Il visto di Gorbociov alia rivoluzione polacca
Il visto di Gorbociov alia rivoluzione polacca Spettacolare svolta del Cremlino mentre a Varsavia il premier designato prepara la grande coalizione Il visto di Gorbociov alia rivoluzione polacca Una telefonata da Mosca: i comunisti nel governo di Solidarnosc VARSAVIA DAL NOSTRO INVIATO Quarantacinque minuti di telefonata fra Gorbaciov e il primo segretario del partito comunista polacco Rakowski e d'incanto la crisi varsaviana si sblocca. Il poup di Jaruzelski, che solo ventiquattr'ore fa aveva puntato i piedi suscitando le ire di Solidarnosc, torna sui suoi passi confermando la disponibilità ad entrare nella coalizione governativa del cattolico Tadeusz Mazowiecki. A rivelare lo spettacolare giro di boa è stato il portavoce del partito operaio unificato Jan Bistzyga nel corso della conferenza stampa al termine dei lavori a porte chiuse del Politbjuro. «Il segretario generale del pcus ha espresso piena fiducia che la formazione del nuovo governo polacco servirà gli interessi del Paese ma ha ribadito che senza la partecipazione del poup è impossibile risolvere i problemi polacchi». Subissato dalle domande dei giornalisti Bistzyga non ha saputo, o voluto, aggiungere altro. Da chi è partita l'iniziativa del colloquio telefonico? «Non lo so». Nelle parole del capo del Cremlino si può leggere un messaggio implicito ai walesiani di non tirare troppo la corda? «Questo lo dice lei, io non ricamo speculazioni». Scatta dunque la luce verde sovietica allo storico esperimento polacco? «La perestrojka non ha confi¬ ni». L'assenso moscovita è in ogni caso palese, ed anche autorevole. L'Urss, pur assoggettandosi all'inevitabile svolta polacca, chiede come condizione irrinunciabile il rispetto degli accordi fra l'antico regime e l'opposizione, la presenza cioè dei comunisti nel prossimo esecutivo. La garanzia insomma sul mantenimento della pluridecennale appartenenza militare polacca al Patto di Varsavia ed all'intesa economica del Comecon, in modo da non alterare gli equilibri geopolitici del blocco orientale. Di quale spessore e peso sarà la collaborazione governativa dei comunisti lo stabiliranno le trattative riavviate a vari livello dopo il gelo dei giorni scorsi. Ieri il premier designato aveva avuto un lungo incontro a quattr'occhi con il generale Kiszczak nella triplice veste di premier dimissionario, esponente di punta dell'ala riformista ed artefice dei colloqui di aprile della tavola rotonda. Contemporaneamente si svolgeva «il contatto preliminare di plenipotenziari dei due schieramenti» il deputato Kazinski per Solidarnosc e Lechzek Miller, astro emergente, per il poup. Dalla discussione dell'ufficio politico, ha precisato il portavoce, è emersa pure la mozione di condanna al patto MolotovRibbentrop dell'agosto 39 che sancì in un codicillo segreto la spartizione della Polonia nelle sfere di influenza hitleriana e stalinista. Tuttavia non sono giunte indicazioni sui portafogli che il poup intende vedersi assegnare. Ed è pure caduta la pregiudiziale sui chiarimenti programmatici da parte di Mazowiecki che l'altro ieri avevano assunto 'il significato di un ultimatum. L'esponente cattolico si presenterà stamane al Sejm per ottenere la ratifica scontata del suo mandato, e solo successivamente dirà in quale direzione intende procedere. Il Politbjuro appoggia dunque all'unanimità la risoluzione adottata sabato notte dal 14° Plenum. Sì al governo a patto di ottenere una rappresentanza proporzionale e rispettosa della sua forza politica, sostenuta da due milioni di iscritti, da concordare nei negoziati che dovrebbero concludersi appunto entro la fine del mese. Intanto il partito dei contadini ha notificato la lista dei suoi appetiti ministeriali per bocca del capogruppo parlamentare Alexander Luczak. Essa comprende una delle tre vicepresidenze del Governo, naturalmente l'Agricoltura, gli Esteri, la Protezione Ambientale, l'Educazione, la Giustizia ed il dicastero della Pianificazione Economica. Più ridotte le richieste del partito democratico Sd: uno dei due posti rimasti di vicepremier (il terzo verrebbe assegnato ai comunisti), la Giustizia che già occupava nel go¬ verno precedente di Rakowski, con l'aggiunta del ministero delle Comunicazioni e del Commercio interno. Mazowiecki continua a mantenere il top secret sull'organigramma governativo. Ci si chiede se confermerà il numero di 21 ministeri della compagine uscente, 14 in meno rispetto all'88 quando l'allora capo del governo Messner varò drastiche misure di austerità nella burocrazia pubblica, o se ne inventerà di nuovi. Sul toto-poltrone circolano voci molto discordi, Abbastanza accreditata quella che vedrebbe Bronislaw Geremek, principale consigliere ideologico di Lech Walesa, alla conduzione della politica estera. Da apprezzato studioso germanista, vanta una vasta esperienza internazionale interrotta dall'internamento subito dopo l'introduzione della legge marziale del dicembre 1981, parla correntemente il tedesco ed il francese. Sicura l'abolizione dell'ex Minculpop comunista. «Il ministero delle Informazioni e della Propaganda — spiega un portavoce di Solidarnosc — non serve ormai a nessuno in Polonia». In campo comunista verrebbero confermati l'economista Ireneusz Sekula alla vicepresidenza, il generale Czeslaw Kiszczak agli Interni ed il suo collega in uniforme Florian Siwicki alla Difesa Nazionale. Piero de Garzarolli
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