Il premier polacco rinuncia di E. St.

Il premier polacco rinuncia Kiszczak propone come successore il leader del Partito Contadino Il premier polacco rinuncia Si attende la contromossa di Walesa VARSAVIA NOSTRO SERVIZIO Il generale Kiszczak ha gettato la spugna. Rinuncia a governare la «nuova Polonia», ma in compenso cercherà di non farla governare neppure a Solidarnosc: con una mossa a sorpresa l'ex ministro degli Interni ha infatti proposto come premier un «laico». E' Roman Malinowski, presidente del Partito Contadino. Per decenni ligia fìancheggiatrìce del Poup alla Dieta, questa lista ha frettolosamente rotto il collateralismo dopo le elezioni-plebiscito a favore di Walesa, minacciando persino di fare il governo con Solidarnosc, senza poup. Ieri mattina era per l'appunto atteso un incontro-chiave tra Mali nowski e il Nobel, ma il leader dell'opposizione ha atteso invano la telefonata decisiva in un albergo di Varsavia prima di ripartire, deluso, per Danzica. Malinowski riteneva probabilmente opportuno non farsi sentire, e la sua anomala candidatura lanciata in extremis da Kiszczak (è il presidente Jaruzelski, secondo la Costituzione, ad essegnare i mandati) premia forse proprio questa prudenza. L'interessato augurio del poup ai «contadini» è comunque quello di «creare un nuovo governo con tutte le forze rappresentate in Parlamento». Torna, insomma, la vecchia proposta di «unità nazionale», che Solidarnosc ha bocciato con varie sfumatura, da un Geremek apparso possibilista all'i¬ nattesa levata di scudi di Walesa, domenica. «O noi o loro» aveva detto in buona sostanza il Nobel giudicando «inaccettabile» persino una premiership di Solidarnosc con ministerichiave (Difesa, Interni) ai comunisti. L'uscita ha destato nelle ultime 24 ore allarmi all'Est, proteste da parte del poup («Tradite gli accordi della tavola roton- da») e sorpresa in Occidente. Forse, alla luce di quanto avvenuto ieri pomeriggio, era solo una mossa strategica per far capire al pc che mai Solidarnosc avrebbe accettato come premier «l'uomo d'ordine» del Poup. Ora cambiano le carte in tavola. Ha vinto Solidarnosc, affossando il candidato comunista, ma ha vinto anche il regi¬ me, passando la fiaccola della «solidarietà nazionale» a un partito non dichiaratamente d'opposizione che — lusingato dai riflettori — potrebbe mostrasi nuovamente malleabile. Difficile dire quale seguito reale abbia nel Paese il Partito dei Contadini. Anche nelle ultime politiche, infatti, si è visto assegnare d'ufficio un certo numero di seggi alla Camera Alta. Tradizionalmente e per statuto difende gli interessi della piccola propietà terriera — quindi, in prospettiva «borghese», potrebbe avversare in futuro l'ancora massiccio statalismo dell'economia rurale — ma finora aveva sempre abbracciato, anche in questo campo, le lineeguida del pc. La situazione sociale resta d'assoluta emergenza. «Solidarnosc combattente», l'ala dura clandestina, è tornata in piazza a Danzica con una manifestazione davanti alla sede del pc cui hanno partecipato anche giovani anarchici. Molto duri gli slogan, imparzialmente divisi fra il poup e Walesa, accusato di voler «capitolare» davanti al regime. [e. st.]

Luoghi citati: Danzica, Mali, Polonia, Varsavia