La sigaretta italiana va in tilt

La sigaretta italiana va in tilt La sigaretta italiana va in tilt // contrabbando spinge le marche straniere ROMA. Al fumatore italiano piacciono sempre di più le «straniere». Incalzata dalla concorrenza, penalizzata da campagne di stampa, colpita nel fianco dal contrabbando, la sigaretta italiana continua a perdere quote di mercato. Nel 1938, secondo quanto rileva la corte dei Conti nella bv, relazione sul rendiconto generale dello Stato, la flessione nelle vendite di tabacchi rispetto all' anno precedente è stata del 5,83% per le sigarette di marca italiana e del 4,59% per quelle straniere prodotte in Italia: un calo vistoso, a cui ha fatto da contraltare un incremento del 7,98& delle marche straniere importate. L'avanzata delle «straniere» procede con ritmi travolgenti. Nell'84 i tabacchi esteri assorbivano una quota di mercato pari al 35,9%; nel 1985 la quota saliva al 37,8 e raggiungeva il 38,1 l'anno successivo, per sfondare il «tetto» del 40% in quest'anno (41,4%). Al fenome- no si affianca poi il deciso crollo delle nostre esportazioni: nel 1988 hanno preso la via estera appena.450 tonnellate di sigarette italiane, una quantità inferiore del 24,4% a quella esportata nel 1987. La contrazione delle vendite «nostrane» secondo i magistrati contabili ha limitatamente inficiato il trend positivo dei ricavi, che tendenzialmente viene assicurato anche con aumenti dei prezzi al consumo. Il ricavato delle vendite, infatti, è ancora cresciuto nell'88 ( + 7,35% contro il 4,54 dell'87) attestandosi in valori assoluti su 9383,2 miliardi di lire, contro gli 8740,7 miliardi del 1987. Punti dolenti per la sigaretta italiana sono la concorrenza delle case produttrici estere ed il contrabbando. Per quanto riguarda il primo aspetto la Corte sottolinea che «il divieto della pubblicità del tabacco viene ancora facilmente eluso con il ricorso a varie forme, tra le quali la promozione pubblicitaria di capi di abbigliamento i cui marchi hanno il nome comune a quello di prodotti da fumo di marche estere». Altra piaga non sconfitta è il contrabbando, alimentato anche da «quantitativi sottratti mediante furti e rapine». Secondo i magistrati contabili dal primo gennaio al 31 dicembre '88 sarebbe stata constatata una evasione di tributi per oltre 140 miliardi, riferita a circa 770,5 tonnellate di prodotto. La produzione complessiva italiana è passata dalle 84.813 tonnellate del 1983 alle 67.427 tonnellate del 1988. [Ansai o e a a a a a l a e e ' l a e n a l Uosim/muvi^^ aMEJMBBiBGlLMBBi MEM

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