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Tre ore a Beirut per il Papa Fra mille difficoltà pratiche si tenta di organizzare la missione Tre ore a Beirut per il Papa Ai primi di settembre, tregua permettendo CITTA' DEL VATICANO. Il Papa vuole recarsi a Beirut, e voci sempre più insistenti in Vaticano parlano di un progetto in questo senso, da realizzare a breve scadenza, forse già all'inizio di settembre, se le condizioni internazionali e la situazione della capitale libanese lo consentiranno. Non siamo ancora alla fase operativa di preparazione di una clamorosa visita pastorale alla comunità cristiano-maronita assediata dai siriani e dai loro alleati; ma nell'ambiente dei più stretti collaboratori di Giovanni Paolo II si è iniziato a ipotizzare limiti e caratteristiche del «blitz» libanese. Anche se non sarà possibile portare a termine l'iniziativa, si può dire che il desiderio espresso dal Papa a Ferragosto di recarsi nella comunità maronita di Beirut, minacciata di distruzione, e l'azione diplomatica avviata discretamente in questa direzione costituisco¬ no per ora l'appoggio più forte che il Vaticano poteva dare alla causa cristiana. Il progetto di visita è ancora in embrione, e bisogna premettere che le variabili e i condizionamenti sono così numerosi e importanti da far apparire problematica la sua attuazione. Il Papa dovrebbe trascorrere a Beirut non più di tre-quattro ore, con un programma strettamente religioso, per incontrare la popolazione della città martoriata dai bombardamenti, visitare i feriti, e probabilmente celebrare una messa. Uno schema estremamente semplice, da realizzare nell'arco di una giornata, senza le complicazioni legate alla ricerca di un alloggio sicuro per la notte. La prima condizione che appare necessaria è un cessate-ilfuoco reale e duraturo fra le artiglierie siriane e cristiane. Poi la disponibilità delle potenze regionali a dare via libera: le voci vaticane indicano la Siria più malleabile del previsto, Israele favorevole, l'Iran tentennante. Ma anche qui le incognite sotto esame sono numerose. Ciascuna di queste potenze può dare garanzie solo parziali. In Libano opera una quantità di formazioni armate molto autonome, rispetto ai propri «burattinai» d'oltre frontiera. Il rischio di provocazioni, anche sanguinose, appare alto. L'aeroporto di Beirut è chiuso, le piste sono danneggiate. Se la pista non verrà riaperta in tempo utile, c'è l'ipotesi di far arrivare il Pontefice in aereo a Larnaca (Cipro) e di condurlo in elicottero fino a Beirut. A dispetto di tutte le incognite appare molto forte e decisa in queste ore la volontà del Papa di andare, ad ogni costo, per offrire un gesto di solidarietà alla comunità cristiana. Marco Tosarti
Persone citate: Giovanni Paolo Ii
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