un circuito di km. 12,350, da percorrere 21 volte, per km. 259,350. Inizio in pianura, quota 275, poi salita di quasi 3 chilometri, pendenza media del 7,5 per 100, sommita (la Montagnola) al km.5,500, altitudine 495, da II quasi tutta discesa sino at rettilineo d'arrivo.

Luoghi citati: Bogotà, Bolivia, Città Del Messico, Polonia