Il ruolo del Papa

Il ruolo del Papa Il ruolo del Papa II Vaticano spiana la strada a Walesa CITTA' DEL VATICANO. La Chiesa, in ombra, sta aiutando la gestazione del primo governo polacco non-comunista dell'era Gorbaciov, e gli ultimi sviluppi sembrano coronare un'operazione messa a punto nel corso dell'estate a Varsavia e Roma. Le ultime mosse della campagna sono state discusse nei giorni scorsi — fino a sabato 12 agosto — a Castel Gandolfo dall'«intellighenzia» di Solidarnosc ospite del Pontefice. Geremek, Michnik, Kolakowski, Tischner, Wozniakoswki hanno informato Giovanni Paolo JI sui più recenti aspetti dell'evoluzione delle cose in patria, e sull'opera di discreta mediazione e rassicurazione che il cardinale Jozef Glemp, il primate-mediatore con il regime comunista, stava già svolgendo. Un'operazione che ha raggiunto il suo culmine in queste ultime ore, con il generale Jaruzelski e con l'ambasciatore sovietico a Varsavia, Vladimir Brovikov. Da tempo ormai è scomparsa anche l'ombra di una differenza di posizioni fra Giovanni Paolo II e Glemp: la linea «morbida» del porporato, avversata dalle frange più estremiste della Chiesa, ha trovato nel Pontefice un sostenitore convinto. Gli interventi del Pontefice sulla situazione interna polacca sono divenuti via via sempre più generici e meno fattuali. Oppure ha preferito il silenzio, come ieri mattina, quando celebrando una Messa per 1500 pellegrini polacchi, a Castel Gandolfo, ha salutato i vari gruppi regionali senza fare riferimenti alle ore particolari vissute dal suo Paese. Quando, nei mesi passati, ha scelto di parlare, si è capito che l'intervento era concordato con l'episcopato polacco, e con il suo leader più rappresentativo. E contemporaneamente si sono attenuate le voci di crìtica verso il primate. Bronislaw Geremek, gran consigliere di Walesa, ha voluto fare giustizia delle accuse verso il primate proprio a Castel Gandolfo. Parlava della Chiesa, ma lo schermo era trasparente: «Nella costruzione della società civile — ha detto il professore — la Chiesa in Polonia non ha mai avuto una storia di collaborazione con il potere: essa è stata sempre il simbolo della resistenza e della nazione. Questa resistenza oggi si é accresciuta, si è alimentata in quei gruppi che hanno poi trovato un loro collegamento». E ha aggiunto che la Chiesa ha avuto «un'importante funzione, proponendo e difendendo valori fondamentali come la giustizia, la libertà dell'uomo e la sua dignità. In questo modo la Chiesa è stata il campo di libertà per tutti». L'impressione che si ricava è che la situazione sia seguita con attenzione dalla «sezione polacca» della segreterìa di Stato, ma senza grandi apprensioni, e che lo stesso clima, piuttosto disteso, aleggi sull'entourage papale. Anche se le difficoltà sono ben presenti: «Il nostro compito — ha detto Tischner a Castel Gandolfo — è quello di agire in una situazione paradossale. In Polonia, nella fase di transizione dalla democrazia socialista alla democrazia senza aggettivi, viviamo la democrazia paradossale, una democrazia in cui paradossalmente la minoranza gestisce il potere e la maggioranza è invece relegata a un ruolo di opposizione. Questa è la fase in cui siamo, e Sueste sono le difficoltà che obbiamo gestire». Seguendo la «linea mediana», quella di Glemp e del Papa: andare avanti con prudenza, cercando la collaborazione, senza rotture, o fughe in avanti, ben consci dei limiti storici e politici della situazione. Marco Tosarti Giovanni Paolo II

Luoghi citati: Castel Gandolfo, Citta' Del Vaticano, Polonia, Roma, Varsavia