Navicella superstar

Navicella superstar Navicella superstar Milioni di americani le hanno detto addio NEW YORK. - Era l'alba ieri quando le prime immagini di Tritone sono apparse in diretta sugli schermi della tv. E il primo commento degli scienziati del Jet Propulsion Laboratory, esausti ma eccitati alla vista della superficie butterata, è stato: «Sembra una pizza al pomodoro». Non erano i soli a vederla. Milioni di americani hanno fatto un'alzataccia per vedere le straordinarie immagini di Nettuno e dei suoi satelliti, che Voyager stava mandando per la prima volta alla Terra, dodici anni dopo essere partita per questa missione. L'incontro con Nettuno — la navicella è passata a circa 4500 chilometri dal pianeta — ha generato un entusiasmo della popolazione per il programma spaziale che non si avvertiva da tempo. Per molti americani, del resto, Voyager è un vecchio amico, rimasto fedele più a lungo del previsto. Dopo aver mandato stupende immagini di Giove e Saturno, ha proseguito la sua corsa arrivando inaspettatamente fino ad Urano e poi Nettuno. Stanco, debole, acciaccato, Voayager ora si congeda dal pubblico che l'ha seguito in questi anni per continuare l'avventura da solo, nell'immensità dello spazio interstellare. Riuscirà ancora a mandare qualche segnale-radio, ma non ci saranno più immagini. I contatti ormai saranno mantenuti da un piccolo gruppo di scienziati, fino all'ultimo battito della navicella. Poi, in silenzio, proseguirà la sua rotta verso le stelle. «Voyager 2» è stato programmato per viaggiare un altro milione di anni, lungo un sentiero nello spazio che porterà la navicella in vicinanza di 13 stelle. Il primo appuntamento è previsto tra 296 mila anni, quando raggiungerà Sirio. La rete televisiva Cnn ha det¬ to che gli scienziati al Jet Propulsion Laboratory sono «saltati su e giù dalla gioia» quando sono arrivate le prime foto di Nettuno. Ma ora che la navicella si appresta a lasciare il sistema solare, l'euforia di questi giorni si tramuta in un sentimento più malinconico. La missione di Voyager è durata 12 anni e nella maratona televisiva si è celebrato un lungo addio. «E' giunto il momento di congedarsi», ha scritto il «New York Times». «E' un'occasione insieme gaia e triste per le centinaia di scienziati le cui vite e carriere sono state legate in questi anni alle fortune di una coraggiosa navicella che ha macinato miliardi di chilometri». In questi 12 anni, Voyager è passata accanto alla superficie psichedelica di Giove, agli splendidi anelli di Saturno, alle tante lune del bluastro pianeta Urano, fino a raggiungere Net¬ tuno e il fragile anello. Il congedo non riguarda solo la navicella. «Si tratta dell'ultimo "primo incontro" che avremo con un pianeta», ha commentato Lew Alien, direttore del Jet Propulsion Laboratory. In pratica, dicevano alcuni astronomi, la prossima volta che vedremo immagini da un pianeta sarà «come vedere un film per la seconda volta». Ma dovremo aspettare qualche anno per avere nuove fotografie dallo spazio, e anche questo ha contribuito a creare l'atmosfera un po' malinconica di queste ore. Il mese prossimo sarà lanciata nello spazio un'altra navicella, «Galileo». Andrà ad esplorare più dettagliatamente Giove. Ma impiegherà sei anni per raggiungere l'orbita di quel pianeta. Una lunga attesa, per finire poi con «un film già visto». Andrea di Robiiant

Persone citate: Alien

Luoghi citati: Nettuno, New York, Robiiant