Magalli: Fantastico (e un pò vanitoso)

Magalli: Fantastico (e un po' vanitoso) Dirigerà i giochi come «specialista» nella trasmissione condotta da Anna Oxa e da Massimo Ranieri Magalli: Fantastico (e un po' vanitoso) Dice: «Il mio 'Domani sposi' ha riscosso consensi e simpatia perchè in televisione arriva più la simpatia della bellezza. Diffido di quelli che sono infastiditi dalla notorietà. Non li credo sinceri: è bello se per strada ti chiedono l'autografo» Giancarlo Magalli dirigerà i giochi del Fantastico con la Oxa e Ranieri. Perchè ormai è un vero specialista. Specialmente se si tratta di mettere insieme almeno due persone. «Si, il gioco delle coppie ha funzionato, funziona, e bisogna renderne merito a Columbro che è stato il primo. L'ha dimostrato lui e l'ho dimostrato anch'io...». E s'è trovato in concorrenza con la Bonaccorti... «Già, anche lei in fondo ha fatto qualcosa di simile, sebbene alla coppia di genitori ha aggiunto i figli, mettendoli a confronto». A che conclusione è arrivato sull'istituto del matrimonio? «Che il matrimonio è una bella cosa, sana, soddisfacente e perfino piacevole. Specie dopo che è venuta meno l'indissolubilità che lo faceva apparire angosciante». Giancarlo Magalli, 42 anni, romano, riammogliato da poco, piccoletto pepato, adesso si riposa dopo la soddisfatta fatica quotidiana di «Domani sposi», programma che deve averlo propiziato al gran passo. C'è stato anche un professionale successo di simpatia ed egli può sentirsi appagato dopo tanti anni di semioscura routine dietro le quinte. Prima come scatenato animatore di villaggi turistici, poi al cabaret con la collaborazione a Pippo Franco mettendo su carta i monologhi. Quindi eccolo organizzatore dei programmi «Giochi senza frontiere» e «Non stop». E in quest'ultimo ha avuto il merito di lanciare Massimo Troisi. Poi via via altre trasmissioni per concludere come unico conduttore e responsabile del programma «Domani sposi», in 120 puntate. Dunque un bilancio decisamente positivo... «Senz'altro, c'è stato molto ascolto e molti', simpatia. Dopo il primo periodo abbiamo allargato lo spettro degli ascoltatori, che all'inizio era prevalentemente femminile, anche agli uomini, ai mariti un po' casalinghi». Come spiega il successo di tanti conduttori che certo non si possono definir belli nel senso classico, come Costanzo, Ferrara e diciamolo via, anche come Magalli? «Penso che chi ha la fortuna di nascere bello non ha bisogno di essere simpatico, colto e intelligente... Chi invece bello non è, per forza di cose deve sopperire con una carica di simpatia, ed essere perfino più intelligente e preparato. Ora, siccome in televisione arriva più la simpatia che la bellezza - o magari questa si esaurisce prima alla lunga funzionano meglio i simpatici non belli, sono accolti con maggior benevolenza, non suscitano gelosie». Secondo questa teoria, lei a chi pensa di somigliare almeno un po', tra coloro che l'hanno preceduta? «E' molto semplice: il mio pensiero corre a Mario Riva. Per un certo tipo di comunicativa è stato un predecessore, piaceva moltissimo a tutti, anche a me, e non possiamo certo dire che fosse un uomo avvenente. Noi siamo la rivincita del non play boy». Lei non è tra quelli che dicono che la notorietà è una seccatura? «No. lo diffido anzi di qxielli che dicono di infastidirsi se vengono riconosciuti. Non li credo sinceri perché è evidente che chi si espone in vetrina facendo questo tipo di lavoro ha in sé una componente di vanità. Credo che sia molto più fastidioso quando non si è riconosciuti e non ti chiedono gli autografi. E poi c'è la solita leggenda del vigile che non ti fa la contravven zione perché ti riconosce...». Il cinema la interessa? «Moltissimo. Ho lavorato un po' per il cinema. Io accarezzo da tempo un sogno, quello di poter fare una regia cinematografica. Forse pochi sanno che io sono nato su un set, dal momento che mio padre faceva il direttore di produzione». F non l'ha favorita per introdursi nell'ambiente? «Al contrario. Contrastava ogni mia aspirazione artistica, temeva che potessi diventare uno spiantato, come tanti altri che non hanno sfondato. Così mi ha messo a fare l'assicuratore. Ma lo feci per poco. Starmene seduto dietro una scrivania a controllare contratti mi intorpidiva la mente. Per fortuna Gianni Boncompagni venne ad abitare alla porta accanto. Diventammo amici e quando fece "Bandiera gialla" mi invitò a collaborare». Tutto dunque è cominciato li... Ma l'animatore turistico? «Beh, quello lo facevo solo per un paio di mesi durante l'estate, più che altro per pagarmi una bella vacanza. E confesso che mi sono divertito da matto». Adesso invece la vacanza se la può permettere come vero riposo... «Esatto. Sto apprezzando il vero significato delle ferie, ma non mi preoccupo di essere o no riconosciuto e nemmeno mi sottraggo alla preghiere di apparire in qualche giochino». Lamberto Antonelli

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