Una beffa bulgara di Gianni Romeo
Una beffa bulgara Agli Europei di Bonn, l'arbitro decisivo per la sconfitta dei pallanuotisti azzurri Una beffa bulgara Rigore negato e gran rissa BONN DAL NOSTRO INVIATO In un'atmosfera da rissosa partita di calcio la Nazionale azzurra della pallanuoto è stata sconfitta per 8-7 dalla Jugoslavia, che giocherà oggi la finalissima del torneo europeo contro la Germania (toh, che combinazione, il paese organizzatore...). Agli azzurri resta la piccola finale con l'Urss, a meno che l'idea ventilata dal presidente Consolo, «non ci presenteremo per protesta», prenda corpo. Ma speriamo che la notte porti consiglio, perché sarebbe grave errore rispondere ai soprusi con un gesto antisportivo. Il sopruso era stato perpetrato dall arbitro bulgaro Lalov a dieci secondi dalla fine, quando Campagna a un passo dalla porta avversaria era stato sgambettato, pardon, affondato nettamente. Rigore grosso, sarebbe stato il probabile 8-8 che avrebbe aperto la porta ai tempi supplementari. Ma il fischio dell'arbitro non è arrivato. E il putiferio l'ha fatta da padrone per alcuni minuti con qualche giocatore azzurro che aveva perso ia testa. Gli spintoni e conseguenti tuffi in piscina avevano per lo meno il vantaggio di calmare i bollenti spiriti, per i malcapitati che finivano dentro, mentre l'arbitro bulgaro se l'era subito filata. La Jugoslavia è la bestia nera, anzi nerissima dell'Italia. Ieri sembrava che nemmeno questa volta ci fosse scampo. Inizio a gran ritmo dei giganti slavi, tutti sui due metri, che andavano a nozze in una piscina dove l'acqua è alta 1,80. I nostri sembravano nanetti, più piccini e anche più fragili («Ma il primo fischio arbitrale era già un'espulsione contro di noi e costava la prima rete, se- So di premeditazione e intimizione», avrebbe detto Eraldo Pizzo più tardi). In meno di 5' i nostri subivano un 4-1 che pareva chiudere il match. Poco a poco però le cose si mettevano diversamente. Dennerlein disponeva i suoi a zona costrìngendo gli jugoslavi a tirare da fuori, il portiere Averaimo cominciava a parare tutto, in avanti Fiorillo e Campagna prendevano coraggio. E una partita già chiusa a metà del primo tempo era di nuovo in parità alla Une del terzo, con un 6-6 del tutto sorprendente Che i campioni olimpici e mondiali non avessero ormai la lucidità per controllare il settebello azzurro si evidenziava clamorosamente nel quarto tempo. Da 6-6 salivano a 8-61 guantoni, ma si facevano sorprendere da Campagna a 29 secondi dalla fine. Una rete del tutto platonica, si diceva, poiché avendo per regolamento la possibilità di tenere la palla per 35 secondi, i nostri avversari potevano far trascorrere il tempo senza più concedere il tiro agli azzurri. Macché! Fiorillo rubava palla a metà campo con un guizzo da pesce, lanciava Campagna che si avventava verso la porta jugoslava. E Vasovic, giù giù, gli faceva bere un sorso. Fntz Dennerlein, il commissario tecnico che per signorilità vince sempre 10-0 contro ogni avversario, questa volta era pallido: «Non posso accettare di buon grado. Quell'arbitro l'ha fatta grossa». Il presidente Consolo parlava con meno diplomazia di schifo e di vergogna, e intanto andava a presentare un inutile e velleitario reclamo chiedendo la documentazione televisiva a sostegno della protesta. Ma era un reclamo senza speranze, respinto. Si dovrebbero scrìvere cose indignate, gridare allo scandalo, se non fosse che la pallanuoto da troppo tempo si è legata mani e piedi a una classe arbitrale vecchia come matusalemme, molto spesso incapace e altrettanto spesso furbacchiona. Lo scandalo vero è questo, ma bisogna accorgersene ora che ci hanno pestato i calli? Gianni Romeo Il portiere Iugoslavo Sostai sventa uno del tentativi italiani
Persone citate: Averaimo, Dennerlein, Eraldo Pizzo, Fiorillo
Luoghi citati: Bonn, Germania, Italia, Jugoslavia, Urss
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