Senza api in pericolo agricoltura e ambiente

Senza api in pericolo agricoltura e ambiente Allarme mondiale: la siccità, i pesticidi, ma soprattutto la varroa rischiano di sterminare l'utile insetto Senza api in pericolo agricoltura e ambiente Dal Brasile un appello dei maggiori scienziati internazionali In Italia già distrutti500 mila alveari. Sono urgenti aiuti MACERATA. Siccità, pesticidi, la terribile varroa (un vorace parassita delle api) stanno decimando gli alveari in tutto il mondo. E' un'emergenza che, al di là del danno economico per gli apicoltori, investe terreni più ampi, richiama problemi ecologici mondiali, rischiando di compromettere i delicati equilibri ambientali. «Un'emergenza — dice Silvestro Cannamela, segretario generale dell'Organizzazione mondiale degli apicoltori, una specie di Onu dell'apicoltura — dalla quale bisogna uscire al più presto, attuando programmi che limitino l'impatto di questi danni e che tendano alla protezione e alla ricostituzione del patrimonio apistico». Dopo i pesticidi, che da tempo insidiano le api, la varroa, un parassita proveniente dall'Est asiatico, si è diffusa negli allevamenti italiani, distruggendo quasi la metà del nostro patrimonio di api. Il parassita succhia voracemente l'emolinfa delle api e provoca, nel giro di pochi anni, l'estinzione dell'alveare colpito. La Federazione apicoltori italiani calcola che questo acaro abbia causato finora danni diretti all'apicoltura per centinaia di miliardi, e danni indotti all'intera economia agricola per migliaia di miliardi. E da Montelupone (Macerata), in occassione della rassegna «Api-Marche», viene oggi un nuovo grido d'allarme: 500 mi- la alveari, oltre la metà di quelli esistenti in Italia, sono distrutti. Se non si interverrà immediatamente con opportuni piani, con la messa a punto di sistemi di lotta biologica e integrata, con la ricostituzione degli alveari perduti, con misure di indennizzo per gli apicoltori e di incentivazione per conservare questo prezioso patrimonio naturale, anchel'agricoltura subirà danni gravissimi. L'apicoltura rappresenta per l'economia agricola italiana un prezioso patrimonio: nell'88 circa 900 mila alveari (ora ne sono rimasati 400 mila), 85 mila operatori, da 60 mila a 100 mila quintali di miele prodotto ogni anno (anche la produzione sarà dimezzata). Ma al di là dei danni economici diretti, ci sono quelli, per ora incalcolabili ma temibilmente elevatissimi, all'ambiente. Ai ricercatori appaiono sempre più chiari gli intimi collegamenti tra l'operato dell'ape domestica, mansueta e produttiva, allevata ovunque nel mondo, e le sorti dell'intero pianeta. Un miracolo avviene ogni giorno, quando l'ape visita i fiori. Un regalo, che questo piccolo amico dell'uomo, istintivamente, offre alle colture ortofrutticole, a quelle sementiere e alle foraggere, a tutta la flora spontanea; di riflesso, dunque, al bestiame con i suoi prodotti derivati, alla disponibilità di fonti alimentari per la fauna selvatica. Un incantesimo incredibile sul quale, se non si agirà in fretta, sta ora per scoccare la mezzanotte fatale. Le api, come abbiamo visto, hanno pericolosissimi nemici, implacabili nella loro lenta ma continua azione di sterminio. E dunque il problema, come si è detto, non è solo italiano ma mondiale. A testimoniare l'eccezionale congiuntura che, a livello internazionale, si sta profilando nel mondo apistico, giunge ancora l'autorevole voce di Silvestro Cannamela, che ammonisce: «E' talmente grave lo stato dell'apicoltura che a questo problema sono rivolte le attenzioni della comunità scientifica internazionale». Non a caso verrà lanciato il prossimo autunno dal Brasile — patria della tormentata Amazzonia —, in occasione di un congresso internazionale, un altro disperato grido d'allarme, che gli scienziati di tutto il mondo vogliono con urgenza portare all'attenzione di tutti gli abitanti del pianeta: «Salvare l'ape per salvare l'ambiente». Livio Burato VOLO DELLE API ALVEARI MELI TRATTATI CON VELENI5 PRIMA DELLA FIORITURA S^^SSS^PESCHJfH?! .INF|0RE I pesticidi e gli antiparassitari sono responsabili della morte di molte api: queste sorvolano le zone o le piante irrorate e assorbono i gas micidiali. Gli agricoltori, spesso, non sono attenti ai periodi in cui dovrebbero sospendere la distribuzione nei frutteti di prodotti chimici. Da qualche tempo, però, il nemico numero uno è la varroa, un terribile parassita che succhia la linfa delle api e le porta alla morte. In Italia sono già andati distrutti 500 mila alveari

Persone citate: Livio Burato, Silvestro Cannamela

Luoghi citati: Brasile, Italia, Macerata, Marche, Montelupone