Beirut bombe sull'ambasciata italiana
Beirut, bombe sull'ambasciata italiana Prosegue da cinque giorni il duello delle artiglierie: molti morti e ovunque cumuli di rovine Beirut, bombe sull'ambasciata italiana Quaranta cannonate: gravi danni ma i nostri tutti illesi BEIRUT. La capitole del Libano à ormai un cumulo di rovine. In un crescendo drammatico, prosegue da cinque giorni su Beirut il duello di artiglierìe fra l'esercito libanese cristiano e le forze siriane spalleggiate da ch'usi e palestinesi contrari ad Arafat. Almeno sette persone sono rimaste uccise e 50 ferite soltanto ieri; ma il bilancio delle vittime è destinato ad aggravarsi in quanto un gran numero di civili è imprigionato negli edifici in fiamme nel settore cristiano. I cannoni dei siriani hanno sparato negli ultimi giorni più di venticinquemila colpi. Nemmeno le sedi diplomatiche sono state risparmiate. Ieri è stata centrato quella turca; sabato era toccato a quella argentina e alla francese, oltre alle residenze dell'ambasciatore americano John McCarthy e di quello francese René Ala. Al centro dei bombardamenti anche l'ambasciata italiana: oltre quaranta cannonate di calibro 240 mm di fabbricazione sovietica sono cadute attorno aìla nostra sede diplomatica. Gravi i danni all'edificio; ma, fortunatamente, non sono stati colpiti né il consigliere né i dodici carabinieri presenti. Incolumi anche tutti gli altri italiani residenti nel Paese. Semidistrutti anche il ministero della Difesa e il palazzo presidenziale di Baabda ove si trova il capo del governo cristiano Michel Aoun. E il martellamento delle artiglierìe continua sulle abitazioni dei civili e persino nei rifugi, ridotti ormai a vere e proprie residenze sotterranee. «Dove sono i nostri fratelli arabi? Beirut sta per esser cancellata dalla faccia della Terra. I nostri feriti sanguinano nelle strade fino a morire» ha gridato un annunciatore dell'e¬ mittente Voce del Libano. Mentre a Beirut continua a infuriare la battaglia, i siriani e i loro alleati hanno lanciato un'offensiva contro la cittadina di Souk Al-Gharb, 24 chilometri a Sud-Est della capitole. Una cittadina di eccezionale importanza stragica per la conquista della capitale. Ma l'attacco è fallito: dopo cinque ore d'intensa battaglia, le truppe cristiane del generale Aoun hanno messo in rotta l'esercito siriano. Gli assalitori si sentivano tanto sicuri della vittoria che Walid Jumblatt, il leader druso alleato di Damasco, aveva già dato per certa la conquista della roccaforte ma si è visto poi costretto a cancellare la conferenza stampa che aveva convocato per dare l'annuncio ufficiale. Invece, alla radio Voce del Libano, l'emittente cristiana, un esultante Aoun ha dichiarato: «questa è una vittoria genuina. Il nemico siriano e i suoi satelliti hanno subito una sconfìtta schiacciante». Un'altra tenibile giornata a Beirut: due abitanti cercano scampo durante un bombardamento
Persone citate: Aoun, Arafat, John Mccarthy, Michel Aoun, Walid Jumblatt
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