Aids, uno speranza «ufficiale» di Andrea Di Robilant
Aids, uno speranza «ufficiale» STATI UNITO Aids, uno speranza «ufficiale» Dopo due anni di studi gli Usa riconoscono le proprietà terapeutiche dell'Azt Un farmaco blocca il virus nei sieropositivi NEW YORK DAL NOSTRO INVIATO Il farmaco Azt è in grado di ritardare in modo considerevole i sintomi dell'Aids nelle persone infette dal virus. La scoperta, annunciata dall'amministrazione Bush a conclusione di uno dei più ampi studi effettuati sulla malattia, avrà conseguenze enormi per milioni di sieropositivi in tutto il mondo, che sino ad oggi vivevano con l'ansia di vedere manifestarsi la malattia. Lo studio, condotto su 3200 sieropositivi per un periodo di due anni, ha dimostrato che il farmaco riduce di circa la metà la possibilità che i sintomi si manifestino nel paziente. Pur sottolineando che non si tratta ancora di una cura vera e propria, il segretario alla Sanità, Louis Su 11 ivan, ha detto: «Siamo ad una svolta nella battaglia per trasformare l'Aids da una malattia mortale a una malattia sulla quale possiamo intervenire». L'Azt è l'unico farmaco che sinora si è dimostrato utile nel trattamento dei malati di Aids. Ma finora serviva solo a rallentare il corso della malattia dopo il manifestarsi dei primi sintomi. Lo studio appena concluso suggerisce invece di estendere subito l'uso del farmaco ai milioni di sieropositivi non ancora malati. La scoperta pone le autorità sanitarie in tutto il mondo di fronte a nuovi imperativi. Il più urgente è quello d'informare al meglio la popolazione a rischio, inducendola a fare il test al più presto e iniziare il trattamento in caso di sieropositività. «Ora diverta assolutamente indispensabile che tutte le persone a rischio, anche se non hanno il minimo sintomo, si sottopongano al test», ha commentato Anthony Fauci, direttore dell'Istituto americano per le allergie e le malattie infettive, che ha condotto lo studio. Ma la scoperta delle doti dell'Azt pone anche problemi economici. Una cura a base di questo farmaco costa attorno agli 8 mila dollari all'anno, circa 11 milioni di lire. Se non si riuscirà a ridurre il costo dell'Azt in tempi brevi è possibile che solo una minoranza dei sieropositivi ne trarrà benefìcio. Thomas Sheridan, portavoce dell'Aids Action Council, un influente gruppo di pressione, ha dichiarato: «Quest'annuncio su 11'Azt è di portata storica perché è la prima volta che il governo propone una cura per ì sieropositivi. Ma ora la domanda è: chi pagherà il costo?». Il farmaco — azidotimina — viene prodotto dalla Burroughs Wellcome Company, le cui azioni sono subito salite nella quotazione di ieri a Wall Street. La società, in risposta ai timori che non fosse in grado di soddisfare una domanda dilagante, ha detto di avere uno stock ben fornito. Lo studio avrà un impatto particolarmente importante negli Stati Uniti, dove si calcola che i sieropositivi in cui sintomi dell'Aids non si sono ancora manifestati abbiano ormai superato il milione. Fra questi, almeno 400 mila hanno una capacità immunologica molto ri¬ dotta ed è soprattutto in questi casi che l'Azt si è dimostrato utile. I ricercatori nel campo dell'Aids sostengono da qualche anno che le persone più vulnerabili sono quelle che hanno poche cellule T4, cioè le cellulechiave del sistema immunologia). In genere una persona in salute ha da 500 a 1200 cellule T4 per millimetro cubo nel sangue. Nel campione di sieropositivi sottoposto allo studio, l'Azt è stato particolarmente efficace nelle persone che avevano meno di 500 cellule T4 per millimetro cubo. I sieropositivi che non hanno ancora i sintomi dell'Aids possono usare l'Azt senza timore di subire effetti collaterali negativi. Questo dato è stato accolto con particolare sollievo. In passato, i malati di Aids avevano mostrato di tollerare male il farmaco, soffrendo spesso di anemia. Ma questo disturbo non affligge i sieropositivi non ancora malati di Aids. Andrea di Robilant
Persone citate: Anthony Fauci, Burroughs, Bush, Thomas Sheridan
Luoghi citati: New York, Stati Uniti, Usa
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