Domenica a Tokyo, le sei ore maledette del rock di Fernando Mezzetti

Domenica a Tokyo, le sei ore maledette del rock Punk e metallari al parco Yoyogi, la trasgressione settimanale di una città ossessionata dall'ordine e dall'armonia Domenica a Tokyo, le sei ore maledette del rock Ma quando tace la musica, dalle borse escono camicie bianche e gonne blu TOKYO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Poco dopo mezzogiorno, sui due lati del grande viale si allineano decine di complessi rock, perfettamente equipaggiati con generatori elettrici e mega altoparlanti. E' tutto un accordar strumenti, provar microfoni e batterie, tra la folla che continua ad aumentare. Qualche minuto prima delle 13 due vigili chiudono al traffico il viale, e alle 13 in punto un'esplosione di hard-rock si rovescia sulla folla. Siamo nel parco di Yoyogi a Harajuku, nel centro della città. Qui si consuma ogni domenica dalle 13 alle 18 il rito organizzato della finta trasgressione di massa nella so cietà del conformismo e della occulta repressione psicologi ca. Metallari, fricchettoni, roc chettari, gay, transessuali, pos sono sfogarsi. Su un chilometro di strada per cinque ore si ha l'impressione di trovarsi in un'altra città. Non la Tokyo pulitissima, senza una cicca per terra, ordinata, formale, con gente elegante e compita che incontrando conoscenti perde dieci minuti in inchini, quasi senza mai decidere a chi tocca smettere per primo. Ma una Tokyo giovanile scatenata, mascherata, travestita, trasformata. Non solo quelli dei complessi, nei rituali giubbetti e Pantaloni neri e violenti trucchi femminei al viso, i capelli tinti e acconciati nel modo più strano; ma gli spettatori in primo luogo, anch'essi protagonisti. Davanti a ogni complesso r?™?"? a *fto volurae « lanciano nel rock, solitari eserissi- Srr7S * Soprattutto adolescenti. La strada è pistaepalcoscenicrT Sono migliaia, e sembrano usciti da un altro mo3?So° lescenti travestite, coV calze nere a rete o giarrettiera ben visibile sotto la simbolica minigonna, ma il viso fresco e l'aria timida malgrado il pesante trucco; altre mascherate da damine settecentesche, da odalische, e altre ancora con magliette dai messaggi sfrontati. Molte coi capelli rosa o viola, grazie a tinture vaporizzate che vanno via col primo shampoo. Regno della scostumatezza, se non dissolutezza, questo chilometro di viale che attraversa il parco? Ma no. Malgrado i messaggi, appaiono tutti più inibiti che mai; nessuna benché minima effusione tra le migliaia di giovani. Nessuno coricato sull'erba lungo il viale. Al più, seduti sullo spartitraffico. Neanche l'ombra di spinelli o sniffate. Son tutti lì, le ragazze con le ragazze, i ragazzi coi ragazzi, a ballare o guardar ballare, spostandosi ogni tanto da un complesso all'altro, cioè di pochi metri. Cantanti e strumen¬ tisti vanno avanti imperterriti, come estraniati, raramente scambiando parola con quelli che li attorniano. La scostumatezza è nell'assenza di inchini, nelle montagne di lattine vuote, bicchieri e contenitori di plastica ovunque, come se si fosse chissà dove invece che a Tokyo, dove c'è gente che va in giro col portacenere tascabile per non buttar la cenere in terra fumando per strada. Da dove spuntano, in una città in cui durante la settimana non se ne vedono da nessuna parte, questi ragazzi cosi bizzarramente vestiti, dai capelli tinti o arricciati? Chi sono? Ma sono gli stessi che per andare a scuola domattina, lavati i capelli e rifatte le pettinature, si rimetteranno in uniforme, da ottocenteschi orfanelli i maschi, gonna blu e camicetta bianca le femmine; e già tra poco, andandosene, molti si fer¬ meranno nelle toilettes del me^rò a cambiarsi, rimettendo si gli abiti normali portati nella borsa. I più grandi torneranno nella divisa delle formichine che fanno potente il Giappone, abito blu e camicia bianca. Poco prima delle sei comin ciano a spegnersi le bordate di rock e arriva a quest'ora la più alta testimonianza del consenso sociale nipponico. Agli im bocchi del viale appare una vet tura della polizia con due soli agenti, due donne che con l'altoparlante avvertono che bisogna smettere e scandiscono i secondi. Al tocco, i colpi di chiusura delle batterie, e la gente sfolla mentre la polizia apre il traffico seguita da net turbini che in un lampo ripulì scono tutto. La trasgressione è per oggi finita. A domenica prossima, dall'una alle sei del pomeriggio. Fernando Mezzetti

Persone citate: Punk

Luoghi citati: Giappone, Tokyo