Quattrocentomila giovani in attesa del Papa

Quattrocentomila giovani in attesa del Papa Domani sera la grande veglia con Giovanni Paolo II davanti al celebre santuario spagnolo Quattrocentomila giovani in attesa del Papa Da Santiago di Compostela un invito: «Anche la Chiesa sia più coerente» CITTA' DEL VATICANO. «L'indifferenza di alcuni giovani verso Cristo si tramuta in rifiuto, dovuto alla controtestimonianza di una Chiesa ricca, legata al potere e alle strutture, e che trasmette una falsa immagine di Gesù»: i giovani che da ogni parte d'Europa e del mondo (diecimila dall'Italia) si sono riuniti a Compostela, in attesa del Papa, hanno detto la loro sulla situazione della Chiesa. Giovanni Paolo II li ha convocati in un mega-incontro simbolico e religioso per lanciarli alla conquista spirituale dell'Europe scristianizzata «s del mondo da questo santuario in cui prese inizio, sotto gli auspici di San Giacomo «Matanvoros», uccisore di mori, la «riconquista» cristiana della Spagna araba. Sarà una «tre giorni» densa di significati e simboli, quella di Papa Wojtyla in Galizia e nelle Asturie; e folta di giovani (quattrocentomila, for¬ se di più) a cui affidare il messaggio della rit.dngelizzazione. Ma anche i giovani hanno voluto parlare, prima della festa, della veglia e dei riti. Duecento delegati, di 54 Paesi, hanno lavorato in un «Forum» internazionale, e hanno stilato un documento di forte impegno cristiano, ma non privo di accenti critici. Essere cristiani, in Europa o in America Latina, «significa nuotare contro corrente perché la nostra vita comporta difficoltà tali da rendere scoraggiante questa opzione». Inoltre «non si opta per Gesù perché non lo si comprende a pieno-,. In Europa infatti il messaggio «è presentato a metà» da chi dovrebbe anùusc!*rìc: «Molto spesso i giovani non sentono vicino il Crisi;*, perché non sentono vicina la Chiesa». E, aggiunge il documento, «si nota un'assenza di formazione nell'ecclesialità, e di linee di azione pastorale per i giovani». Tutti i continenti erano rappresentati nel Forum: l'Europa (118 giovani), l'America Latina (42), l'Africa (22), l'Asia ( 14), l'America del Nord (13), l'Australia (7). Alcuni gruppi di giovani cattolici stanno camminando da mesi per raggiungere Santiago, come facevano nel Medioevo i fiellegrini da tutta Europa, sule orme della religione e della leggenda, in questo caso non sempre facilmente districabili. San Giacomo è martirizzato in Palestina. Una barca senza pilòta, guidata dagli angeli, con le spoglie mortali dell'apostolo, approda alla foce del fiume Ulta, nella località chiamata El Padrón; da lì il sarcofago, coperto di conchiglie dalla forma caratteristica (Pecten Jacobeusj — la conchiglia dell'insegna della «Shell», per intenderci — è trasportato verso l'interno, e sepolto. E' scoperto, otto secoli più tardi, da un santo ere¬ mita. Cosi nasce il terzo grande luogo di religiosità medievale, dopo Gerusalemme e Roma, in coincidenza con il nascere della reazione anti-araba. Ma deve Eassare un secolo perché si abia notizia del primo pellegrino «straniero» a Santiago: è Gotescalco, vescovo di Le Puy, nel 950. Da allora Santiago entra nella storia dell'Europa, brilla ai confini fra leggende e storia nell'epopea di Carlomagno e di Orlando, apre il capitolo del turismo religioso medievale, con in più un forte accento antimusulmano. Santiago su un bianco destriero guida i cristiani contro gli arabi alla battaglia di Clavijo (844). Nel '500 inizia la decadenza: lo scisma protestante, la polemica contro le indulgenze e la venerazione delle reliquie colpiscono anche questo simbolo del cristianesimo europeo. Giovanni Paolo II lo vuole ri¬ lanciare: ha dato appuntamento a 400 mila giovani per la «Giornata Mondiale della Gioventù» sul «Monte della Gioia», a sei km dal santuario, dove i ragazzi sicuramente tutta la notte, e il Papa forse per un po', «verneranno» dal sabato alla domenica, in attesa della Messa. Ha promesso indulgenze, vuole iniziare un «cammino» di rievangelizzazione del vecchio continente. «Europa, ritrova te stessa», gridò nella sua visita precedente a Santiago, il 9 novembre 1982. Il re Juan Carlos gli regalerà una statuetta in bronzo di Santiago, opera della contessa Yolanda d'Asburgo, Lins e Ulm. I ragazzi avranno una conchiglia in ricordo. Ma non tutti: Pilar Cprtizo, che si occupa dell'operazione, spera di mettere a disposizione almeno 100.000 «vieiras»; così le chiamano.' Marco Tosarti