La ciurma della Manovra Economica

La ciurma della Manovra Economica L'apparizione di un sinistro vascello turba il Ferragosto del piccolo contribuente italiano La ciurma della Manovra Economica DA tempo pressoché immemorabile gli italiani non hanno modo di godersi il Ferragosto in quello stato di beata spensieratezza che la parola sembrerebbe suggerire, implicare. «Allora, Arturo, a questa circumnavigazione dell'Elba ci stai o non ci stai? Ti vedo poco convinto...». «I tuoi baci hanno qualcosa di approssimativo, Ivano. Non mi ami più?». «Perché quella faccia, Ugo Maria? Non hai digerito l'anguria?». L'interrogato produce un sorrìso stoico e si passa una mano davanti agli occhi, come per liberarsi da una zanzara, da un'alga. «No, no, non è niente...». In verità il suo pensiero, pur intontito dal sole, anneb¬ biato dal bianco in ghiaccio, turbato dal passaggio di strabilianti costumini scosciati, non riesce mai a staccarsi del tutto da quel nero punto visibile laggiù, tra cielo e mare, sul' filo del suo orizzonte mentale: è la Manovra Economica, sinistro vascello che ogni estate viene immancabilmente a incrociare al largo delle nostre vacanze. Verso il tramonto, quando i gridi di bambini e gabbiani si affievoliscono, giunge fino a riva uno strìdulo, metallico suono. La ciurma della Manovra Economica è intenta ad affilare e riaffilare i suoi i coltellacci e un brivido corre lungo la schiena del piccolo contribuente. Egli sa che non si tratta di marinai della domenica, che all'ombra della teschiata bandiera è riunito un gruppo navigatissimo di ministri e sottosegretari, consulenti, tecnici, esperti, che nulla hanno da invidiare ai Fratelli della Costa. Gente capace di tagliar via una spesa inutile con un solo fendente, di ridurre un deficit all'osso, di affettare al millimetro qualsiasi privilegio fiscale e cor- porativo, di incidere impeccabilmente bubboni abusivistici, pensionistici, appaltisi ici, eccetera. Sa che non pochi di quei pirati e bucanieri hanno esperienza della guerra allo spi -3co in acque internazionali e nelle notti di luna, non appena il mestolo del rum comùicia a circolare liberamente, il suo orecchio percepisce i sofisticati cori della Harvard Business School e della London School of Econon.'cs. Chi devono impressionare tutte quelle esibizioni di vele al vento, di cannoni minacciosamente puntati, tutto quell'apprestamento di pistole, archibugi e grappini d'arrembaggio, tutte quelle i stupende virate e ardite controvirate? Con chi se la pren¬ derà l'agguerrito legno, che ha l'aria di poter sgominare qualsiasi flotta? Non c'è davvero proporzione tra la maestosa Manovra Economica e il piccolo contribuente che spinge a fatica il suo pedalò a venti metri dalla spiaggia. Eppure egli trema. Sa che, ancora una volta, le bordate in fin dei conti arriveranno addosso a lui, e a lui soltanto. Sa che quel fiero equipaggio altro non farà che aumentare il prezzo del tram, delle sigarette, della benzina... Pedala tremulo, il piccolo contribuentc, e ancora una volta si dice che, se tutto si riduce a questo, sarebbe bastato, per decidere, un bagnino. Cario Frutterò Franco Lucenti ni

Persone citate: London, Ugo Maria