Juventus, una beffa messicana

Juventus, una beffa messicana Quattro minuti di follia finale gettano al vento la vittoria nel torneo di Los Angeles Juventus, una beffa messicana Fatali un errore difensivo e quelli di mira delle punte LOS ANGELES DAL NOSTRO INVIATO La Juventus ha lasciato il trofeo della Marlboro Cup in America. Ha vinto il Messico 3-2, ma forse sarebbe meglio dire che ha perso la squadra di Zoff, in vantaggio 2-1 al 72', raggiunta e superata nel giro di tre minuti di autentica follia. Non sarebbe certo stata questa cop- {ia di Ferragosto ad arricchire a bacheca di trofei conquistati dalla Juventus fino a quattro anni fa, Supercoppa, Coppa Campioni, Inteconiinentale e scudetto, gli ultimi allori. Ma è il modo in cui è maturata la sconfitta che fa meditare. Questione di inesperienza, ha sottolineato Zoff. E alla vigilia della stagione del riscatto, questa vittoria sfuggita per errori banalissimi deve far meditare. Rispetto alle precedenti amichevoli, compreso l'incontro con gli Usa, c'è stata forse in concomitanza con questa partita contro una Nazionale la cosiddetta caduta di tensione, di tenuta anche, fatale a un certo punto della preparazione. Una scivolata che ha alcune attenuanti: l'assenza del libero titolare Tricella ha costretto Zoff a schierare Brio chiedendo però a Bonetti di fare il libero e affidando all'«anziano» stopper il controllo del pericoloso Pelaez; la ricerca di schemi alternativi anche in vista dell'inserimento ormai prossimo di Aleinikov ha portato Fortunato ad agire in Ssizione più avanzata; questo to, unito alla giornata negativa di Marocchi, ha costretto Zavarov a un lavoro anche di copertura togliendo al sovietico la necessaria ludicità nei trenta metri finali; infine alla prova opaca, Barrcs ha aggiunto troppi palloni-gol sprecati. Non va dimenticato che di fronte alla Juventus c'era sì una nazionale, ma raccogliticcia. L'ottimo tecnico Velarde deve però avere la bacchetta magica se ha saputo trasformare in pochi giorni questi giocatori assemblati ali ultimo momento in un vero collettivo, tanto forte da permettersi di assorbire a partita iniziata ben quattro sostituzioni senza alcun contraccolpo, anzi beneficiandone nel finale per un rush che ha colto impreparati i bianconeri. Già nel primo tempo s'era capito che per la Juventus non sarebbe stato facile superare questi messicani. Una cosa soprattutto è apparsa chiara. La Ju¬ ventus stava giocando ripetendo certi errori del passato. A tratti è sembrato di rivedere la squadra a trazione anteriore dell'anno scorso. Marocchi, assolutamente irriconoscibile., ha assunto in alcuni frangenti la posizione di seconda punta, Fortunato è andato a «pestare i piedi» a Zavarov quando invece, è un'impressione nostra, ma è giusto ribadirlo, non può permettersi sortite offensive continue non avendo la velocità necessaria a rientrare in zona. Quella zona, davanti alla difesa, che più abbisogna del suo contributo di incontrista, uomo d'ordine. Senza la copertura di Fortunato, Bonetti ha navigato nella posizione di libero, mentre Bno se l'è cavata su Pelaez con l'esperienza (s'è fatto anche ammonire per gioco scorretto) e ha segnato di testa la rete del possibile successo. Dopo un primo tempo in cui Sobillaci e Barros avevano fatto gridare al gol colpendo uno l'esterno della rete, l'altro il palo, Zoff ha tentato di dare più spinta alla squadra liberando Galia dai compiti di marcatura e facendo entrare Bruno al posto di Napoli. La mossa ha dato subito i suoi effetti e la Juventus è passata in vantaggio con un gran tiro di Sobillaci deviato nettamente dal messicano Enrique Vaca. Ma a metà ripresa il Messico ha pareggiato con Alcantara, bravo a mettere in rete in semirovesciata su punizione di Torres aizata di testa da Enrique Vaca. La reazione della Juve è stata rabbiosa e dopo due tiri, uno di Barros e uno di Galia respinti alla disperata dal portiere Pineda, Brio ha trovato la coordinazione per schiacciare in rete un cross di De Agostini. Il tempo di pensare alla vittoria ed ecco Torres sbucare in mischia per il 2-2 su un'azione viziata forse da un fallo che ha suscitato le proteste bianconere (primo fra tutti Zavarov, ammonito). Quindi il pasticciaccio di Bruno che dalla sua arca ha cercato di superare in dribbling Chavez, questi gli ha rubato palla, l'ha aggirato battendo Tacconi in uscita. Nonostante tutto la Juventus ha costruito proprio nel finale tre palle gol non sfruttate per precipitazione da Barros e Sobillaci. Negli spogliatoi Zoff ha fatto la prima ramanzina dell'almo. Poi calmatosi, ha detto: «Ci hanno pressato e aggrediti, noi non siamo stati capaci di sfruttare i loro errori, i messicani sì. E' importante questa sconfitta perché farà capire come si possono perdere partite già vinte. Non ò che non ci tenessi a questa Coppa, mi spiace però il modo in cui s'è perso, per il resto il bilancio della tournée va considerato positivo». Il terzo posto è andato alla Corea del Sud che ha superato 2-1 gli Usa.[f. bad.l JUVENTUS: Tacconi; Napoli (54' Bruno), De Agostini; Galia, Brio, Bonetti; Marocchi, Barros, Zavarov, Fortunato, Sobillaci. MESSICO: Pineda; Herrera, Ruiz Esparza: Ruvalcaba (63' Hernandez), Enrique Vaca, Arellano (46' Torres); Medina, Roon, Becerra (46' Alcantara), Castaneda (61' Chavez), Pelaez. Arbitro: Angeles. Reti: 55' Enrique Vaca autogol, 88' Alcantara, 72' Brio, 73' Torres, 75' Chavez. Spettatori: 23.191 paganti.