Arrestati in 400 per la protesta a Praga

Arrestati in 400 per la protesta a Praga Le autorità: «Intervento di ordine pubblico», Vienna: «Violazione dei diritti umani», Mosca tace Arrestati in 400 per la protesta a Praga Otto italiani in carcere, la Farnesina protesta PRAGA NOSTRO SERVIZIO Dal centro di Praga sono scomparsi i pullman carichi di poliziotti che lunedì scorso sono intervenuti per stroncare sul nascere le manifestazioni indette dalla gente comune e dall'opposizione nel ventunesimo anniversario dell'invasione della Cecoslovacchia da parte delle truppe del Patto di Varsavia. Rimane incerta la sorte che le autorità cecoslovacche intendono riservare ad almeno 370 manifestanti arrestati dalla polizia. Tra questi, oltre cinquanta sono cittadini stranieri e tutti, chi più chi meno, sono stati oggetto della brutalità dei reparti antisommossa. Tra i cittadini stranieri arrestati ci sono ungheresi, italiani, polacchi e due cameramen della televisione austriaca. Gli italiani sarebbero otto. L'incaricato d'affari dell'ambasciata d'Italia a Praga, Maurizio Fratini, si è recato ieri al ministero degli Esteri cecoslovacco per consegnare al capo del dipartimento consolare una protesta formale per il trattamento riservato a due italiani che seguivano la manifestazione per ragioni di lavoro. Si tratta del fotoreporter del «Tg 3» Franco Romeo, percosso dalla polizia, e dell'operatore Franco Trifoni, al seguito della troupe dell'inviato del «Tg 2» Mariano Squillante. Il capo del dipartimento consolare si è limitato a replicare che «verificherà con le autorità competenti come si sono svolti i fatti». Ed ha poi precisato che il diritto di cronaca dei giornalisti stranieri «può essere circoscritto per ragioni di ordine pubblico». Anche l'incaricato d'affari cecoslovacco a Roma è stato convocato alla Farnesina dove gli è stata espressa «la più ferma protesta» per i fatti di lunedì e per il fermo ingiustificato di alcuni connazionali di cui è stato chiesto l'immediato rilascio. Il procuratore distrettuale di Praga si è riservato di prendere una decisione questa mattina. Molto probabilmente verranno rilasciati. Nel denunciare l'operato delle forze dell'ordine cecoslovacche, il ministro degli Esteri austriaco Alois Moch ha parlato di «aggressione» ed ha sostenuto che l'arresto dei due cameramen austriaci costituisce una violazione degli accordi di Helsinki in materia di diritti umani. Per il console ungherese a Praga, Lahos Taba, i cittadini magiari attualmente in stato di arresto sono nove. Lunedì, migliaia di poliziotti in divisa e in borghese si erano scagliati contro circa quattromila persone riunitesi a piazza Venceslao e nelle strade vicine, bastonando indiscriminatamente chiunque fosse a portata di manganelli, pugni e calci e fermando numerose persone. La polizia si è mossa contro i dimostranti dopo che un rappresentante del gruppo di opposizione ungherese «Fidesz» ha dispiegato uno striscione in cui si chiedevano riforme e libertà. Gravi scontri sono avvenuti nelle vie laterali alla piazza nella serata. In via Jindrisska, un gruppo di dimostranti è stato disperso con violenza dalla polizia che ha compiuto decine di arresti e malmenato i fermati. Altri episodi si sono svolti sulle vie in direzione del palazzo del governo e del teatro nazionale vicino alla Moldava. La polizia si sarebbe abbandonata a episodi di repressione anche all'interno del pullman dove venivano caricati i fermati. Con ogni probabilità il numero dei contusi dovrebbe essere alto, come hanno testimoniato anebe i membri della segreteria del partito radicale Emma Bonino, Maria Teresa di Lascia e Roberto Cicciomessere, presenti alla manifestazione, e che ieri hanno lasciato Praga. Emma Bonino ha però precisato di non aver udito colpi d'arma da fuoco. Gli osservatori rilevano che, nonostante le minacce di repressioni delle autorità, l'intervento della polizia non può essere paragonato a quello dello scorso anno per il ventesimo anniversario e tanto meno a quello del gennaio scorso per l'anniversario della morte di Jan Palach, quando le repressioni si susseguirono per quasi una settimana. In entrambe le precedenti dimostrazioni le forze dell'ordine avevano fatto uso di idranti, cani, gas lacri mogeni e autoblindo, ciò che in vece non è avvenuto questa volta. Solidarnosc, il cui primo ministro sarà insediato oggi dal Parlamento polacco, ha denunciato la violazione dei diritti umani in Cecoslovacchia, mentre la stampa sovietica ha rotto il silenzio soltanto nel pomeriggio di ieri citando l'agenzia cecoslovacca «Ctk» e dando la versione ufficiale. Nicolae Ceausescu, leader comunista della Romania, ha lodato la fermezza cecoslovacca. [e. st.] Un membro dell'unione ungherese dei giovani democratici (Fidesz) chiede libertà in piazza Venceslao