Alt a Palazzo Madama

Alt a Palazzo Madama Braccio di ferro tra Comune e Stato, restauro fermo Alt a Palazzo Madama Porcellana: «Quanta pazienza!» Palazzo Madama, chiuso per restauri, sta vivendo in questi mesi un paradossale capitolo della sua storia. Dopo pochi mesi dall'avvio dei lavori di ristrutturazione dell'edificio e di restauro del «Museo civico dell'arte antica» il cantiere è stato fermato dalla burocrazia. L'assessore ai Lavori Pubblici, Giovanni Porcellana, seccato, ha deciso di raccontare. Dice Porcellana: «Palazzo Madama è del Demanio e noi l'abbiamo in "comodato", come dire che la città lo usa senza pagare nulla. Da tempo volevamo ristrutturarlo per arrestare il degrado, ma l'operazione non era possibile per un sem ■ plicissimo motivo: il Comune, per legge, non può eseguire lavori su edifici non suoi. Data l'indisponibilità del Demanio a tirare fuori il denaro ho inventato una soluzione che avrebbe risolto tutto: i lavori sarebbero stati finanziati da uno sponsor e il presidente della Cassa di Risparmio di Torino, Enrico Filippi, non appena interpellato si è detto d'accordo. Per cui trovati i soldi, nell'87, sono stati "saggiati" i muri ed i fossati; poi è stato steso il progetto per avviare la costruzione della nuova "centrale tecnologica", che comprende anche quella termica, fuori dal palazzo, proprio nel fossato tra il castello e il monumento ai caduti». Prosegue: «Detto questo arrivo al punto, ovvero alla "guerra" che ormai da mesi sono stato costretto a condurre con gli uffici della Soprintendenza archeologica. La soprintendente, dottoressa Liliana Mercando, quando furono eseguiti i sondaggi preliminari nel fossato ha voluto ette suoi uomini controllassero tutto. Benissimo. ma non fu trovato niente; l'area, d'altronde, è già stata esplorata un sacco di volte nel passato. Bene, la Cassa di Risparmio mette a disposizione i primi tre miliardi ai finanziamenti, gli architetti preparano i progetti, la Soprintendenza li riceve e, per iscritto, dà il suo parere favorevole. Allora i lavori partono, la scorsa primavera, proprio in tempo per veder arrivare un'altra lettera della Mercando. C'è il colpo di scena. Anche i nuovi lavori vanno seguiti dalla Sovrintendenza, con una squadra di archeologi. La spesa, 150 milioni, la dobbiamo pagare noi. Una cosa pazzesca, tutto si blocca. Almeno ci avessero avvertito prima, forse la Crt avrebbe fatto buon viso e contribuito. Dove trovare i soldi? Siamo rimasti fermi cinque mesi. Finalmente, dopo uno scambio di corrispondenza, è arrivata una nuova comunicazione della Mercando: abbiamo trovato parte dei soldi, potete iniziare. Quando? Pare a settembre. E se finiscono il deriaro? Dobbiamo fermarci un'altra volta?». E' estate, impossibile sentire l'altra campana. Liliana Mercando è in ferie, la «reggente», dottoressa Scafile, sa poco ma conferma che l'area di Palazzo Madama à d'interesse archeologico per cui la Sovrintendenza è obbligata a controllare. Ma non è già stato fatto? Marco Vaglienti Un «braccio di ferro» ferma gru e lavori a Palazzo Madama

Persone citate: Enrico Filippi, Giovanni Porcellana, Liliana Mercando, Mercando, Vaglienti

Luoghi citati: Torino