Blitz di de Cuéllar per salvare Beirut di Ennio Caretto

Blitz di de Cuéllar per salvare Beirut Il Segretario delle Nazioni Unite convoca d'autorità il Consiglio di Sicurezza e fa votare una mozione per la tregua Blitz di de Cuéllar per salvare Beirut Bush: via i siriani dalla capitale WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Riunito d'emergenza nella notte di ferragosto dal segretario generale Perez de Cuellar, il Consiglio di Sicurezza dell'Orni ha ieri approvato all'unanimità una mozione urgente «per l'abbandono immediato di tutte le operazioni militari a Beirut, i cannoneggiamenti e gli scontri a fuoco». La risoluzione, sollecitata dagli Stati Uniti e dall'Urss, ha anche chiesto tla rapida apertura di canali di contatto» tra le forze cristiane e quelle musulmane. Ha infine invitato la Lega Araba a riprendere la mediazione fallita a Beirut due settimane fa, deprecando i massacri dei giorni scorsi. In un appello parallelo, la Lega Araba, che ha subito avviato consultazioni interne, ha chiesto «a tutte le parti in Libano un immediato e globale cessate il fuoco». Nella mozione, il Consiglio di Sicurezza dell'Onu non ha fatto il nome della Siria, sembra su sollecitazione della Lega Araba, ma poche ore prima in una conferenza stampa alla Casa Bianca il presidente Bush aveva invocato «il ritiro di tutte le truppe straniere da Beirut», ossia delle truppe siriane e iraniane. In un breve comunicato, il dipartimento di Stato aveva inoltre ammonito che il maggiore spargimento di sangue «viene causato dalle armi pesanti come i mortai da 240 mm che so- no in mano alla Siria». Secondo indiscrezioni della Casa Bianca la convocazione d'urgenza del Consiglio di Sicurezza dell'Onu è stata preceduta da una telefonata tra il segretario di Stato Baker e il ministro degli Esteri sovietico Shevardnadze, che si sono trovati d'accordo su un armistizio a Beirut. Bush ha inoltre dichiarato ai giornalisti di aver discusso a lungo al telefono con de Cuellar l'altro ieri. Anche la Francia, che ha ripreso i suoi sforzi diplomatici, si sarebbe appellata al segretario generale dell'Onu. Il dibattito al palazzo di vetro di New York è stato intenso ma breve. Il Consiglio di Sicurezza ha esortato de Cuellar a seguire con la Lega Araba gli sviluppi delle prossime ore, per sincerarsi che entri in vigore l'armistizio, e che incomincino negoziati. Bush non ha nascosto la profonda apprensione americana per gli eccidi di Beirut. «Mi piange il cuore — ha affermato — per la perdita di tante vite umane... Ricordo quando il Libano era un'oasi nel Medio Oriente, e cristiani e musulmani vi vivevano in pace, e prego che torni tale». Il Presidente ha aggiunto che se la carneficina non finirà, le ripercussioni nell'intera regione saranno negative. «Sono in pericolo le elezioni in Cisgiordania e Gaza e quindi la soluzione del problema palestinese, e diventa più difficile il rilascio degli ostaggi occidenta¬ li a Beirut» ha sottolineato Bush. Il Presidente ha concluso che si terrà in stretto contatto con de Cuellar, con la Lega Araba e altri potenziali mediatori. Nella conferenza stampa, Bush ha ammesso che la pace tra Israele e i Paesi arabi e la liberazione degli ostaggi non saranno possibili senza una schiarita in Libano. A due settimane dall'assassinio del colonnello dei marines Higgings il Presidente ha dovuto confessare che i contatti indiretti degli Stati Uniti con l'Iran sono finora sterili e che non è probabile una «sorpresa di settembre» ossia un accordo sugli ostaggi entro un mese. Ha ripetuto il suo appello a Teheran «a dare un segnale preciso» che desidera normalizzare i rapporti con Washington, e ha detto che sarebbe «benvenuta nella comunità internazionale» se troncasse i legami col terrorismo. Bush ha rifiutato commenti sulla mediazione del Pakistan, incominciata ieri con la visita del ministro degli Esteri Kahn in Iran. Il dipartimento di Stato non ha nascosto il suo allarme per gli ultimi sviluppi a Teheran, dall'apparente indebolimento delle forze moderate capeggiate dal presidente Rafsanjani alle dichiarazioni del ministro degli Esteri Velajati secondo cui 11ran non ha nulla a che fare con gli ostaggi. Ennio Caretto I I bobini cercano di recuperare i libri tra le macerie della loro casa distrutta a Beirut Ovest