Ora è guerra delle impronte

Ora è guerra delle impronte Il magistrato sospettato di essere il corvo ricompare e dà battaglia Ora è guerra delle impronte Di Pisa esortato a farsi trasferire PALERMO DAL NOSTRO INVIATO L'assenza del giudice Alberto Di Pisa è durata un pomeriggio una serata. Ieri mattina,.il magistrato sospettato di essere il «corvo» di Palermo e messo nei guai dalla perizia dattilo-, scopica che ha trovato nelle lettere anonime un'impronta molto simile all'indice della sua mano sinistra, ha lasciato il ebuen retiro» dove si era rifugiato. Ha ripreso a rispondere al telefono, ma non dice granché, anzi le sue dichiarazioni ufficiali tendono a mitigare qualche sfogo sfuggitogli nei colloqui con amici e conoscenti. L'impressione è che abbia l'intenzione di dissociarsi nettamente dalia «gestione» della linea difensiva, affidata interamente all'avvocato Gioacchino Sbacchi e al perito di parte Aurelio Ghio, per dedicarsi esclusivamente alla sua immagine. E in questo senso non fa una grinza la dichiarazione ufficiale resa all'agenzia Ansa, quasi a correggere il tiro, dopo che in privato Di Pisa aveva manifestato i propri dubbi sui metodi e sul risultato della perizia dattiloscopica. Il magistrato avrebbe, infatti, anticipato l'intenzione di intraprendere una «guerra delle impronte», contestando gli esperti dei carabinieri. Una delle contestazioni principali riguarderebbe il fatto che i periti non avrebbero preso in considerazione altre impronte che erano visibili nelle lettere. Questa linea, però, Di Pisa non l'ha dichiarata. Anzi, forse consigliato dall'avvocato, si è rifiutato di entrare nel merito dell'inchiesta, restando molto sul vago. «Non intendo — ha detto all'Ansa — rendere dichiarazioni alla stampa. Tutto ciò che avrò da dire lo riferirò agli organi istituzionali competenti: la procura della Repubblica di Caltanisetta e il Consiglio superiore della magistratura». «Intendo soltanto ribadire — ha aggiunto — la mia estraneità alla vicenda degli anonimi e tendo ad affermare che sono assolutamente sereno e fiducioso sui risultati delle indagini giudiziarie. La mia serenità discende dalla tranquillità della mia coscienza. La mia attività di magistrato e l'impegno profuso per la giustizia sono ben noti e da chiunque valutabili». Al di là dell'esercitazione diplomatica, però, restano le contromisure che il legale del Di Pisa intende prendere per contestare quanto accertato dai carabinieri del Cis (Centro investigazioni scientifiche). La perizia dice che su uno degli anonimi è stata identificata (25 punti di convergenza) l'impronta del giudice. Il raffronto e stato eseguito tra le impronte lasciate sulla lettera e quelle offerte spontaneamente da Di Pisa al procuratore di Caltanisetta, Celesti. La prima carta da giocare, per la difesa, potrebbe riguardare quanto avvenuto prima dell'apertura dell'inchiesta giudiziaria. E cioè l'indagine «privata» compiuta sulle lettere dall'alto commissario. Gli anonimi erano stati sottoposti — secondo fonti giornalistiche mai smentite — a controlli in laboratori del Sismi prima della trasmissione al giudice naturale e perciò in violazione dei diritti della difesa. Ma non basta: la perizia eseguita dal Sismi avrebbe «confuso» l'impronta originale successivamente inviata a Celesti. Il raffronto dei carabinieri sarebbe stato fatto su frammenti, e la prova decisiva sarebbe frutto di una comparazione tra le im- Franccsco La Licata CONTINUA A PAGINA 2 5» COLONNA è. Alberto Di Pisa

Luoghi citati: Cis, Colonna, Palermo