Ancora radioattivi gli Urali

Ancora radioattivi gli Urali La Pravda fornisce dettagli sull'esplosione nella «città atomica» Ancora radioattivi gli Urali A 32 anni dall'incidente nucleare MOSCA. La «Pravda» ha fornito ieri importanti dettagli sull'esplosione nucleare che lanciò nell'atmosfera una nube radioattiva di otto-nove chilometri di larghezza, carica di oltre due milioni di curie (l'unità di misura della radioattività), il 29 settembre di trentadue anni fa in una città segreta degli Urali centrali dove si costruivano bombe atomiche. L'incidente contaminò 59 mila ettari di terreno intorno alla città che si chiamava Beria, dal nome del capo della polizia segreta di Stalin che venne processato e fucilato nel 1953. La città prese allora il nome di Celiabinsk 40, anche se i suoi abitanti continuarono a chiamarla semplicemente «la città atomica». La causa dell'incidente — secondo la «Pravda» — è da ricercarsi del fatto che le scorie nucleari, accumulate in cisterne di cemento dello spessore di un metro e mezzo, si seccarono per l'evaporazione dell'acqua: il sedimento si fece sempre più spesso fino a trasformarsi in una miscela esplosiva. L'esplosione fu «molto forte» e il 90 per cenro delle sostanze radioattive si sparse per terra mentre il dieci per cento si alzò nell'aria fino all'altezza di un chilometro. Al momento dell'esplosione soffiava un forte vento e la nube radioattiva si spostò rapidamente verso il Nord. Le lingue nucleari radioattive che consistevano al 90 per cento di stronzio, si dispersero fino alle regioni di Celiabinsk, Sverdlovsk e Tiumen. Non c'era nessuno in prossimità delle cisterne quando avvenne l'esplosione e cosi non ci furono morti, ma l'indice di radioattività aumentò enormemente e nonostante ciò un grande stabilimento industriale della zona continuò a lavorare normalmente. Alcuni scienziati che parteciparono all'opera di risa¬ namento descrivono i rischi che hanno dovuto affrontare: «Nessuno si esponeva più del necessario, ma il livello di radiazioni in ognuno di noi era certo più alto del normale», dice uno dei partecipanti. «Il lavoro era duro e pericoloso, ina nessuno ci rimise la vita». Biologi e medici seguirono la scia delle radiazioni informandone la popolazione. Secondo la «Pravda», «mentre l'incidente di Celiabinsk fu dovuto alla mancanza di esperienza, quello di Cernobil fu il frutto di una terribile irresponsabilità e ignoranza». Negli Urali restano ancora oggi tracce di radioattività: «Oggi la nostra principale preoccupazione è di seppellire il lago Karaciai. Richiederà circa tre-quattro anni e costerà 60 milioni di rubli (130 miliardi di lire). Saranno poi necessari da cinque a sette anni per l'eliminazione completa delle conseguenze del disastro». [Agi]

Persone citate: Beria, Stalin

Luoghi citati: Mosca