A Rimini col ramo d'ulivo

A Rimini col ramo d'ulivo Un invito alla pacificazione fra i cattolici apre il Meeting di Mp A Rimini col ramo d'ulivo E Cesana cita Giuseppe Lazzati ROMA. E improvvisamente Giuseppe La/.zati diventa un personaggio da citare per i ciellini. Ad un anno di distanza dalle feroci polemiche, dallo accuse di «neo-protestantesimo» sul «Sabato», una delle figure preminenti del cattolicesimo progressista viene nominata da Giancarlo Cesana, presidente del Movimento popolare, nel prologo al meeting di Rimini. E' il segno piti evidente della nuova immagine scelta dai fedeli di Don Gùissani. Sollecitati dalle gerarchie ecclesiastiche e preoccupati dalle ventilate liste cattoliche alternative, i seguaci di Cesanti e Formigoni hanno musso da parte la spada per usare le armi della diplomazia: prima gli inviti a Scoppola e Prodi a scendere in campo per il comune di Roma, pei il richiamo a Lazzati per spiegare la loro irruenza («per porsi, inevitabilmente, ci si oppone» è la citazione presa in prestito da Cesana neila conferenza stampa di ieri). E' un'altra prova dei pragmatismo che il Movimento popolare ha ereditato dal politico che più ama, Giulio Andresti. «Noi — dice Cesana per motivare la durezza del passato — non abbiamo mai attaccato, né criticato nessuno. Semmai abbiamo cercato di affermare con decisione i nostri convincimenti». E'un modo per adeguarsi al nuovo compito: in un anno i ciellini da minoranza sono diventati maggioranza nella de. Se l'anno scorso erano le teste di cuoio dell'assalto alla leader- ship di Ciriaco De Mita, oggi si trovano ad essere i più convinti difensori del nuovo vertice democristiano, del sodalizio Forlani-Andreotti, della nuova alleanza che lega de e psi. E in questi nuovi panni lanciano messaggi di pace verso le altre realtà cattoliche, verso gli scontenti del cambio a Piazza de- Gesù, nel tentativo di scongiurare disaffezioni nei confronti della de che vogliono. Un ruolo che comunque va stretto ai soldati di Don Giussani. Così rimangono le polemi¬ che con De Mita, sottoposto alle ironie di Cesana («se De Mita viene faremo le persone civili»). Per evitare guai i ciellini preferiscono trascurare la politica, parlare dell'impegno religioso nel sociale, magan prendendo a simbolo le figure di Socrate, Don Giovanni e Sherlock Holmes per spiegare dei paradossi della condizione umana. La politica semmai si consumerà nelle voci sulle improbabili visite dell'ex-segretario de e di Bettino Craxi. Questo sarà soprattutto l'an¬ no delle conferme: a parte il padrone di casa, Giulio Andreotti, tornerà Arnaldo Forlani. In più a perpetuare il feeling tra CI e il psi ci penseranno Franco Carretro (un sindaco di Roma che non dispiacerebbe ai ciellini), Gennaro Acquavi va (da sempre l'ambasciatore di Craxi presso il movimento), Giuliano Ferrara e, probabilmente, Claudio Martelli, uno degli interlocutori privilegiati. Ma non ci sarà il clamore dello scorso anno. Ormai il flirt è stato consumato con la costituzione del governo Andreotti e nessuno dei due innamorati ha interesse a proclamare ai quattro venti la relazione. Cosi in uno degli ultimi incontri con Acquaviva i messaggeri di Mp si sono sentiti dire: «Non sponsorizzate troppo gli esponenti del psi che sono vicini a voi sul problema dell'aborto, altrimenti li fate bollare dagli avversari». Del resto la politica per il Movimento popolare è stata sempre solo uno strumento per favorire l'intervento sul sociale. E se l'anno scorso il problema era quello di sbarazzarsi dall'ostile Ciriaco De Mita, quest'anno, semmai, la questione è difendersi dalla grana che è scoppiata con lo scandalo sulle mense. «Un fatto fondamentale per noi — spiega Emilia Smurro, responsabile culturale del meeting — perché emblematico: quello che conta è difendere la nostra identità e chi ci ostracizza diventa il nostro obiettivo». Augusto MinztMini Giovani militanti di CI a Rimini, davanti all'ingresso del Meeting '89

Luoghi citati: Cesana, Rimini, Roma