Al tempio dei fantasmi

Al tempio dei fantasmi A Tokyo la discussa cerimonia che ricorda i caduti per l'impero Al tempio dei fantasmi Il premier Kaifu assente diplomatico TOKYO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Le ministeriali eccellenze arrivano in gruppo. Quasi tutti in morning-coat: cerimoniale abito occidentale da mattino, giacca lunga nera a falde arrotondate su pantaloni grigi rigati. Le seguono gli onorevoli deputati e senatori, alcuni pure vestiti allo stesso modo, tutti del partito liberaldemocratico al governo. Accolti dal primo sacerdote, tradizionalmente un membro della famiglia imperiale, vengono guidati all'interno del tempio da un ingresso laterale, e si raccolgono in breve fireghiera, coi gesti della rit.uaità scintoista: due battute di palmi delle mani, due inchini, battuta finale. Infine, firma del registro dei visitatori e partenza. E' tutto, e per il suo forte simbolismo è questa la cerimonia che ormai da tempo, il 15 agosto di ogni anno, giornata della resa del '45 e delle onoranze ai caduti, suscita polemiche nel Paese e in altre nazioni asiatiche. Siamo infatti nel tempio di Yasukuni, dedicato ai divini spiriti di coloro che hanno dato la vita per l'impero del Giappone. Tra i divini spiriti, anche quelli dei sette condannati a morte come criminali di guerra dal tribunale intemazionale e impiccati il 23 dicembre 1948. E' questo il motivo delle proteste, ripetutesi quest'anno, dei Paesi che patirono le violenze giapponesi. E' la prima volta che questa ricorrenza cade senza che a Palazzo vi sia il Tonno che 44 anni fa proclamò la resa. Ma sopravvivono a lui i nodi non sciolti del Giappone odierno rispetto al mondo, annodati nella figura di un sovrano che è stato a un tempo di pace e di guerra, costituzionale e deità, e la cui continuità ha impedito l'esame di coscienza collettivo, il distacco, avutosi in Germania e in Italia, tra il regime pre-bellico e quello di oggi. Come ha fatto lui negli ultimi anni, il suo successore si tiene lontano da Yasukuni, dalle sue porte su cui spicca il crisantemo imperiale dai sedici petali. Con la consorte, partecipa a una cerimonia poco distante, nel corso delle quale si limiterà a esprimere la propria tristezza, mentre il perire era solito parlare di dolore. Ma i ministri sono venuti. Sedici, la maggior parte in gruppo, qualcuno isolato. Due in più dell'anno scorso. I parlamentari sono 184, meno della volta precedente: anche perché con la batosta elettorale del mese scorso sono complessivamente calati di numero. L'altro giorno, il ministro per la Giustizia, Masao Goto, aveva tuonato: «Tutti i ministri debbono andare a rendere omaggio ai caduti a Yasukuni, senza fare sottigliezze tra partecipazione ufficiale o a titolo personale. Non vedo alcuna differenza». Non sono però venuti né il premier, Kaifu, né il ministro degli Esteri né il segretario del Gabinetto. Hanno tenuto a far sapere di astenersi per non urtare suscettibilità cinesi o coreane. Non una scelta morale, ma di convenienza. Il parco che circonda il tempio e il museo militare che sorge accanto ad esso è pieno di gente, molta venuta da fuori. Alcune migliaia. In maggioranza anziani e persone di mezz'età, pochi i giovani. Ci sono anche, senza ostentazione, alcuni veterani nell'uniforme dell'epoca, bianca per la Marina imperiale, beige scuro, senza gradi, pantaloni a sbuffo e stivali per l'esercito. Si inchinano davanti al sacro specchio, dopo un istante di raccoglimento gettano l'offerta nel contenitore e sciamano via. Sul vialone che si apre dopo la Torij, simbolo principale dello scintoismo, sotto un grande tendone bianco, alcune centinaia di membri di un'associazione nazionalistica ascoltano compunti una serie di discorsi dei loro dirigenti, contro l'iniquità delle condanne e delle impiccagioni del '48. La gente passa senza farvi caso, senza fermarsi ad ascoltare. Ma non è indifferenza, c tantomeno dissociazione. Semplicemente, accettazione di quel che accadde. Il Giappone di oggi non rompe con quello di ieri. Fernando Mozzetti

Persone citate: Fernando Mozzetti, Goto, Kaifu

Luoghi citati: Germania, Giappone, Italia, Tokyo