Più Stato ai privati è scontro

Più Stato ai privati, è scontro Terrchi, edifici, banche, servizi: due schieramenti sulle vendite dei beni pubblici Più Stato ai privati, è scontro oco un forziere da 800.000 miliardi vuol cedere le municipalizzate ROMA. Qualche ministro si occupa di terreni. Un altro di casèrme. Un altro collega ha il problema della Cit. E c'è chi si interroga sul futuro delle banche, oppure chi sta cercando accordi per consegnare la corrispondenza. Le privatizzazioni di beni e servizi fanno lavorare il governo e provocano discussioni, contrasti, conflitti di interesse fra cordate. Fino al momento prima di chiudere l'ufficio per Ferragosto, Paolo Cirino Pomicino e Guido Carli, ministri, de < di Bilancio e Tesoro, hanno . studiato la progettata vendita ài beni del demanio, cioè di aree e fabbricati di pro: prietà dello Stato. Appena torneranno dalle vacanze, Pomicino e Carli tenteranno di mettere a puntò un disegno di legge. Con Rino Formica, responsabile socialista delle Finanze, cercano soldi per ridiirre il déficit pùbblico. A settembre. Oscar Marami, ministrò repubblicano delle Poste, vuole chiudere le trattative con Franco Defendini, leader (con là Send Italia) nel settore dei recapiti privati, per gestire alcune attività postali. . . Anche' in Parlamento ci si chiede se è opportuno ridurre la presenza pubblica e dove è possibile farlo. Biagio Marzo, presidente socialista della commissione bicamerale per le Partecipazioni statali, avanza una proposta: «Potrebbero essere privatizzate le aziende municipalizzate. Pesano moltissimo sui bilanci degli enti locali e sono inefficienti». Tra il 1987 e !'88, le sole imprese di trasporti locali hanno pèrso 1600 miliardi; pòi ci sono centrali del latte, mattatoi, aziende di gas e acqua: . Le privatizzazioni, anche se in mille forme diverse, tornano j di moda. E con loro le tradizionali polemiche. Lo stesso Mar•zo avverte: «Non si può fare di tutta l'erba un fascio. E' giusto "vendere terreni abbandonati, non lo è cedere banche o la Sme o la Cementir perché si alterano gli equilibri economici):. Vere e pròprie cannonate sono state .sparate da Carlo Donat-Cattin, Che ha accusato l'ex presidente del consiglio Goda di essere «andato in giro a propagandare la merce».insieme al liberale Francesco De Lorenzo. Il ministro della Sanità, è stato difeso ieri dalla segreteria liberale, che con una nota giudica inammissibile polemiche fra coi ioghi di governo e rivendica «la libertà di scelta per i cittadini delle prestazioni sanitarie». I sostenitori delle privatizzazioni insistono sul recupero di efficienza e soprattutto di denaro per raddrizzare i conti dello Stato. Teòricamente, c'è tanto da véndere. Due anni fa, la commissione guidata dal giurista Sabino Cassese ha stimato in 220 mila miliardi il valore dèi fabbricati pubblici e in 431 mila quello dei terreni: non tut' io è vendibile, altrimenti lo Sta. tò; rischierebbe sfratti a raffica . per i suoi uffici, si Poi ci sono enti, banche, aziende. Qui i calcoli sono più approssimativi. Cedere l'Enel Eotrebbe procurare 23 mila mi ardi; i principali istituti di credito potrebbero essere stimati 40 mila miliardi; buona parte di Iri, Eni e Efim il doppio, la Rai 6 mila. Tutto compreso, un patrimonio da 800 mila miliardi, poco meno del debito pubblico cumulato che ha sfondato il tetto del milione di miliardi. Ma venderlo di colpo sarebbe una rivoluzione con effetti sociali dirompenti. Qualcosa cammina. La Finanziaria Ernesto Breda ha firmato una lettera d'intenti con il finanziere Giuseppe Ciarrapico, al quale cèderà la società immobiliare Sigma. Carlo Bernini, ministro de dei Trasporti, ha preso tempo per decidere se privatizzare la Cit (alla quale è interessato Berlusconi). Per vendere le banche, premono Carli e Andreatta, presidente de della commissione bilancio del Senato. Non ne vogliono sentir parlare i socialisti e altri due de. Pomicino e Carlo Fracanzani, ministro delle Partecipazioni statali. Fracanzani è anche paladino de! mantenimento della finanziaria alimentare Sme nell'Ili che secondo lui vale almeno 3500-4000 miliardi: non privatizzarla, fa sapere, è «la risposta alla politica di colonizzazione del settore da parte delle multinazionali estere». Sono d'accordo con lui Confagricoltura, Coldiretti e Confcoltivatori: ieri, lo hanno scritto in un documonto. Roberto Ippolito IL REBUS DELLA FINANZA PUBBLICA LE PROPRIETÀ' DELLO STATO ti» MILIARDI DI LIRE! TOTALE 800.000 ÓLl I DEBITI DELLO STATO 11» MILIARDI DLLIRE] TOTALE DEBITO CONSOLIDATO 1.000.000 FABBRICATI 220.000 TERRENI 431.000 ENEL 23.000 BANCHE 40.000 IRI ENI EFIM 80.000 L RAI 6.000 W Per il patrimonio immobiliare sono indicate le stime della commissione Cassese. Per banche e aziende a partecipazione statale si è tenuto conto di alcune stime, fra cui quella di Cario Scognamiglio, rettore della Luiss: si tratta comunque di indicazioni parziali

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