Antimafia, fuori Di Pisa di Giovanni Bianconi

Antimafia, fuori Di Pisa Il caso al Csm: altri magistrati siciliani rischiano il posto Antimafia, fuori Di Pisa Escluso dal pool di Palermo dòpo i sospetti sulle lettere del Corvo Ma il giudice non si arrende e chiede una superperizia sulle impronte ROMA. A rischiare il posto, adesso, sono in molti. Non solo il giudice Alberto Di Pisa potrebbe lasciare Palermo, ma anche altri magistrati, compresi alcuni alti gradi degli uffici giudiziari antimafia. Stamane al Consiglio superiore della magistratura si riapre il «caso Palermo», « all'ordine del giorno ci sono due novità: l'estromissione ufficiale di Di Pisa dal pool che indaga su Cosa Nostra e la richiesta del giudice al Csm di essere ascoltato di nuovo. Ma nei corridoi di palazzo dei Marescialli qualcuno ha già anticipato quella che potrebbe diventare una nuova battaglia in seno al «tribunale dei giudici»: se Di Pisa dev'essere mandato via Gr «incompatibilità ambienta>, allora bisogna riconsiderare anche le posizioni di altri magistrati che con le loro recenti dichiarazioni avrebbero contribuito ad avvelenare il clima nel palazzo di giustizia palermitano. A cominciare dal presidente della corte d'appello Carmelo Conti. Il Csm rischia di spaccarsi nuovamente. Le discussioni cominceranno oggi, nella seduta congiunta della prima commissione referente (quella che si occupa dei trasferimenti d'ufficio) e del comitato antimafia. Nella pratica 232/89, quella sulle lettere anonime scritte dal «corvo», i consiglieri troveranno la perizia dattiloscopica ordinata dalla procura di Caltanissetta, secondo cui l'impronta digitale di Di Pisa coinciderebbe con una di quelle trovate sugli anonimi, e due lettere. La S>rima è del procuratore di Paermp Salvatore Curti Giardina, il quale informa che dal 14 agosto Alberto Di Pisa non fa più parte del pool antimafia. La seconda è dello stesso Di Pisa, che chiede di essere riascoltato dal Csm e di poter esibire una controperizia. Al posto del giudice sospettato di essere il «corvo» e di altri due magistrati, nel gruppo che indaga su Cosa Nostra sono en¬ trati i pubblici ministeri Lo Porte, Pigliatone, Carrara e Scarpinato. Non è stato ancora deciso a chi verranno assegnate le inchieste di cui era titolare Di Pisa, fra cui quella su alcuni sub-appalti concessi dal Consiglio comunale di Palermo e quella sui diari dell'ex-sindaco Giuseppe Insalaco, assassinato dalla mafia. Alla seduta di oggi del Csm dovrebbe partecipare, come «osservatore», il procuratore generale della Cassazione Sgroi, il quale dovrà ppi decidere se e quando avviare l'azione disciplinare contro Di Pisa. Ma sulla perizia dattiloscopica che lo accusa, il magistrato sotto inchiesta è intenzionato a dare battaglia. «Sono atterrito per quelle conclusioni», ha dichiarato il perito di parte Aurelio Ghio. Secondo Ghio, l'impronta di Di Pisa sarebbe stata confrontata con una non utile ai fini processuali, Giovanni Bianconi

Luoghi citati: Caltanissetta, Carrara, Palermo, Roma