Disgelo diplomatico di Marco Tosatti

Disgelo diplomatico Disgelo diplomatico Dopo 40 anni Santa Sede e Varsavia si scambiano gli ambasciatori CITTA' DEL VATICANO. Vaticano e Varsavia hanno nominato i propri ambasciatori, alla vigilia di una data storica: quella dell'invasione della Polonia da parte dei nazisti e dei russi, quasi a voler sigillare, con la ripresa effettiva di pieni rapporti diplomatici, la fine di una lunga parentesi aperta proprio dal secondo conflitto mondiale. Nessuna sorpresa nelle nomine: il nunzio a Varsavia e l'ambasciatore a Roma sono due personaggi noti nella storia, non sempre facile, dei rapporti fra la capitale polacca e la Santa Sede. Mons. Josef Kowalczyk è il rappresentante del Pontefice a Varsavia; Jerzy Kuberski sarà l'ambasciatore polacco presso il «governo» pontificio. Kowalczyk e Kuberski sono due protagonisti degli ultimi dieci anni di dialogo. Kuberski è da anni a capo della metà polacca del gruppo per i contatti di lavoro permanenti fra Santa Sede e Polonia: un lungo giro di parole per nascondere quella che in effetti era una vera e propria quasi-ambasciata. Dopo che le relazioni diplo- matiche fra i due Stati erano state riallacciate, il 17 luglio scorso, aveva ricevuto la nomina di incaricato di affari presso l'ambasciata polacca in Vaticano. Kuberski ha gestito con molta abilità il periodo più difficile, quello seguito al «golpe» di Jaruzelski fino al progressivo allentarsi delle tensioni e al disgelo attuale. Mons. Kowalczyk, nato a Ya- downiki Mokre, vicino a Tarnow nel 1938, ha avuto un ruolo meno evidente della sua controparte laica, ma altrettanto importante. Ha lavorato nella segreteria generale del Smodo dei vescovi, e nel ministero vaticano per i Sacramenti e il culto divino, per entrare poi nei ruoli della segretria di Stato. Dal 1976 ha accompagnato mons. Luigi Poggi, «l'ambascia¬ tore itinerante» del Papa nei Paesi dell'Est, nei viaggi che il nunzio con incarichi speciali compiva in Polonia. L'esperienza acquisita in questo tipo di contatti gli ha permesso di organizzare (dal '78 in poi) la sezione polaca della segreteria di Stato, di cui è attualmente responsabile. Mons. Kowalckyz, a cui è stata assegnata la sede arcivesco¬ vile «titolare» — a cui cioè non corrisponde una realtà geografica esistente — di Eraclea, è stato allievo di Karol Wojtyla all'Università Cattolica di Lublino. In seguito ha tradotto in diverse lingue (oltre al polacco parla l'italiano, il tedesco, il francese e il russo) opere scritte da Wojtyla cardinale. Dopo la sua elezione al soglio di Pietro, mons. Kowalczyk ha accompagnato il Papa in numerosi viaggi apostolici fuori dei confini italiani. Ieri a Castelgandolfo il Papa ha raccontato a 1400 suoi connazionali il contenuto delle telefonata del primo ministro Mazowiecki, appena ottenuta la fiducia dal Parlamento: «Mi ha chiesto espressamente di pregare per lui nel momento in cui ha accettato l'importante carica di presidente del consiglio dei ministri. Preghiamo per tutti, per ciascuno, avviciniamoci l'uno all'altro. Ricordiamoci che a Jasna Gora, Maria continua a ripetere le parole di Cana: fate quello che mio figlio vi dirà». Marco Tosatti