«Licenza-killer per la polizia» di Alfredo Venturi

«Licenza-killer per la polizia» fr»MANIA FEDERALE Proposta di legge, polemiche a Bonn «Licenza-killer per la polizia» BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Si esercitano a colpire da quaranta metri bersagli grandi come una moneta da cinque marchi: ma l'obbiettivo ò mettersi in condizione di centrare la testa di un uomo, magari ir. movimento, e da distanze anche maggiori. Con le loro armi di estrema sofisticazione, i tiratori scelti delle varie polizie tedesche si preparano a fronteggiare l'emergenza della presa d'ostaggi. I loro comandanti sognano il «finaler Rettungschuss», il colpo risolutore che scioglie il dramma liberando la vittima, sia pure a spese della vita del delinquente. Ma il quadro legislativo è fortemente controverso, e il settimanale Stern riassume la questione in una domanda: lo Stato può uccidere? II problema è di attualità in Germania per due ragioni. La prima: il processo in corso a Essen contro i tre banditi che un anno fa, con una furiosa scorribanda seguita a una rapina, tennero il Paese con il fiato sospeso. Finì, come si ricorderà, con il maldestro assalto delle forze speciali, e con la morte di un secondo ostaggio dopo l'assassinio »a freddo dell'italiano De Giorgi. L'altra ragione di attualità è una proposta del ministro dell'Interno, il democristiano Wolfgang Schaeuble: non sarebbe ora, ha detto costui, di regolare una buona volta per legge questa materia, riconoscendo alla polizia il diritto di colpire a morte in caso di emergenza? Oggi la legge è ambigua in materia. Essa prevede che la polizia possa sparare per impedire la fuga o l'attacco da parte del criminale: questo equivale a dire, secondo l'interpretazione prevalente, che può ferire ma non deliberatamente uccidere. D'altra parte in tre Laender a guida conservatrice (Baviera, Renan.a-Palatinato. Bassa Sassonia), i regolamenti di polizia contemplano anche in caso di emergenza i) colpo volutamente mortale. La cruenta conclusione dell'avventura di Roosnor e Degowski, un anno fa, avvenne nel socialdemocratico Nordreno-Vestfalia. In quel caso la polemica fu ulteriormente alimentata dal fatto che Silke Bischoff, la ragazza uccisa nella sparatoria, aveva più volte pregato la polizia di non intervenire. Il dibattito si nutre di ragioni morali e di ragioni tecniche. Le ragioni morali: da una parte si dice che tutto va tentato per salvare una vita minacciata, e che quindi è giusto sparare, quando sia possibile farlo senza provocare guai supplementari. Ma dall'altra parte si contrappone il fatto che la pena di morte ò esplicitamente esclusa dalla costituzione della Repubblica Federale, e dare alla polizia questa ufficiale licenza di uccidere equivale, in pratica, a reintrodurla di fatto. Come è intuibile, l'opinione si divide in materia secondo linee tipicamente politiche: la destra vuole il Rettungschuss, la sinistra è contro, il centro è diviso. Quanto alle ragioni tecniche del dibattito, si nutrono di una statistica ormai folta. La polizia tedesca ha il grilletto piuttosto facile: nei dieci anni fra il '78 e l'87 ha sparato 797 volte, uccidendo 119 persone e ferendone 517. Ma soltanto nel dieci per cento di questi casi si trattava del tema oggi in discussione: cioè di interventi che miravano a uccidere il bandito per salvare l'ostaggio. Il penoso fiasco del caso Bischoff purtroppo non è isolato. Basti ricordare il caso del '72, quando le forze speciali aprirono il fuoco contro otto terroristi arabi che avevano catturato al villaggio olimpico di Monaco nove atleti israeliani. Risultato: morti tutti gli ostaggi, morti cinque terroristi, morto un poliziotto. C'è anche qualche esempio di successo. Come la liberazione dei passeggeri di un aereo tedesco sequestrato da- terroristi palestinesi nel '77, sulla pista dell'aeroporto di Mogadiscio, da parte delle squadre speciali delle guardie di frontiera. O come il caso di quel tiratore che nel '74, dopo una rapina a Amburgo, riuscì a colpire al capo un bandito che minacciava, con un coltello alla gola e una pistola puntata, il direttore della banca. I fautori della linea dura fanno notare che quando le cose vanno bene, quando cioè si salvano le vite degli ostaggi, il fronte di opposizione si riduce al minimo. E' per questo che i tiratori continuano a esercitarsi su quel minuscolo bersaglio, immaginando la testa incappucciata di un bandito o di un terrorista. Alfredo Venturi

Persone citate: Bischoff, De Giorgi, Silke Bischoff, Stern, Wolfgang Schaeuble

Luoghi citati: Amburgo, Baviera, Bonn, Germania, Mogadiscio, Monaco