Caccia al frate miliardario

Caccia al frate miliardario L'Interpol sulle tracce dell'autore del furto in chiesa nel Trevigiano Caccia al frate miliardario «Vende in Austria il tesoro della Madonna» TREVISO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il falso frate, che sarebbe fuggito con il tesoro della Madonna dei Miracoli di Motta di Livenza — un miliardo in gioielli —, sta bussando alle porte dei conventi della Carinzia cercando ospitalità. La sera del 18 agosto ha suonato il campanello di una chiesa alle porte di Villach. Alla donna che gli ha aperto ha detto in buon tedesco: «Sono un frate in pellegrinaggio. Potete offrirmi la cena e un letto?». Ma Giorgio Bocchini, che tante persone è riuscito a convincere nella lunga vita di impostore, con la perpetua austriaca non ce l'ha fatta. La donna gli ha chiesto il passaporto, che Bocchini non aveva, e non se l'è sentita di aprire. Messa in allarme dagli investigatori italiani, la polizia austriaca sta passando al setaccio chiese e monasteri, diffonden¬ do la foto dell'ex novizio, e dopo quella giunta da Villach attende altre segnalazioni. Giorgio Bocchini, dopo aver abbandonato Motta, è partito da Pordenone la sera di Ferragosto, con un treno per Vienna. Aveva due grandi valigie, nelle quali probabilmente era stipato il tesoro trafugato dalla basilica, tutti ex voto. Non è escluso che, giunto nella capitale, si sia disfatto dell'ingombrante bottino. La polizia sta scandagliando il mondo degli antiquari. Di sicuro, la necessità di procurarsi denaro deve averlo indotto a vendere qualcosa. Il bisogno di soldi gli aveva fatto fare il primo passo falso alla stazione di Pordenone, quando ha ceduto per poche lire catenine e qualche anello ad una zingara. Ma il suo peregrinare potrebbe fermarsi prima del previsto. La magistratura trevigiana ha già spiccato un ordine di arresto con l'accusa di furto aggra¬ vato che è già stato trasmesso all'Interpol. Se davvero Bocchini ha trafugato il tesoro della Madonna, il furto sarebbe il colpo più grosso messo a segno nella sua carriera di impostore. Baffi, barba, occhiali a mezze lenti, un volto severo ma affabile, Giorgio Bocchini è riuscito a insegnare per 4 anni storia e letteratura italiana all'istituto Aleardi di Verona, una delle scuole private più esclusive della città, senza avere alcun titolo. Poi un lungo periodo di silenzio, ravvivato da una trovata clamorosa: viveva in Germania spacciandosi per vescovo. Fu arrestato per usurpazione di titolo e rimpatriato. Ma la vocazione c'era. Rientrato, fu accolto nella comunità dei frati minori del cimitero monumentale di Verona. Poi il breve ma redditizio soggiorno come postulante nel convento di Motta. Maria Grazia Raffele

Persone citate: Baffi, Bocchini, Giorgio Bocchini, Maria Grazia, Motta

Luoghi citati: Austria, Germania, Motta Di Livenza, Pordenone, Treviso, Verona, Vienna