Uccisi il boss e la nipotina

Uccisi il boss e la nipotina Agguato della camorra a Paestum, la vittima era nell'auto con quattro bambini Uccisi il boss e la nipotina La piccola aveva cinque anni, ferito un cugino PAESTUM. Il boss era nell'auto con quattro nipotini. I killer sono arrivati all'improvviso, senza dargli il tempo di reagire. Una raffica di proiettili. Lui è morto sul colpo, ma hanno continuato a sparare, puntando ai sedili posteriori. Una bambina di cinque anni è stata colpita in fronte, ed è morta poco dopo. Un suo cuginetto, invece, ha avuto un proiettile conficcato nella mascella. Gli altri due bambini sono in ospedale, sotto choc. Carmela Pannone, questo il nome della bambina uccisa, stava aspettando che la zia Enza uscisse dal negozio di articoli da regalo dov'era entrata per comprarle un giocattolo. Era seduta sul sedile posteriore della Uno Turbo dello zio, Giuseppe Pannone, 32 anni, di Afragola, provincia di Napoli, seduto al posto di guida. Con lei i cuginetti: Teresa di tre anni, Carmela di sei e Luigi di cinque. Erano da poco passate le 9,30, e a quell'ora le strade del paese erano piene di gente, per lo più turisti. All'improvviso Carmela ha visto tanto sangue, lo zio Peppino sobbalzare sette-otto volte sul sedile di guida dell'auto e i vetri dei finestrini esplodere in centinaia di frammenti. Poi più niente. La bambina è stata raccolta dal sedile posteriore dell'auto e trasportata alla clinica Malzoni di Agropoli. Ma quand'è arrivata era già morta. In fronte aveva il foro di una pallottola calibro 9.1 killer della camorra a cui i boss avevano ordinato di «giustiziare» lo zio, esponente del clan di Raffaele Cutolo, avevano ucciso anche lei. Né si erano curati dei suoi cuginetti, seduti con lei ad attendere. Luigi, colpito alla mascella da un proiettile, ora è ricoverato in condizioni disperate all'ospedale San Carlo di Potenza. Nel pomeriggio i medici l'hanno sottoposto ad un lungo intervento chirurgico, ma alla fine non hanno sciolto la prognosi. L'agguato in località Licinella di Paestum, non lontano dai templi. Giuseppe Pannone, da poco uscito dal carcere deve aveva scontato sei anni per associazione a delinquere nello scorso ottobre, e ora sottoposto a regime di sorveglianza speciale, era riuscito a ottenere dal magistrato un permesso per trascorrere il mese di agosto in compagnia dei familiari a Paestum. Aveva affittato una villa al Lido Fulgor dall'inizio del mese, e qui ospitava fratelli, sorelle e nipotini. Ieri mattina con la moglie Enza Auriemma voleva fare la spesa per tutti. Si era lasciato convincere dai nipotini che volevano accompagnarlo al supermarket sulla litoranea Paestum-Agropoli. Poi sarebbero andati tutti al mare. Cedendo alle richieste dei nipotini, la signora Enza aveva chiesto al marito di fermarsi vicino al negozio di articoli da regalo e casalinghi per acquistare una paletta di plastica da portare in spiaggia. La donna era appena scesa quando la Fiat Uno è stata affiancata da una Renault 19 con a bordo quattro persone. L'uomo seduto accanto all'autista, giunto all'altezza del finestrino di Pannone, gli ha puntato contro una pistola calibro 9 da guerra e ha aperto il fuoco. La vittima è stata colpita al volto e al collo da una decina di pallottole. Il killer ha continuato a sparare mentre la Renault, trovata poi carbonizzata nell'area di una stazione di servizio in disuso, avanzava a passo d'uomo. Spostandosi in avanti, la Renault ha costretto il killer ad angolare il tiro. Così quando Giuseppe Pannone si è accasciato sul sedile di fianco, sulla traiettoria si sono trovati i piccoli Carmela e Luigi, seduti dalla parte opposta sul sedile posteriore. Per loro non c'è stato scampo. Enza Auriemma ha assistito all'agguato dal negozio, ma ha fatto appena in tempo a vedere la Renault 19 con il commando dei killer fuggire verso Paestum. Per il marito ormai non c'era nulla da fare. Qualcuno le ha dato una mano a soccorrere i bambini. Terrorizzate, Teresa e Carmela, cugina della vittima, sono state portate via. La polizia ritiene che l'uccisione di Giuseppe Pannone sia l'ennesimo episodio della faida di Afragola, dove i clan dei fratelli Moccia e dei fratelli Magliulo si confrontano da anni. Eduardo Scotti

Luoghi citati: Afragola, Agropoli, Licinella, Napoli, Potenza