NEWTON COMPTON IL PREZZO FA IL LIBRO

NEWTON COMPTON IL PREZZO FA IL LIBRO NEWTON COMPTON IL PREZZO FA IL LIBRO QROMA UARTIERE Prati. Sui muri degli alti palazzoni umbertini sbiadiscono slogan minacciosi, patetico ricordo ^dell'estremismo nero degli Anni Settanta. Nelle strade, traffico caotico e turisti accaldati che si trascinano verso San Pietro. La sede della Newton Compton, una casa editrice profondamente legata alla realtà romana, si trova in una delle zone della città dove più visibili sono i segni delle trasformazioni del tessuto urbano e delle sovrapposizioni della Ruma capitale alla Roma pre-unitaria. La storia della Newton Compton comincia vent'anni fa, luglio '69, per iniziativa dell'allora librario-editore Vittorio Avanzini e dello psicoanalista Flavio Manieri. «L'idea era creare delle collane di saggi che già esistevano in edizione costosa», ricorda Avanzini, «da offrire ad un pubblico di giovani, in edizione tascabile e a prezzo economico». Il mercato del libro viveva ancora il momento magico determinato dalla scoperta «rivoluzionaria» del tascabile. Un giorno d'aprile del '65, il 27, era arrivato nelle edicole al prezzo di 350 lire Addio alle armi di Hemingway che inaugurava la collana settimanale degli Oscar. In una settimana, ne furono vendute oltre 200.000 copie; in due mesi, più di 600.000. Era il trionfo non solo del libro in edizione economica, ma anche dell'idea di raggiungere strati di pubblico lontani dalle abitudini alla lettura, di «democratizzare le lettere». Sorta in pieno post-68, la neonata casa esordisce puntando sulle potenzialità offerte dal pubblico giovanile, i cui gusti orientano anche la scelta della sigla. «Volevamo dare l'idea di qualcosa di già orecchiato. Allora andavano di moda i nomi anglicizzanti: c'era l'Etas Kompass, la Jaka Book. Noi scegliemmo i nomi di due fisici, Isaac Newton e Alfred Compton». Il catalogo viene costruito su due filoni, la saggistica scientifica e la grande poesia del '900. Si pubblicano le opere di Freud, Jung, Darwin, Russell. Le poesie di Prevert, Tagore, Lorca, Jimenez accanto alle pagine dei nuovi «classici»; nel 71 esce il Bob Dylan a cura di Fernanda Pivano. Dai trenta titoli annui degli inizi si passa ad un massimo di 70/80, poi una flessione: dopo il '75, con il tramonto del cosiddetto «boom della cultura tascabile», inizia un periodo di riconversione durante il quale la casa editrice assume alcune delie caratteristiche attuali, indirizzandosi verso la storia lo¬ cale, il folklore, le tradizioni popolari, l'archeologia. Accanto all'«Universale tascabile», ai «Paperbacks saggi» e ai «Paperbacks poeti» vengono lanciate le edizioni non economiche e la collana principale della Newton, «Quest'Italia», i cui titoli sono in gran parte dedicati alle culture regionali, all'architettura e alla toponomastica delle grandi città. Nell'88, inizia un'ulteriore fase di trasformazione, «rilanciando la nostra vocazione primaria», dice Avanzini, «e restituendo al tascabile la sua identità di economicità». Nascono i «Grandi tascabili economici», volumi di grande formato ma a basso prezzo (3900 lire) di testi classici (da Freud a Einstein) e i «Grandi tascabili d'arte» (9900 lire) frutto di un accordo con l'editore svizzero Skira, che escono contemporaneamente in America, in Francia e in Germania. Fra i primi titoli: Lapit- tura del Rinascimento di Venturi; fra quelli annunciati, il Van Gogh di Leymarie e il Botticelli di Argan. Oggi la Newton Compton, che vanta un fatturato netto di 7 miliardi, 13 collane, oltre 80 titoli l'anno, 60 ristampe, punta su vari segmenti del mercato: tascabili, olografie, narrativa, tre riviste su Roma, Bologna, Firenze, quattro opere a dispense. Fra le novità dell'autunno, la ricostruzione degli ultimi mesi di Anna Frank dell'olandese Willy Lindwer, due saggi sull'Art decó e l'Art nouveau di Jean Paul Bouillon, un romanzo dell'esordiente Camillo Falivena. Per fine agosto, / comunisti e l'ultimo capitalismo di Adalberto Minucci. Un volume, dicono alla Newton, in contrasto con l'attuale segreteria del Pei. Elisabetta Mondello

Luoghi citati: America, Bologna, Firenze, Francia, Germania, Italia, Roma