«Il nostro incubo a Praga»

«Il nostro incubo a Praga» CECOSLOVACCHIA Due italiani arrestati a piazza Venceslao raccontano la detenzione «Il nostro incubo a Praga» Cibo immangiabile e interrogatori brutali SARZANA. Sessanta ore vissute nell'incubo di dover pagare cara persino la loro militanza nel pei. Sono tornati a casa ieri i due sarzanesi fermati lunedì scorso a Praga insieme ad altri sei italiani, con l'accusa di aver partecipato ad una manifestazione non autorizzata in piazza Venceslao; sono stati rilasciati mercoledì. Mimmo Modaffari, 34 anni, tesoriere del pei di Sarzana, e Angelo Matellini, 32 anni, segretario aggiunto della Confederazione nazionale artigianato, giovedì erano in un albergo di Monaco, scossi, ma finalmente contenti di poter raccontare «quelle scene da film tipo "Fuga di mezzanotte"». Il fatto di essere comunisti ha veramente peggiorato la vostra situazione? «Contrariamente a quanto ci aspettavamo sì, ci han tenuti sotto torchio per ore cercando in tutti i modi di farci ammettere che eravamo stati noi a fo¬ mentare i disordini». Avete subito maltrattamenti? «Non fisici, non siamo stati picchiati ma i modi erano comunque brutali, arroganti, avevamo molta paura». In quali condizioni avete vissuto in carcere? «Non so come si viva nelle altre prigioni — dice Matellini ■— ma lì le condizioni sono davvero disumane. Eravamo in otto in una cella, otto brande di ferro in uno spazio di tre metri per quattro, con un solo lavandino che fungeva da latrina e gli scarafaggi che circolavano sul pavimento». Modaffari e Matellini sono usciti dal carcere di Praga con lo stomaco vuoto da tre giorni. «Il cibo — dice Modaffari — ci veniva servito in vecchie ciotole di metallo, un miscuglio di roba che non siamo neanche riusciti a capire da che cosa fosse costituito». Nessuno ha tentato di ribellarsi? «No, c'era molto nervosismo fra noi, ma abbiamo accettato tutto imponendoci una calma fittizia». Dal momento del fermo, alle 21 di lunedì, tutti sono stati interrogati dalla polizia. Ore di attesa estenuante: in carcere sono entrati quando «già faceva giorno». «Una notte insonne con momenti di disperazione, senza sapere che fine avremmo fatto. Nonostante la stanchezza però, era impossibile dormire su quelle brande di ferro». C'è stato un momento in cui avete temuto per la vostra vita? «Per tutto il tempo, l'idea ci ha accompagnati fino alla frontiera cecoslovacca, solo adesso che siamo in Germania cominciamo a tirare respiri di sollievo». Donatella Bartolini

Persone citate: Angelo Matellini, Donatella Bartolini, Matellini, Mimmo Modaffari, Modaffari

Luoghi citati: Cecoslovacchia, Germania, Praga, Sarzana