Già fuggiti in 55 mila dalla Germania Est

Già fuggiti in 55 mila dalla Germania Est DUE GERMANIE Entro dicembre saranno il doppio: quasi tutti giovani e laureati, le industrie di Bonn li accolgono a braccia aperte Già fuggiti in 55 mila dalla Germania Est Agente ungherese uccide un tedesco-orientale che supera il confine BONN. Le fughe dalla Germania Est stanno ormai assumendo le caratteristiche dell'esodo. Quest'anno, già più di 55 mila tedeschi orientali sono riparati all'Ovest. Entro la fine dell'anno, secondo il governo di Bonn, toccheranno quota 100 mila, due terzi di quanti fuggirono nel '59. Quest'ondata di rifugiati è considerata come una benedizione: sul mercato del lavoro tedesco federale i confratelli orientali sono accolti a braccia aperte. I nuovi arrivati, infatti, sono una forza lavoro adatta a riempire i vuoti esistenti in settori, come la gastronomia e l'agricoltura, poco amati dai tedeschi federali. Gli artigiani, ha dichiarato il direttore dell'ufficio di collocamento di Giessen, dove sorge un campo profughi, possono continuare a lavorare come se non avessero mai cambiato Paese. Al collocamento a Giessen arrivano ogni giorno tra le 100 e le 200 offerte di assunzione da parte di imprese della Germania Federale. Secondo il presidente dell'Ufficio federale del lavoro, Heinrich Franke, un profugo della Germania Est con una qualificazione adatta può essere collocato sul mercato del lavoro con la stessa facilità di un tedesco federale. Nelle ultime settimane, come ha riportato il «New York Times», i profughi dell'Est sono uleriormente cresciuti. In luglio, 11 mila tedeschi dell'Est sono fuggiti all'Ovest. Il 20 per cento lo ha fatto illegalmente, gli altri avevano ottenuto l'autorizzazione per espatriare. Per legge, la Germania Ovest deve offrire la cittadinanza ai tedeschi orientali, dal momento che non riconosce ufficialmente la divisione delle due Germanie. Solo ieri notte tra i 150 e i 200 tedeschi orientali hanno attraversato clandestinamente la frontiera tra Ungheria e Austria, andando così a raggiungere il migliaio di rifugiati affluiti in Austria nello scorso weekend. Uno di essi è rimasto ucciso dopo una colluttazione con una guardia di frontiera ungherese, mentre tentava di passare il confine con la moglie e il figlio. Nella serata altri 600 rifugiati hanno lasciato Vienna, diretti al campo di raccolta di Muenster. Circa cento tedeschi orientali oltrepassano ogni giorno il confine tra Austria e Ungheria, dove in alcuni tratti la cortina di ferro è stata smantellata. Ma ci sono anche altri modi per fuggire. Per esempio, chiedendo asilo politico. Così, oltre 300 tedeschi orientali occupano le rappresentanze diplomatiche della Germania Ovest a Berlino Est, Budapest e Praga. L'affollamento ha raggiunto livelli insostenibili, al punto che Kohl ha deciso di chiudere la rappresentanza diplomatica a Berlino Est e quella di Budapest. Ieri Kohl e Honecker si sono scambiati dei messaggi sul problema dei profughi che sta avvelenando i rapporti tra le due Germanie. Kohl si è detto pronto ad un vertice «s« ciò può servire a portare durevole sollievo al popolo» e ha ammonito Berlino Est che senza democrazia la gente continuerà a scappare, invitando il governo della Repubblica Democratica ad aprirsi alle riforme, sull'esempio degli altri Paesi comunisti. Il numero crescente di profughi nelle ultime settimane rappresenta il tracollo della fiducia popolare nel sistema socialista. Il legame tra leadership e popolazione si è spezzato forse irrimediabilmente e questo processo avrà conseguenze profonde per il futuro della Repubblica democratica. Il rifiuto della perestrojka da parte di Honecker ha spento nella gran parte della popolazione le speranze per il futuro. «E' un motivo di enorme imbarazzo per Berlino Est — ha detto al «New York Times» Michael Sturmer, direttore della Fondazione Ebenhausen, un istituto indipendente di ricerca —. Per anni il governo della Repubblica Democratica ha preteso che il capitalismo fosse in declino e che la Germania Est fosse superiore all'Occidente per ragioni prima di tutto morali. Ora il popolo sta dimostrando le proprie opinioni in merito, fuggendo». La maggior parte dei profughi hanno tra i 20 e i 40 anni e sono una parte consistente dell'elite intellettuale della Repubblica Democratica. Tra loro ci sono molti medici. «Sono i giovani, la popolazione attiva e quella meglio istruita. La Germania Est non può permettersi di perderli», dice Sturmer. le. st.]

Persone citate: Heinrich Franke, Honecker, Kohl, Michael Sturmer, Sturmer