Pechino non è più all'indice

Pechino non è più all'indice CINA wm Scambi economici e incontri politici anche se la repressione del dissenso non si arresta Pechino non è più all'indice 77 Giappone e l'Occidente mettono in soffitta le «sanzioni» TOKYO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il Giappone si prepara a ridare gli aiuti economici alla Cina, congelati dopo il massacro del 4 giugno. Lo ha indicato venerdì il ministro degli Esteri, Taro Nakayama, aggiungendo che saranno allentate le restrizioni su visite ufficiali. «La situazione cinese sembra essersi stabilizzata», ha detto il ministro lasciando capire che presto ricomincerà il flusso degli aiuti per progetti in aree esenti dalla legge marziale. Lo stesso primo ministro, Kaifu, nella sua prima conferenza stampa di venerdì si era augurato «relazioni più calorose» con Pechino, lasciando al responsabile degli Esteri di precisare la ripresa degli aiuti. E' un ulteriore conferma che a soli due mesi dalla strage e mentre la repressione continua, Pechino sta gradualmente uscendo dall'isolamento decretato dall'Occidente. Stati Uniti, Francia e Inghilterra stanno riprendendo i contatti politici. Imprese americane hanno già ripreso gli investimenti. Intanto in Cina si susseguono arresti di lavoratori, intellettuali e studenti. L'altro giorno a Canton è stata eseguita la condanna a morte per 18 persone, accusate di corruzione. Prima di finirle col colpo alla nuca, sono state portate in giro per la città, su un camion, con appesi al collo i cartelli delle accuse. La reazione del mondo libero dopo la Tienanmen si va spe- Enendo sotto la pressione comicità del business e di motivazioni geo-strategiche. Nell'opinione pubblica internazionale, allo sdegno sta subentrando l'indifferenza. La posizione del Giappone, solitamente molto cauto sulla scena politica internazionale e mai un passo avanti agli ameri¬ cani, segue i mutamenti avutisi in quella di Washington e di altri Paesi, come Gran Bretagna e Francia. Nel luglio scorso, alla conferenza di Parigi sulla Cambogia, il ministro degli Esteri cinese Qian Qichen ha avuto incontri con undici altri ministri degli Esteri: in primo luogo di Francia e Inghilterra e col segretario di Stato, Baker, e con quelli dei Giganti dell'Asia: Giappone, Inia è Indonesia. L'altro giorno il Dipartimento di Stato ha dichiarato di aver ritirato la raccomandazione ai cittadini Usa a non recarsi in Cina. Venerdì, a Pechino, l'ambasciatore americano James Liley ha partecipato a un banchetto oiTerto da Li Ruihuan, membro del comitato permanente del politbjuro, per la firma dell'accordo sulla concessione di una vasta area a una compagnia Usa per in vestimcnI ti di un miliardo e mezzo di dol¬ lari. E'ia prima intesa dopo il massacro, in seguito al quale tutte le trattative erano state sospese da parte americana. La firma è stata trasformata da ambo le parti in opportunità per il primo incontro ad alto livello fra un esponente della Città Proibita e l'ambasciatore Usa, conferendole peso politico. Con Londra, Pechino ha nei giorni scorsi raggiunto l'intesa {>er la ripresa degli incontri per 'applicazione dell'accordo su Hong Kong, sospesi dopo il massacro. Le indicazioni, di segno politico, venute l'altro giorno dal nuovo governo giapponese erano state precedute da un altro gesto, umanitario ma di valenza più ampia: due milioni di dollari alla Croce rossa cinese per aiuti ai colpiti dalle inondazioni. Fernando Mazzetti

Persone citate: Baker, Fernando Mazzetti, James Liley, Kaifu, Qian Qichen, Taro Nakayama