Cercando l'effetto Tomba
Cercando l'effetto Tomba CICLISMO I successi nel mondiale di Lione base per un rilancio della pista Cercando l'effetto Tomba 77 bolognese Golinelli: «Vogliamo più soldi» LIONE. I «mondiali» su pista si sono conclusi con un imprevisto successo italiano. Otto medaglie, quasi come ai bei tempi di Maspes, Beghetto, Bianchetto e Faggin ('68, 9 allori), il primo posto nel medagliere. Incredibile. Peccato il ko nelle specialità in cui eravamo soliti affermarci, come l'inseguimento: non un professionista era presente e i due dilettanti sono usciti dalle qualificazioni con tempi pessimi. Meno male che, dopo il 1985 (ultima medaglia d'oro), è emerso il quartetto. Ma non illudiamoci: se non si convinceranno i corridori a dedicarsi ancora alla pista, con maggiore assiduità; se non verranno organizzate riunioni ghiotte anche con i campioni per far tornare la gente nei velodromi; se non verrà preparato un piano concreto i risultati di Lione resteranno isolati. Il fatto che un campione del mondo, nel mezzofondo, Reno- sto, sia disoccupato, e che il bicampione Golinelli abbia gareggiato fino all'anno scorso a «cachet» è sintomatico. La Federazione italiana sta studiando un rilancio: ma dovrà trovare fondi adeguati, poiché non bastano quelli del Coni, cui interessano soprattutto le medaglie olimpiche (l'Italia ha vinto le ultime nei Giochi ni 1968). Claudio Golinelli, «il Tomba del ciclismo», come lo chiamano adesso in Francia anche perché è pure lui bolognese, potrà operare sul ciclismo pistaiolo lo stesso effetto positivo che ha ottenuto il suo concittadino? «Sarà difficile — risponde — tuttavia credo che la doppietta abbia fatto effetto. Soprattutto perché non si vinceva da 21 anni nella velocità. Ma come si fa a parlare di rilancio della pista quando siamo soltanto due professionisti, io e Ceci? E' vero che ora si fanno le riunioni open, ma è necessario aumentare il parco degli sprinters nella maggiore categoria. Quelli che arrivano devono essere pagati come gli stradisti». Golinelli non sa ancora se andrà in Giappone o più probabilmente in Australia perché il periodo, dicembre, è più favorevole. Gli consentirà di allinearsi alle corse su strada della primavera fino al Giro d'Italia. Golinelli vuol ripetere, anche nei particolari tecnici come la ruota lenticolare posteriore, una novità da lui lanciata nello sprint, la stessa preparazione che gli ha permesso di arrivare al vertice mondiale. Claudio è ripartito per Bologna dove gli preparano feste. «Ho soltanto una grande voglia di riabbracciare il mio Alessandro che ha 4 anni. Quest'anno è venuta a seguirmi soltanto mia moglie: il prossimo, in Giappone, vorrei tutta la famiglia». Carlo Valeri
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