Mangiare di meno per invecchiare bene

Mangiare di meno per invecchiare bene 1 AUMENTAZIÓNE Mangiare di meno per invecchiare bene SONO frequenti le domande di questo tipo: «Si sa cosa si deve fare per vivere a lungo in buone condizioni?»; «Quali consigli si possono dare alle persone di mezza età?». Le risposte sono relativamente facili anche se bisogna premettere che non valgono mai per le singole persone ma rappresentano delle probabilità che hanno una significatività statistica quando si riferiscono alle popolazioni. Infatti si può rispondere con il buon senso dicendo che si devono evitare il più possibile le cattive abitudini di vita; alcune di queste abitudini sono note e riguardano l'abuso di fumo e di alcol, responsabili insieme di oltre 100.000 morti all'anno (20% delle mortalità totale) nel nostro Paese. Altre sono invece meno note o per lo meno x.on sono frutto di estese informazioni, come ad esempio la necessità di un esercizio fisico (moderato o non superiore al proprio grado di allenamento) e di una sana alimentazione. Vogliamo discutere in particolare quest'ultimo aspetto anche alla luce delle più recenti conoscenze derivanti dalla ricerca sperimentale. Si può affermare in generale che una dieta per essere sana deve avere le caratteristiche della varietà e della moderazione. La varietà è necessaria per assicurare al nostro organismo tutti i materiali nutritivi necessari; carni bianche e rosse, pesce, cereali, verdura e frutta devono essere alternate nel tempo (e non comprese tutte nello stesso pasto!) anche perché la varietà può avere il vantaggio di non esporci continuamente con possibilità di accumulo alle stesse sostanze inquinanti che purtroppo fanno parte del nostro cibo quotidiano. Il problema della moderazione è invece un po' più complicato da definire. Si potrebbe dire, semplificando, che il consumo di cibo dovrebbe tendere a mantenere il proprio pesoforma. 1 Per realizzare questo I obiettivo non servono grandi conoscenze, basta utilizzare una bilancia e controllare frequentemente il peso per prendere i provvedimenti del caso. Ciò determina in pratica, dato anche lo scarso dispendio di calorìe della vita moderna, la necessità di alzarsi da tavola ancora con un poco di appetito, uh vecchio adagio che vale purché non si compensi ingerendo calorie al di fuori dei pasti. Questo vecchio adagio è stato confermato recentemente da una serie di ricerche sperimentali così riassumibili. In multe specie animali esaminate, la durata della vita è maggiore nei gruppi di animali cui l'alimentazione giornaliera venga ridotta di circa il trenta per cento rispetto a quella che gli stessi animali assumono quando vengano lasciati liberi di mangiare a volontà. La durata della vita aumenta in modo significativo fino a raggiungere il venti-venticinque per cento in più. Studi recentissimi condotti all'Istituto «Mario Negri» mostrano poi che non si tratta solo di maggiore durata di vita, ma anche di un migliore «invecchiamento». Infatti gli animali d'esperimento (ratti) che hanno mangiato di meno durante la loro vita hanno una composizione cerebrale che è più simile a quella degli animali giovani rispetto agli animali che hanno mangiato a volontà. Anche il comportamento e la performance di animali che hanno mangiato poco nell'arco della loro vita sono migliori di quelli che hanno mangiato molto. Si può aggiungere che una maggiore durata di vita si ottiene — entro certi limiti — indipendentemente dal tipo di dieta, basta mangiare poco. Questi dati sono probabilmente estensibili anche all'uomo. Va inoltre detto che la restrizione della dieta giornaliera è positiva anche se iniziata durante l'età adulta. In fondo potrebbe essere relativamente semplice invecchiare bene! Silvio Garattini

Persone citate: Silvio Garattini