Idue volti della Riconquista di Sergio Quinzio

Idue volti della Riconquista r lt MUOVO «SENTIERO» 1 Idue volti della Riconquista LA presenza del Papa ha animato la veglia di 400 mila giovani giunti al santuario di Santiago de Compostela in occasione della «Giornata Mondiale della Gioventù». Nella cattedrale del XII secolo, con il suo «portico della Gloria», riposano secondo la tradizione i resti dell'apostolo San Giacomo, martirizzato in Palestina. Siamo all'estremo NordOvest della Spagna, dove il Capo Finisterre segna i confini dell'antico mondo con lo sterminato Oceano. Il Papa indica ai giovani nel «cammino di Compostela» uno dei grandi itinerari — con Gerusalemme e Roma — dei non di rado eroici pellegrinaggi medievali. Lungo la via di Compostela si è formata l'Europa. Con l'Vlll secolo, quello stesso dell'invasione musulmana e di Carlo Magno, comincia la riconquista della penisola iberica da parte dei principi cristiani. Una riconquista che terminerà soltanto con la caduta dello splendido regno moresco di Granaci a, nell'anno stesso della scoperta dell'America, che lancerà verso conquiste ulteriori. L'ideale che Giovanni Paolo II addita ai giovani da Compostela è quello di una riconquista che si chiama, con parola più consona ai tempi, rievangelizzazione, dell'Europa e del mondo. Nell'iconografia popolare spagnola San Giacomo, detto appunto «Matamoros», è rappresentato su un cavallo bianco che calpesta con gli zoccoli i mori infedeli, che il Santo colpisce con la sua mazza ferrata. Il santuario galiziano è sorto nel clima bellico della riconquista. I pii pellegrinaggi erano permeati di quello spirito, che non è quello delle masse di giovani che hanno ripercorso oggi il suggestivo itinerario che affascinava, a suo modo, anche Bunuel. I giovani, | oggi, sembrano mossi piut¬ tosto da un ideale di amicizia e di umanità, nel quale entrano insieme la ricerca, o l'appartenenza, religiosa, la memoria storica ed estetica e l'avventura turistica. Per questo il messaggio che ci viene dalla veglia di Santiago appare ambiguo. Se da Occidente ci spostiamo ad Oriente, in Libano, troviamo anche oggi un esercito cristiano in guerra contro i musulmani, un esercito che'appende corone del rosario e incolla immagini sacre al calcio dei mitra. In questi giorni il Papa ha accusato il governo siriano e ha detto che vuol recarsi nel Paese martoriato. Intanto, nell'Irlanda del Nord sono ripresi gli attentati dei guerriglieri cattolici. Mentre, proprio nel giorno della mistica veglia di Santiago de Compostela, dove Giovanni Paolo II è stato ricevuto dai reali di Spagna, viene annunciato che in Polonia è stato costituito il primo governo dell'Est a guida cattolica. Quando il Papa polacco, all'inizio del pontificato, cominciò a parlare del cristianesimo come cemento dell'Europa, e dei suoi due polmoni, l'occidentale e l'orientale, che devono respirare insieme, il discorso sembrava puramente utopico. Numerosi fatti oggi sembrano dargli ragione: senza utopie pare proprio che non si possa fare storia. Ma le utopie, quando s'incarnano nella storia, acquistano fatalmente la durezza della storia. Dietro l'entusiasmo dei giovani che a Santiago de Compostela hanno chiesto fra l'altro una Chiesa non più legata alla ricchezza, al potere, alle strutture, che pensano insomma a una conquista soltanto spirituale, preme la legge storica di ogni conquista. Anche oggi, più o meno consapevolmente, attraverso la pietà religiosa passa la volontà di potenza. Sergio Quinzio u

Persone citate: Bunuel, Giovanni Paolo Ii