E Bigon si arrangia di Bruno Bernardi

E Bigon si arrangia Napoli ancora delusa, il fuoriclasse argentino non si è presentato alla annunciata conferenza stampa a Buenos Aires E Bigon si arrangia Con Zola, il sosia di Diego «Si combatte», dice Albertino Bigon, alla vigilia del suo debutto in campionato sulla panchina del Napoli. Parla al telefono dal campo Paradiso di Soccavo mentre in città il «giallo Maradona» ha scatenato un mezzo inferno, muovendo censori, moralisti, spaccando i tifosi in due fazioni, quelli che ancora amano il «re» e quelli ormai stanchi dei suoi capricci. E' davvero pesante l'eredità lasciatagli da Ottavio Bianchi, l'allenatore che, dopo aver vinto scudetto, Coppa Italia e Coppa Uefa, con un terzo e due secondi posti in campionato, ha chiesto ed ottenuto il divorzio e gli... alimenti, ritenendo d'aver ormai concluso il suo ciclo, esaltante e tormentato, con il Napoli di Diego Maradona. Bigon ne è consapevole, così come sa quanto sarà difficile gestire un personaggio della dimensione di Maradona, il numero uno nel mondo anche se sulla soglia dei 29 anni. «Sarà un'esperienza interessante, forse unica, ma ciò che mi affascina di più è l'avventura con il Napoli, trovarmi ai vertici del calcio italiano, un'occasione da non buttare al vento». Pensa alla trasferta di Ascoli ma, soprattutto, al suo incontro, ormai imminente, con il fuoriclasse argentino. Ed ha iniziato il conto alla rovescia. Non immaginava, quando accettò l'offerta di Feriamo, di finire in un simile «pasticcio». Sinora dimostra di possedere ner¬ vi saldi. «Un po' ero preparato e resto fiducioso che tutto si risolva per il meglio», sospira. — Come si regolerà con Maradona? «Sono l'ultimo arrivato — replica Bigon —. Maradona è il più importante e cercherò di avvicinarmi alla sua mentalità, nel rispetto delle regole. Dicono sia in partenza da Buenos Aires. Spero sia la volta buona. Poi, una volta che la società avrà preso i suoi provvedimenti e chiarito la situazione, toccherà a me entrare in azione». — Una recente fotografia lo ritrae a pesca sul rio Paranà con due 'dorados' giganteschi tra le mani: Diego è sorridente e non sembra molto ingrassato. Lei come se lo immagina? «Aspetto di conoscerlo sia sotto l'aspetto fisico che come uomo. Ne studierò il carattere. Con la collaborazione del preparatore atletico professor Cerullo, che lo conosce bene, cercherò di portarlo al più presto in condizione. Non useremo metodi particolari». — La squadra è turbata? «In questo periodo ho lavorato molto sul piano psicologico e il gruppo sta rispondendo bene. E' motivo d'orgoglio dimostrare che il Napoli può far bene anche senza Maradona, Careca e Alemao. Quando penso che, fra non molto, potrò disporre di loro, mi si apre il cuore. Chiaro che, per compensare la mancanza dei tre stranieri, la squadra deve dare il 101 per cento. I compagni sanno che debbono rappresentare una solida piattaforma per sostenere i tre stranieri che, per la lunga vacanza come nel caso Maradona o per la superattività dei due brasiliani dovuta alle qualificazioni mondiali, ne avranno bisogno». — Il Napoli «orfano» di Maradona, Careca e Alemao è in grado di partire con il piede giusto? «Con il Monza, sotto l'aspetto tattico, ho visto un Napoli all'altezza: ha saputo costruire gioco e occasioni anche se sono stati necessari i supplementari ed i calci di rigore per qualificarsi in Coppa Italia». — Ascoli è una tappa difficile. Negli ultimi due campionati ha sempre avuto code polemiche. Due anni fa, per il coro «te ne vai o no» diretto a Bianchi negli spogliatoi degli azzurri a fine gara. E nel giugno scorso fu Bianchi, con l'impiego del portiere di riserva Di Fusco come centravanti al posto di Careca, a sollevare un vespaio. Cosa accadrà domani? «In casa sua l'Ascoli è un.osso duro per tutti. Con il Monza i miei ragazzi sono scesi in campo concentrati al massimo. Se si ripeteranno vado nelle Marche tranquillo anche perché rientreranno Renica e Crippa dopo la squalifica, e conto di recuperare Fusi e Corradini leggermente acciaccati. Però non affronterò l'Ascoli con Carnevale e tre mezze punte come con il Monza. In trasferta un po' di prudenza non guasta». Accanto a Carnevale ci sarà Mauro. Bigon dovrà scegliere tra Zola e Neri ma, probabilmente, propenderà per il primo. Gianfranco Zola, nato 23 anni fa a Oliena (Nuoro) e reduce da un campionato in CI con la Torres, è l'uomo nuovo del Napoli. Alto m. 1,67, un centimetro in meno di Maradona, è costato un miliardo e nei movimenti somiglia a Dieguito. Per ora il Napoli, in attesa del vero Maradona, deve accontentarsi del suo piccolo sosia. Bruno Bernardi B|F*t|fp ^JJ Alberto Bigon è fiducioso

Luoghi citati: Buenos Aires, Italia, Marche, Napoli, Nuoro, Oliena