Vienna nella Cee, no da Mosca

Vienna nella Cee, no da Mosca AUSTRIA Nota dell'Urss: compromette l'obbligo di neutralità sancito dai trattati Vienna nella Cee, no da Mosca Vranitzky replica: è una questione interna VIENNA. Il governo sovietico ha espresso preoccupazione circa una eventuale adesione dell'Austria alla Comunità Europea in quanto comprometterebbe le «reali possibilità di attuazione della politica di neutralità» del Paese. In una nota consegnata dall' ambasciatore Ghennaai Shikin al cancelliere Vranitzky, il governo sovietico afferma di seguire con preoccupazione gli sforzi austriaci per una piena adesione alla Cee. Un passo che, secondo Mosca, non riveste carattere unicamente economico ma anche politico. Un eventuale ingresso dell' Austria costituirebbe - è detto nella nota - «un serio problema politico» in quanto la Comunità accanto all'integrazione economica persegue anche la armonizzazione di una comune politica estera e di sicurezza. Con l'adesione alla Cee, l'Austria vedrebbe compromessa la possibilità di proseguire la sua politica di Stato neutrale sancita dal trattato di Stato del '55 e accolta dalla Costituzione. Il governo sovietico prende d' altra parte atto che nel presentare la domanda di adesione il governo austriaco ha fatto presente con fermezza di annettere importanza primaria alla propria neutralità e che qualora essa fosse minacciata preferirebbe ritirare la sua candidatura. Il governo di Mosca si augura che nessun mutamento intervenga nella posizione austriaca e che la difesa dello statuto di neutralità continui a rivestire priorità assoluta sia nel suo dettato giuridico che politico. Nel documento consegnato al cancelliere austriaco, nel quale Mosca espone in dettaglio il suo punto di vista sulle trattative di Vienna per un ingresso nella Cee, culminate il 17 luglio a Bruxelles con la presentazione formale della lettera di adesione, si afferma fra l'altro che quale Paese firmatario del trattato di Stato, l'Unione Sovietica è interessata al futuro rispetto delle realtà politiche sancite nel dopoguerra, una delle cpiali è appunto la «sovranità e integrità territoriale della Repubblica austriaca». La nota del governo sovietico afferma inoltre che è proprio grazie alla sua neutralità che 1' Austria ha guadagnato grande rispetto nella scena politica internazionale, divenendo fra l'altro uno dei centri delle Nazioni Unite, nonché teatro di importanti negoziati Est-Ovest. La neutralità — conclude la nota — non è solo «il possesso politico più prezioso della Repubblica austriaca ma rappresenta a) contempo un grande fattore di stabilità, di fiducia e di comprensione reciproca in Europa». Il Cancelliere Vranitzky ha replicato che la «politica comunitaria deli' Austria è una questione di autonoma ed esclusiva competenza del nostro Paese». Nonostante la presa di posizione ufficiale dell'Unione Sovietica, il Cancelliere ha detto di rimanere convinto del suo «prudente ma determinato» procedere riguardo al problema dell'adesione. Il Cancelliere ha poi rilevato che il governo austriaco non ha mai mostrato di voler retrocedere neppure di un millimetro dalla porpria neutraltà e che il serrato dibattito nel governo e fra i partiti per raggiungere il consenso ha semmai rallentato i tempi della decisione sulla candidatura. Secondo Vrantizky, le dichiarazioni del governo sovietico confermano che la linea adottata dall'Austria è quella giusta: «Protezione dei propri interessi e piena difesa e chiarezza della nostra posizione nei confronti dei nostri amici». Per il ministro degli Esteri Mock il tenore del memorandum sovietico è lo stesso dei colloqui da lui avuti a Mosca nel settembre dell'88 e non contiene alcun veto di principio a una adesione dell'Austria alla Cee. Anche per il vicecancelliere Riegler la nota sovietica non contiene elementi nuovi e non ha carattere di «stringente attualità». [Ansa]

Persone citate: Ghennaai Shikin, Mock, Riegler, Vranitzky