ARRIVA L'UFO SEXY di Ruggero Bianchi

ARRIVA L'UFO SEXY ARRIVA L'UFO SEXY Robot e alieni, le nuove frontiere della fantascienza ANTASCIENZA in fiieno e aggressivo riancio, con non mascherate aspirazioni al recupero di una propria ed esclusiva classicità e un prorompente ritorno dei grandi maestri. Dopo quasi un decennio di crisi e di sostanziale decadenza, durante il quale tra i giovani autori non si riuscivano a rintracciare molti nomi che potessero a buon diritto subentrare agli Asimov e ai Clarice, ai Bradbury e ai Lem, la SF sembra vivere oggi una vigorosa seconda giovinezza. Si ha, forse per la prima volta, l'impressione concreta che essa possa finalmente uscire da quella sorta di ghetto di consumo basso nel quale era stata finora confinata, da quella cerchia di «periodici da edicola» che la equiparavano di fatto ai gialli commerciali e ai romanzi rosa. Gioca naturalmente, in questo drastico ribaltamento di prospettive, una più consapevole politica editoriale. I «padri fondatori» di questo genere, un tempo oggetto di culto quasi esclusivamente da parte degli appassionati di fanzines, sono oggi lanciati o rilanciati sul mercato come i Wilbur Smith o gli Harold Robbins e inseriti nei meccanismi dei bestsellers: presentati come romanzi tout court in edizione rilegata, prima di essere popolarizzati in paperbacks. Basti pensare alla campagna della Mondadori, che ripropone, con intelligente slogan pubblicitario, «i migliori scrittori dell'universo» e offre in omaggio i 25 racconti che hanno fatto Urania a chi acquista due titoli del suo catalogo di fantascienza. Un catalogo che elenca tra le sue pubblicazioni più recenti Malia del fuoco di Jack Williamson, l'autore di 72 figlio della notte ih. 20.000) /I gatto che attraversa i muri di Robert Heinlein IL. 22.000), Il pianeta del silenzio di Stanislaw Lem, l'autore di Solaris, (L. 22.000). E' da poco uscito un nuovo Asimov; dopo Destinazione cervello (L. 24.000), Fondazione e Terra ih. 24.000) e I robot e l'impero (L. 24.000) ecco il Preludio alle fondazioni (pp. 403, L. 25.000); un romanzo che, secondo le indicazioni del suo prolifico autore, si colloca tra Paria dei cieli (1950) e Cronache della Galassia (1951). Narra la giovinezza di Hari Seldon e la scoperta della «psicostoriografia» (abbreviata nella traduzione italiana, forse con maggior aderenza al testo ma certo con minor suggestività, in «psicostoria»). Preludio, alle fondazioni non è cello un capolavoro e non raggiunge i livelli dei primi tre volumi dell'ormai classica trilogia di Asimov. L'intreccio è fin troppo diluito e qua e la speziato, come da un pò di tempo avviene nelle ultime fatiche dello scrittore russo-americano, da rapidi spunti erotici accortamente dosati per compiacere anche il lettore non specializzato. Va comunque segnalata la grande (e astuta) abilità di Asimov, ormai lanciato a tutto spiano sulla strada dell'unificazione dei suoi cicli (quello delle Fondazioni, quello dei Robot e quello dell'Impero dei «Solari») in un grande affresco galattico mirante a competere, nel proprio campo, con le saghe di Dune di Frank Herbert e addirittura del Signore degli anelli di Tolkien. Il romanzo umanizza fin troppo la figura mitica di Seidon, finora nota agli appassionati soltanto in ologrammi destinati ad apparire nei momenti di crisi, ma già introduce con estrema furbizia il personaggio di Daneel Oliwaw, il super-robot, consentendo all'autore di precisare fin d'ora che nel suo ciclo unificato ci sarà spazio per nuovi lavori tra I robot e l'impero e Le correnti dello spazio e tra Preludio alla Fondazione e Cronache della Galassia; per non considerare possibili seguiti a Fondazione e Terra. A Mondadori (che per l'estate lancia anche Fantastiche Vacanze: 33 viaggi alieni proposti dai migliori autori di SF, pp. 483, L. 24.000: una tipica antologia estiva sul modello di quelle, collaudatissime, inventate da Frutterò e Lucentini) risponde Rizzoli con Culla (pp. 362, L. 28.000), firmato da Arthur Clarke, l'autore di 2001 Odissea nello spazio, in collaborazione con Gentry Lee. Nemmeno Culla è, in se stessa, un'opera di eccezionale rilievo. Troppo sesso, troppi intrighi, troppe divagazioni. Concepito probabilmente come racconto lungo, è stato eccessivamente diluito. Ma l'idea centrale di una civiltà galattica incomprensibile all'uomo e dedita a forme altissime di bioingegneria che progetta l'inseminazione razionale dell'universo intero, si colloca sulla linea di scritti quali il racconto La sentinella, primo nucleo di 2001, o di Incontro con Rama. Chissà che anche a Clarke non venga in mente di unificare tutta la sua produzione in un immenso ciclo: in fondo, ha solo settant'anni, tre più di Asimov. Il rilancio (a livello sia di autori sia di temi) della «vecchi?» fantascienza di matrice campbelliana, attratta dalle stelle più che dallo «spazio intero» (per usare l'espressione canonica di Ballard) del nostro tormentato pianeta risulta evidente da una rapida rassegna dei titoli più recenti. La Nord ripubblica in unico volume la saga di John Gordon, l'eroe proiettato in un futuro di conflitti galattici da Edmund Hamilton U sovrani delle stelle, pp. 540, L. 15.000); riproponendo al contempo i viaggi stellari di Starman Jones cu Robert Heinlein (pp. 317, L. 12.000) Mondadori raccoglie nei «Massimi» Quellen, guarda il passato!, La città-labirinto e L'uomo stocastico di Robert Silverberg (pp. 388, L. 24.000). Ancora la Nord, nella collana «Cosmo argento», propone Greg Bear (un giovane californiano nato nel 1951 e affermatosi con Ebn) con Sfida all'eternità (pp. 412, L. 12.000), dove si progetta addirittura la creazione di un intero universo. Non mancano nemmeno le macchine del tempo alla Wells. Wilson Tucker, in L'anno del sole quieto (Nord, pp. 245, L. 12.000) immagina una drammatica esplorazione del futuro degli Stati Uniti, reso possibile da un «veicolo per la dislocazione nel tempo». Un tema in rapporto al quale si registra anche un altro attesissimo ritorno, sia • e, come sempre, in chiave sai personalizzata. Rizzoli presenta un nuovo volume di racconti di Ray Bradbury — affascinante autore di Farehneit 451. Cronache Marziane, L'uomo illustrato — dal titolo Viag ■ giatore nel tempo (pp. 295, L. 18.000). E, accanto al ritomo di Bradbury, ecco quello di J. G. Ballard con Hello America (Mondadori, pp. 256, L. 18.000): un romanzo ambientato nella New York del 2030, una metropoli misteriosa che si presenta come città fantasma ma anche come incomprensibile mondo di luce e di fuoco. A segnalare questo vistoso rilancio a tutto campo della fantascienza concorrono pure editori minori o non specializzati. Tipico, ad esempio, il caso della Tartaruga, che nella collana della «Tartaruga Blu» ha pubblicato in rapida successione La noia di Priamo di Lisa Morpurgo. Diario di un'astronauta della scozzese Naomi Mitchison. Il richiamo di Judith Merrill, una newyorkese trasferitasi in Canada che sotto lo pseudonimo di Cyril Judd ha collaborato addirittura con C. M. Kornbluth (pp. 138, L. 16.000), e II mondo non è nostro della parmigiana Daniela Piegai (pp. 155, L. 18.000): una SF diversa, tutta scaturente da imprevidibili immaginari femminili. La mappa della fantascienza più recente non risulta tuttavia completa, se non segnala altre due interessanti direzioni di ricerca: la riscoperta di una tradizione utopica e distopica che anticipa variamente i suoi sviluppi più recenti e un improvviso ritorno di fervore critico che ne conferma l'aspirazione alla classicità e l'esigenza di istituzionalizzazione. Ecco allora un editore come Lucarini (già segnalatosi per la pubblicazione di La guerra della salamandre di Karel Capek, l'autore di R.U.R., (pp. 296, L. 25.000) stampare, a cura di Carlo Pagetti, Possono accadere queste cose? di Ambrose G. Bici ce, creatore del Dizionario del Diavolo (pp. 202, L. 23.000). Ecco Theoria uscire con L'orrore soprannaturale in letteratura di H.P. Lovecraft (pp. 204. L. 8.000) e la Nord consolidare con nuovi titoli le due collane che costituiscono il suo fiore all'occhiello: la «collana di testi utopici e di fantascienza» (E.M. Forster, La macchina si ferma e L'omnibus celeste; Rudyard Kipling, Nel mondo di ABC; William Morris, La terra cava, ecc.) e «saggi di fantascienza» {Philip K. Dick, Il sogno dei simulacri, pp. 214-XXIV, L. 15.000). Proprio in quest'ultima serie, diretta come l'altra dallo specialista Carlo Pagetti, è uscito in questi giorni il primo ma nuale di creative writing fantascientifico: Come scrivere SF di Cristopher Evans (pp. 176, L. 12.000). Chi è stanco di leggere le invenzioni altrui, insomma, può rimboccarsi le maniche e darsi da fare: anche questo può essere un modo divertente di trascorrere le vacanze. E, se non dovesse funzionare, ci si può sempre rifugiare nell'immaginario puro, acquistando La conquista dello scettro, il primo volume della trilogia fantasy di Stephen R. Donaldson, imperniato sulla figura di Thomas Covenant l'Incredulo (Mondadori, pp. 402, L. 22.000): una saga, secondo la casa editrice, destinata a mettere in ombre persino i grandi cicli di Tolkien. Ruggero Bianchi

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