Pechino offre schiavi-operai
Pechino offre schiavi-operai CINA w Proposto alla Volvo di utilizzare detenuti Pechino offre schiavi-operai BRUXELLES. Una società belga ha offerto alla Volvo, l'azienda svedese costruttrice di automobili, di far lavorare prigionieri cinesi a metà del salario normale, se deciderà di aprire una fabbrica in Cina. Il gruppo svedese ha rifiutato l'offerta perché «puzza di schiavismo». La «Chinter», la società belga, confermando la notizia, ha detto che la reazione della Volvo mette in cattiva luce la proposta che non ha nulla di strano perché in tutto il mondo i carcerati lavorano. Charles Chi, un cinese naturalizzato belga direttore della società, ha dichiarato che sono state le autorità cinesi a prendere l'iniziativa; ma la cosa è stata negata dall'ambasciata: •La notizia non ha alcun fondamento, non ci sono stati contatti con la Chinter». Charles Chi ha detto che il progetto era di lasciare che società estere affittassero fabbriche vuote a poco prezzo e «noleggiassero» i detenuti come manodopera a basso costo. Secondo il quotidiano Le Soir, il direttore della società belga ha affermato che «lavorare per gli stranieri avrebbe dato ai prigionieri una qualificazione che gli sarebbe tornata utile nel reinserimento nella società» e ha anche spiegato che i detenuti sarebbero stati scelti tra quelli colpevoli di reati minori, escludendo quanti sono stati imprigionati per la recente repressione. Anche perché, ha aggiunto, i «politici» non possono entrare in contatto con gli stranieri. Lo stipendio dei prigionieri sarebbe di cento dollari al mese: più di quanto guadagni un operaio cinese, ovvero di quanto guadagnano i prigionieri che lavorano in ditte cinesi, ma tre volte meno del salario minimo versato attualmente dalle imprese estere che operano in joint-venture. 1 Agi-Api
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