Primo siluro per Mozowiecki

Primo siluro per Mozowiecki Ma il nuovo premier rifiuta qualsiasi trattativa prima del voto di fiducia Primo siluro per Mozowiecki 7/ partito alza il prezzo della collaborazione VARSAVIA DAL NOSTRO INVIATO Il partito comunista polacco che alza improvvisamente il prezzo della collaborazione governativa con Solidarnosc avanzando l'ultimatum: dateci una consistente presenza ministeriale «altrimenti non se ne fa nulla». Lech Walesa che si arrabbia e replica secco: «Se chiedete troppo rischiate di perdere tutto». Sono i due estremi dell'ennesima, convulsa giornata politica polacca, vissuta in un'altalena di emozioni e stemperata soltanto in serata dalle distensive dichiarazioni del premier designato Tadeusz Mazowiecki. «Proseguirò sulla mia strada — ha detto — in quanto è l'unica percorribile», ossia presentarsi domani in Parlamento per ottenere la fiducia e intavolare subito le trattative per il governo. Ad aprire le ostilità era stato il documento del Plenum del Comitato centrale del poup rilasciato al termine di una seduta a porte chiuse. Secondo alcune indiscrezioni, il dibattito sarebbe stato tempestoso riflettendo lo scontro a viso aperto fra riformisti favorevoli — in mancanza di alternative valide — ad offrire l'alleanza di principio a Solidarnosc, pur di non finire confinati all'opposizione, e la vecchia guardia conservatrice ostile a qualsiasi compromesso. E infatti la risoluzione bilan¬ cia con il misurino le due posizioni contrastanti. Come la puntualizzazione che «entrare in rotta di collisione con il partito comunista non serve agli interessi del Paese», attenuata poche righe più sotto dall'apprezzamento del Ce «verso la disponibilità di Solidarnosc ad accettare la corresponsabilità della soluzione dei problemi nazionali tramite un approccio costruttivo che crea nuove possibilità qualitative e spazi al sostegno sociale che consentiranno di sopportare gli enormi ed inevitabili costi delle riforme». Ma è soprattutto nei confronti degli ex supporter, i contadini e il partito democratico passati armi e bagagli nel campo di Solidarnosc, che il Plenum ha tuonato con livore. «Il Ce dichiara che i gruppi parlamentari dello Zsd e dell'Sd, accettando di entrare in coalizione con Solidarnosc senza la partecipazione dei comunisti, hanno infranto l'accordo sulla distribuzione delle forze politiche presenti alla Dieta», in quanto la divisione dei mandati, concordata negli accordi di aprile della Tavola Rotonda, prevedeva vita lunga all'alleanza e non la sua dipendenza «da giochi politici estranei alla natura dell'intesa». A questo punto la condanna. I due amici di un tempo, «assumeranno dinanzi alla storia la responsabilità del fiasco precludendo di fatto al Paese la possibilità della transizione pa¬ cifica in un'era nuova di stabilità economica e politica». Infine la proposta del governo della grande coalizione, sulla falsariga del progetto avanzato dal presidente Jaruzelski e dal primo ministro dimissionario Kiszczak, «che non dev'essere rimpiazzato da patti creati per scopi immediati». Cosa vuole allora il poup? Benché sconfitto alle elezioni di giugno e già battuto in Parlamento quando aveva tentato di assumere l'antico monopolio dell'esecutivo di governo, non si dà per sconfitto e non intende accettare posizioni subalterne nel gabinetto guidato da Solidarnosc. «La rappresentanza del poup nel nuovo governo deve rispecchiare il suo potenziale politico e statale». In pratica il quadripartito in cui i comunisti non si accontenterebbero della direzione scontata degli Interni e della Difesa, che il plenum rivendica «perché la Polonia deve restare l'anello di congiunzione economica e militare con il Comecon ed il Patto di Varsavia», sollecitando però ulteriori incarichi di prestigio, gli Esteri, a quanto pare, e forse le Finanze. Dura la replica del premio Nobel da Danzica, condita con parole di fuoco: «Le forze politiche non possono essere credibili se si abbandonano a minacce ed intimidazioni. I comunisti devono abbandonare questa tattica, c'è posto per loro nel governo purché accettino il pluralismo. Se vogliono le pol¬ trone con la forza noi non le daremo. Non siamo contro il partito ma contro il suo monopolio e contro la sua stupidità. Esso deve mettersi al passo con i tempi. Se giocano a fare i pazzi perderanno tutto. Debbono cambiare sistema e modo di pensare». Walesa è invitato ufficialmente dalla Thatcher a Londra e, secondo indiscrezioni, sarebbe atteso a Mosca per un colloquio con Gorbaciov. Nel ping-pong a distanza è intervenuto infine il futuro premier Mazowiecki gettando acqua sul fuoco della polemica. Ha ribadito quanto affermato nei giorni scorsi, e cioè che il suo governo «rimane aperto a tutte le forze politiche presenti al Sejm senza preclusioni di sorta». Ma attenzione: nessuna concessione a negoziare la spartizione dei ministeri prima del voto di fiducia, in pratica il rigetto dell'ultimatum comunista perché «la risoluzione del plenum non influirà sul corso degli eventi, gli atteggiamenti aggressivi non si addicono alla causa comune». Sul fronte sociale le cose vanno male. Anche ieri nessuno sblocco nello sciopero in corso in tre miniere del distretto di Katowice e presso la centrale termica di Tarnowskie Gory, dove le maestranze hanno sollecitato il raddoppio dei salari. Altre agitazioni sono state annunciate in diverse province. Piero de Garzarolli

Persone citate: Gorbaciov, Jaruzelski, Kiszczak, Lech Walesa, Mazowiecki, Piero De Garzarolli, Tadeusz Mazowiecki, Thatcher, Walesa

Luoghi citati: Danzica, Katowice, Londra, Mosca, Polonia, Varsavia