Il midigo De Mida

Il midigo De Mida r Il midigo De Mida Di Piero Serio «Adesso basta!», pensò tra sé e sé Ciriaco. «Cincinnato doveva pur aver avuto delle ottime ragioni, ma almeno a Ferragosto avrebbe potuto mollare, per un attimo, quel suo maledetto aratro! Ed invece no: zolle, sempre zolle, fortissimamente zolle...». Beh, lui non ne poteva più di tutte quelle vigne ricostruite in marmo di Carrara dopo il terremoto. Gli stavano venendo a noia. Se almeno avessero usato un po' di Portovenere... Ai grido di «Bando alle giangie» decise dunque, «seduda sdande», di fare una folliti. Una di quelle che, almeno per un giorno, lo avrebbero riportato ai fasti delle cronache. Ai titoli delle prime pagine dei giornali. Alle fotografie birichine. Chiamò il «Corriere della sera» e si annunciò: «Sono il midigo De Mida». Ma il centralinista fraintese, pensando ad uno scherzo di mezza està- ' te, e rispose prontamente: «Per la storia greca, chiami a mio nome Artistika Pataklca della redazione di Atene». E riappese. Improvvisamente Ciriaco capì che con i quotidiani aveva chiuso. Provò allora con la Rai, prendendo però l'avvertenza di simulare un accento vagamente lombardo perché, si mormorava, l'avellinese non era più di gran moda. «Uei, gendralin! Tem passe al Biagiun?», chiese con una certa disinvoltura. Ma anche questa volta fu costretto ad ammainare bandiera perché la signorina del telefono gh flauto nell'orecchio una risposta sconvolgente: «Il dottor Agnes non ha mai conosciuto il dottor De Mita. Mi dispiace, ma il suo nuovo Dio si chiama Arnaldo. Anzi: speriamo tutti che se ne accorga prima delle nuove nomine!». Perbacco! Non rimanevano che i settimanali. Quelli un riquadrino non lo negavano nemmeno a Clemente Mastella, figuriamoci a lui E cominciò a fantasticare. Meglio l'Espresso o Panorama? O Epoca? O l'Europeo? Ma la realtà fu più banale. Solo Novella 2000 si di- | Mal mostrò interessata ad una sua eventuale fuga d'amore con Maria Eletta Martini. O, in alternativa, ad alcune pose-verità su una spiaggia keniota mentre frangeva i flutti in compagnia di una Tina Anselmi scalpitante e (finalmente) felice. Con didascalia: «Passata è la tempesta, odo Gelli far festa!». Fu tentato di parlarne con la sua dolce Anna Maria, ma pensò che non avrebbe capito. Le donne a volte sono strane. E le ex first lady ancora di più. Poteva anche succedere che non prendesse le cose per il verso buono ed allora sarebbero stati guai. E la cronaca nera non era il posto giusto per la sua rentrée ferragosti na. • Che fare allora? Stava quasi per rinunciare definitivamente a tutti i suoi nuovi sogni di gloria quando, improvviso, giunse un telegramma. Diceva: «Urge tua presenza Roma. Maria Elettrica e Tina Ansiosa.» Che avessero avuto anche loro la stessa idea? Detto fatto, si infilò tra le rose del primo aereo Alitalia e sbarcò a Fiumicino dove c'era già un volo in attesa per Malindi ad aspettarlo. «Che coincidenza!» —esclamò, facendo felice la compagnia di bandiera, ormai libera dal Nordio Gordiano. Una lo accolse con Grazia, l'altra con Gioia. E fu così che anche Ciriaco potè finalmente godersi un Ferragosto come si deve. Al suo ritorno i servizi non sarebbero mancati: bastava battere il Martelli finché caldo!

Luoghi citati: Atene, Carrara, Portovenere, Roma