Anche Kiev in piazza

Anche Kiev in piazza Dopo il Baltico un nuovo fronte della crisi nazionalistica Anche Kiev in piazza Bandiere e slogan per l'autonomia MOSCA. Anche l'Ucraina, per dimensioni la seconda Repubblica europea dell'Urss, si allea ai Paesi baltici nelle richieste d'indipendenza da Mosca. Mentre la catena umana congiungeva Estonia, Lettonia e Lituania, mercoledì sera i manifestanti sono scesi in piazza anche a Kiev (la capitale dell'Ucraina) e in altre città della regione per denunciare il vergognoso patto di non-aggressione tra Stalin e Hitler. Degli avvenimenti ucraini si è però avuta notizia soltanto ieri. Duemila persone sono sfilate per le vie di Kiev, radunandosi poi in uno stadio. La polizia è intervenuta per strappare dalle mani dei dimostranti le bandiere ucraine e, per vincere la resistenza, ha usato pugni e manganelli, secondo quanto afferma Oles Shevcenko, del gruppo ucraino per la salvaguardia degli accordi di Helsinki. Anatoly Dotsenko, portavoce del gruppo ucraino per Helsinki, ha spiegato che le autorità avevano concesso l'autorizzazione per il raduno nello stadio, ma avevano messo in guardia contro l'esposizione di «simboli nazionalistici». I manifestanti hanno ignorato la proibizione e sono sfilati con le bandiere gridando slogan come «libertà per l'Ucraina». Il vento indipendentista non si era fatto molto sentire fino ad ora in Ucraina, ma Dotsenko annuncia che l'8 settembre si terrà il congresso fondatore del «Movimento popolare ucraino», che si propone di seguire l'esempio dei fronti lituano estone e lettone. La «Pravda», ieri, è tornata a criticare i dirigenti di Sajudis, il fronte popolare lituano, ma anche i responsabili del partito comunista lituani che si dimostrano «incapaci» di gestire la situazione. Secondo il giornale del partito, l'Urss fu praticamente costretta a firmare il patto del 23 agosto 1939, mentre ha ammesso che i «protocolli segreti» annessi al patto furono una «deviazione» dai principi leninisti. Inoltre, il «Patto di amicizia e di frontiera» firmato dall'Urss con la Germania fu un «errore». Comunque, ha ripetuto il giornale, l'incorporazione della Lituania (e di Estonia e Lettonia) nell'Urss non dipese dai patti, ma «da altre cause»: gli accordi persero ogni validità dopo che il 22 giugno 1941 l'esercito di Hitler invase l'Unione Sovietica. [Ansa-Agi-Ap]

Persone citate: Hitler, Shevcenko, Stalin